Anarchici ma non troppo, l'Iran, la censura a Bruxelles. Le parole della settimana

Le parole della settimana: Giubilei censurato a Bruxelles, nessuno condanna l'Iran, anarchici, ma non troppo, un pensiero al vescovo Mari Emmanuel, Ravenna, una città fuori controllo, all'Isola dei famosi un ragazzo si definisce poeta

Anarchici ma non troppo, l'Iran, la censura a Bruxelles. Le parole della settimana
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Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcuni dei fatti più cliccati della settimana visti attraverso un filtro a colori

Giubilei censurato a Bruxelles

Sono dovuti intervenire i capi di governo di Italia e Belgio per rimediare all'inghippo. S Bruxelles le autorità avevano vietato l'evento di Francesco Giubilei, a cui presenziavano alcuni fra i maggiori esponenti del conservatorismo europeo. Per evitare di propagandare “opinioni razziste e omofobe” il sindaco ha mandato la polizia. Se fosse successo a un intellettuale di sinistra ora ci sarebbero, giustamente, i social indignati e magari pieni di insulti lanciati a caso. È successo a quelli di destra in nome dei dogmi contemporanei e quindi va bene. Bisogna vegliare con attenzione, i tempi che ci aspettano avranno poco sapore di libertà.

Nessuno condanna l'Iran

In questi mesi ho sentito centinaia di persone gridare che Israele è brutto e cattivo perché ha attaccato Gaza. Se la motivazione era quella mi sarei aspettato che le stesse persone gridassero che ora l'Iran è brutto e cattivo, perché ha sparato droni e missili per distruggere Israele. Invece quelle persone supportano l'Iran. Per loro ogni regime ha diritto di esistere, persino una teocrazia che gronda sangue come quella iraniana, da un lato lottano per i diritti delle donne, dall'altro tifano per un regime che mette loro il velo quando non le lapida. Vanno bene tutti tranne Israele. Alla fine, gratta gratta, è semplice antisemitismo.

Anarchici, ma non troppo

Emerge ancora una volta una parola, “anarchici”, un termine con cui vengono genericamente indicati nelle cronache tutti i generi di rivoltosi, in particolare quelli che oggi sono concentrati a gridare lo slogan “free Palestine” occupando università e volendole forzare a non avere più a che fare con Israele. Basterebbe leggere un unico brevissimo libro di Tolstoj, “Guerra e rivoluzione” per comprendere come questo tipo di azione violenta non può avere nulla a che fare con l'essenza stessa dell'anarchia, che è liberazione interiore degli schemi del potere, a iniziare proprio dalla violenza. Anarchici, forse, ma solo finché non si diventa strumenti di un qualche potere.

Un pensiero al vescovo Mari Emmanuel

Se penso a un cristiano vero penso a Mar Mari Emmanuel, un vescovo assiro che vive in Australia e che è diventato famoso in tutto il mondo grazie ai social. Pochi giorni fa è stato pugnalato da un quindicenne mentre celebrava la Messa. Fuori pericolo, il vescovo ha subito chiamato l'assalitore “figlio mio”, perdonando lui e chi l'ha mandato. C'è ancora una fiammella di cristianesimo a brillare da qualche parte nel mondo. Speriamo non si spenga.

Ravenna, una città fuori controllo

A Ravenna un venticinquenne del Mali, già precedentemente arrestato due volte, ha incendiato un distributore di benzina spargendo carburante dappertutto e poi accendendo un fuoco. Un video diventato virale mostra un aspetto di un'Italia fuori controllo a cui la placida provincia non è abituata, ma che sta diventando norma. L'Italia è capace di capire il disagio di tutte queste persone che arrivano dalla disperazione per risolverlo o quantomeno controllarlo? Se la risposta è negativa ci aspettano anni molto difficili. Anche nella mia un tempo tranquilla città di Ravenna.

All'isola dei famosi un ragazzo si definisce poeta

Sarebbe bello chiudere in bellezza e scrivere che l'Isola dei Famosi ospita un poeta, ma è più corretto scrivere che un concorrente dell'Isola dei famosi, tal Pietro Fanelli, si definisce poeta.

L'Italia è un popolo di santi navigatori e poeti, non è difficile trovare poeti, ce ne sono tanti e perlopiù sconosciuti, ne conosco tutti i giorni grazie a Rinascimento poetico. Difficile dire se questo ragazzo potrà diventare un poeta o se ha solo usato un'etichetta che torna a essere glamour. Quale che sia la risposta, non smetterò mai di ripetere il mio motto: poesia dappertutto.

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