Assunti medici ucraini per curare i profughi

Un servizio con due obiettivi: offrire lavoro a chi è scappato e dare assistenza di base

Assunti medici ucraini per curare i profughi

C'è Irina S., 46 anni, laureata in medicina, medico di base per 8 anni in Ucraina dove ha anche ricoperto il ruolo di Regional Market manager per le aziende ospedaliere di Kiev occupandosi della formazione di team di medici e operatori sanitari. È arrivata in Italia a primavera scorsa lasciando i genitori e la figlia di 18 anni. C'è Olga, 37 anni, che ha lavorato per 15 anni come infermiera negli ospedali di Kiev e da qualche mese è arrivata in Italia con i figli. Sono scappate dalla guerra, si sono lasciate alle spalle il loro paese ma non la loro professione.

Oggi, dopo un lungo iter burocratico, Irina, Olga e altri medici e infermieri ucraini come loro hanno ottenuto il Passaporto europeo delle qualifiche per poter esercitare in Italia e sono stati «arruolati» dalla rete di poliambulatori Santagostino che ha deciso di assumere personale madrelingua per un progetto di assistenza sanitaria a favore dei moltissimi profughi presenti in Italia. Da ieri (per ora solo a Milano) è attivo il canale Whatsapp messo a disposizione da Santagostino per rispondere, grazie a un'operatrice madrelingua, alle richieste di assistenza da parte dei profughi ucraini e gestire le prenotazioni in un ambulatorio di Milano, nella sede di Repubblica, in via Panfilo Castaldi 6, dedicato a questo per 4 ore settimanali.

Il modo per accedere al servizio è semplicissimo: i cittadini ucraini possono scrivere un messaggio whatsapp nella loro lingua al numero 3441003172 (oppure cliccando al link: https://wa.me/393441003172), la richiesta verrà presa in carico da un'operatrice madrelingua che provvederà a fissare l'appuntamento. Il canale whatsapp è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18. Negli altri orari è attivo un risponditore automatico che fornisce le indicazioni su quando rivolgersi al servizio. Le visite non specialistiche saranno fornite da un medico professionista ucraino in collaborazione con un'infermiera diplomata ucraina.

«Partiamo solo ora perché l'iter burocratico per ottenere il passaporto delle competenze è stato più lungo del previsto - ha commentato Luca Foresti, Ceo di Santagostino - Ma è dal giorno uno di questa emergenza che abbiamo iniziato a pensare a questo progetto con una duplice finalità: quella da un lato di offrire assistenza medica di base (con una prima visita gratuita) a persone così provate e senza punti di riferimento e dall'altro reinserire nel mercato del lavoro professionisti che hanno dovuto lasciare il

loro lavoro in Ucraina. Oggi siamo la prima e tutt'ora l'unica struttura privata a impegnarci, grazie alla collaborazione con la onlus Ascolto, per offrire un servizio a questa popolazione costretta a fuggire per la guerra».

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