
Ve le ricordate le polemiche sulla mostra Il tempo del futurismo curata alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna? Pareva cadesse il mondo. Siccome era promossa dal ministero della Cultura, insorse una strampalata resistenza intellettuale (perfino una puntata del solito Report): sarebbe stata, secondo loro, una mostra che celebrava l'arte del fascismo (non capendone niente di futurismo, che è stato il primo movimento d'avanguardia europeo, e casomai nel fascismo il futurismo si spense).
Non fu neppure scelta a caso la data, era una data fisiologica, visto che celebrava l'ottantesimo anniversario della morte di Filippo Tommaso Marinetti (il 2 dicembre del 1944). I detrattori ne erano tutti sicuri, mostra brutta, fatta male, ideologica, insuccesso garantito, spreco di soldi, chi mai andrà a visitarla, tutto questo prima ancora di averci messo piede (troppa fatica).
Invece i piedi ce li hanno messi eccome i visitatori, ben ottantamila (i turisti e gli appassionati d'arte se ne fregano delle polemiche strumentali), a tal punto che la chiusura della mostra è stata prorogata fino al 27 aprile, con l'aggiunta anche di nuove opere importanti (le trovate in tutti i manuali di storia dell'arte per le scuole): «La città che sale» di Umberto Boccioni del 1910, «Ritmi di oggetti» di Carlo Carrà del 1911 e «Profumo» di Luigi Russolo del 1910.
A riprova che partire prevenuti si rischia sempre di finire dritti dalla parte del torto.
Per la verità, dopo l'inaugurazione, che ci fosse un'inversione di tendenza nell'opinione dei gufi appollaiati sul ramo dell'albero dei portatori di sfiga io l'avevo capito da quando Maria Elena Boschi postò un video su Instagram per elogiare la mostra (e mostrare se stessa nella mostra, più che altro, occasione imperdibile), e dire che non era una mostra fascista (ma va? Come ha fatto a capirlo?). Di fatto il flop è stato di tutti coloro che speravano nel flop, il flop dell'annunciato flop. Brutta figura, poco preveggente e per niente futurista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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