"Il 20 settembre l’Unità d’Italia" Lo sfondone storico di Selvaggia Lucarelli

Confusione storica per Selvaggia Lucarelli, che confonde la conclusione dell'unificazione d'Italia con l'Unità d'Italia

"Il 20 settembre l’Unità d’Italia" Lo sfondone storico di Selvaggia Lucarelli
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Selvaggia Lucarelli ha annunciato il lancio di un progetto messo in forno lo scorso settembre e l'ha fatto tramite i suoi social, dove è più forte. La giornalista, assieme al suo fidanzato Lorenzo Biagiarelli, ha deciso di aprire una società che, come da statuto, si occuperà anche di “editoria per la pubblicazione e vendita di riviste e rubriche culturali, di informazione e di attualità”, oltre che di "ideare e sviluppare siti web e shop online". Sono numerosi i campi operativi che Lucarelli e Biagiarelli hanno scelto per la loro società ma nel post in cui lo annuncia non ne fa menzione, dice solo che si "occuperà di un po' di cose" anzi, aggiunge, "in realtà lo sta già facendo".

Ma non è questo l'elemento principale di quell'annuncio, perché la giornalita ha voluto un calcare un po' troppo la mano con la sua narrazione, cadendo in uno di quelli che per chi ha aperto poco, o li ha aperti da tanto, i libri di storia, potrebbe essere un "falso amico". Lucarelli, infatti, scrive di aver aperto la società "il 20 settembre del 2024 (una data casuale, ma in fondo simbolica visto che è quella dell'unità d'Italia e cos'è, una società, se non qualcosa che unisce?)". Il concetto di fondo è giusto, peccato che la giornalista abbia toppato la data dell'Unità d'Italia, che è il 17 marzo, giorno in cui è stato proclamato il Regno d'Italia. Per questa confusione, a un'esame di storia o, banalmente, in un'interrogazione alle scuole elementari, medie o superiori, si rischia un brutto voto, perché il 20 settembre del 1870 è vero che è un giorno importante per il Risorgimento italiano, ma non è l'Unità d'Italia. È la Breccia di Porta Pia, evento storico fondamentale per la storia del nostro Paese, ossia l'ingresso delle truppe sabaude guidate dal generale Raffaele Cadorna. Quel giorno, con l'annessione di Roma e con la conseguente fine del potere temporale dei papi, è considerato l'ultimo atto del Risorgimento, perché con la Breccia di Porta Pia è stata conclusa l'unificazione d'Italia.

Ma per veder compiuta l'Unità d'Italia bisogna andare al 17 marzo 1871, quando la Capitale del Regno venne spostata da Firenze a Roma, che diventava in quel momento il cuore politico de neonato Regno d'Italia, derivazione del Regno di Sardegna. Quel giorno, il primo Parlamento italiano proclamò ufficialmente la nascita del Regno d'Italia, con Vittorio Emanuele II come re. Nella Legge n. 4671 del 17 marzo 1861, composta da un unico articolo, si legge che "il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d'Italia". Il cambio del titolo del sovrano è il passaggio cuciale che segna l'inizio dell'Italia unita.

In un passaggio fondamentale della relazione di Camillo Benso conte di Cavour del marzo di quello stesso anno, prima della promulgazione della legge, si legge che "A partire da questo giorno, l'Italia afferma a voce alta di fronte al mondo la propria esistenza. Il diritto che le apparteneva di essere indipendente e libera [...] l'Italia lo proclama solennemente oggi". Stavolta, un errore da matita blu per Selvaggia Lucarelli.

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