L'operazione "Scrooge" per distruggere il Natale è in atto da tempo, più o meno esplicitamente, più o meno volontariamente. Mentre aumenta l'aspetto commerciale della festa, diminuisce quello tradizionale, che sia religioso o meno. In Italia, ma anche nel resto d'Europa, si assiste sempre più spesso alla cancellazione, quasi fisica, a partire dalla parola "Natale", passando per il simbolo tradizionale per eccellenza, il presepe. In Italia abbiamo la polemica, sollevata dal quotidiano "il Domani", che provocatoriamente ha ospitato sulle sue colonne un articolo in cui la giornalista si chiede, "perché c’è ancora un presepe nell’atrio della nostra scuola?". Si dice stupita nel vedere la rappresentazione della natività perché nell'istituto ci sono anche alunni di altre confessioni, come è sempre stato dopo tutto. Ma se il presepe è razzista ed esclusivo, che è la conclusione a cui si arriva ascoltando le tesi di chi sostiene che non debba essere fatto nelle scuole, festeggiare il Ramadan non è altrettanto razzista ed esclusivo?
Ma è in nome della presunta inclusività che nel parlamento europeo è stato eliminato per molti anni, durante la scorsa legislatura. Quest'anno è però tornato in tutto il suo splendore in varie rappresentazioni, a tutela delle tradizioni e della cultura europea che il progressismo rischia di far scomparire. La sinistra, quella italiana così come quella europea, ha distorto il concetto di inclusività, mutandolo in quello di sostituzione. Secondo l'ideologia proessata dai progressisti, non devono essere i migranti ad inserirsi nel tessuto sociale del Paese in cui scelgono di vivere, che comprende tradizioni e cultura. Ma devono essere queste ultime a lasciare spazio a tradizioni e culture importate, anche quando queste non possono convivere. In quel caso, come è stato ampiamente dimostrato, le tradizioni europee devono scomparire in nome di quelle importate. E lo dimostrano bene i francesi e i belgi, per esempio, per i quali quelle che si avvicinano non sono le vacanze di Natale ma le "vacanze d'inverno".
Nelle luminarie di Saint-Denis, una delle banlieue non si trova più la scritta "buon Natale", in qualunque lingua la si voglia scrivere, ma "Bel Hiver", ossia "bell'inverno". Sono scomparsi i mercatini di Natale, che in Francia hanno alle spalle una tradizione secolare. Anzi, ci sono ancora ma trasformati in "mercato del bell'inverno". Lo stesso è accaduto a Nantes, dove non c'è più la tradizione del Natale ma la programmazione festiva prende il nome di "viaggio d'inverno". Al pari di Angers, dove il programma è stato chiamato "Soleils d’hiver", ossia "Soli d'inverno". Identico cambiamento si registra a Bruxelles, da tempo eletta una delle Capitali del Natale in Europa, che quest'anno nelle sue comunicazioni ufficiali parla di "Plaisirs d'Hiver", ossia "divertimento invernale". Nel programma di presentazione degli eventi si legge: "Lancio dei Plaisirs d'Hiver 2024 sulla Grand-Place, con l'illuminazione dell'abete e la prima trasmissione dello spettacolo di suoni e luci 2024".
Che fissazione! Questa foto è stata fatta nella mia cittadina, Manduria e la giunta è di Sinistra più 5 Stelle. pic.twitter.com/dF5Yw0sfp8
— Gregorio Pignataro (@GregPignataro) December 10, 2024
È evidente che sia, usando una parola tanto cara alla sinistra, una "decostruzione" del concetto del Natale in nome dell'appiattimento di una tradizione secolare, scomoda alla sinistra perché infastidisce quelli che potranno essere i suoi futuri elettori, ossia gli immigrati di seconda e terza generazione. Poi c'è la sinistra italiana, che imbastisce campagne ideologiche sulle luminarie "Merry Xmas" ma solo nei comuni in cui la giunta è di destra perché, dicono, evocherebbe la X Mas.
Però tutto è concesso quando sono loro a governare, come nel caso di Manduria, dove la giunta guidata dalla Sinistra e dai 5 stelle ha piazzato un bellissimo decoro nella centralissima piazza Vittorio Emanuele con una scintillante scritta "Xmas".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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