Coltivare buoni propositi per poi raccoglierne i frutti. Il percorso verso l'Homo Felix

Di fatto è uno dei grandi insegnamenti della logica del confessionale, quello che gli antichi chiamavano "proposito": per essere felice togli le parole "se solo" e sostituiscile con "la prossima volta"

Coltivare buoni propositi per poi raccoglierne i frutti. Il percorso verso l'Homo Felix
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«Non mi confesso da una vita», «dovrei confessarmi ma ci vorrebbe troppo tempo», «stia attento perché è un peccatore», «mi dà un bonus per i miei peccati?». Nei giorni scorsi sono stato ricoverato in ospedale ed ho notato come, interfacciandosi con un prete, questo tema sia spontaneo e frequente, molto più ad esempio dell'andare a Messa o di altri aspetti della spiritualità. Tra questi veloci dialoghi mi è arrivata una provocazione: «Cosa devo prendere? È una domanda che un medico o un infermiere si sente fare per curare un malessere fisico. Può essere efficace anche per un disagio psicologico. Ma quando il problema è più profondo, quando non c'è nulla che va male ma insieme niente ti va bene, quando non ti senti male ma neanche stai bene, alla richiesta cosa devo prendere? lei cosa risponderebbe?». Sono rimasto spiazzato. Ho avuto bisogno di rifletterci un po'.

La risposta mi è venuta grazie alla situazione che stavo vivendo: quando sei in orizzontale tutte le prospettive cambiano. Quando ti trovi nudo davanti a sconosciuti, quando, bisognoso di tutto, devi chiedere continuamente aiuto, quando i «grazie!» fanno eco a continue premure sia sanitarie sia umane di persone che non conosci, quando le mascherine ti consegnano occhi intensi che scrutano il tuo bene, quando mani delicate fanno di tutto per farti male il meno possibile, quando ciò che conta non sono titoli o ruoli o patacche o fiocchetti, ma solo la tua fragilità, vi confesso che vedi te stesso, gli altri e la realtà in modo

diverso. Quando sei in orizzontale e guardi dal basso in alto - mentre a tutti piace sempre guardare dall'alto in basso - tanto si sgretola, molto si sgonfia. Mi è rimbalzata allora nella mente e nel cuore una vignetta di Mafalda. Al compagno Felipe, in difficoltà per il suo eccessivo senso di responsabilità, che le chiede: «Voglio essere felice, cosa devo prendere?», lei con la sua squisita e geniale ironia risponde: «Decisioni!». Devi prendere decisioni. L'ho consegnata a chi mi aveva interpellato, ma soprattutto a me stesso.

Di fatto è uno dei grandi insegnamenti della logica del confessionale, quello che gli antichi chiamavano «proposito»: per essere felice togli le parole «se solo» e sostituiscile con «la prossima volta». È l'ingranaggio della stessa evoluzione dell'uomo fin da quando alza la testa come Homo Erectus distinguendosi dagli animali nell'affrontare il mondo. Comprendendo la realtà come plasmabile e utilizzabile diviene Homo Faber. Coglie allora la variabile della qualità come ulteriore possibilità: non basta fare le cose, ma bisogna farle bene. È la ragione dell'evoluzione in Homo Habilis. L'abilità stuzzica l'intelligenza, la progettazione, la ricerca, l'innovazione, l'applicazione e così si scopre imprenditivo come Homo Sapiens. Su quel prodotto destinato inizialmente solo a rispondere alle necessità, ad un certo punto si inverte la prospettiva: dal bisogno che genera il prodotto si passa al prodotto che fa nascere un bisogno.

Per fare questo è necessario comunicare evolvendosi in Homo Loquens, colui che parla, fino a raffinarsi in Homo Symbolicus, che raffigura, astrae, concettualizza, fa arte-cultura-pensiero, crea tendenze e stili, inventa sogni e bi-sogni. La manualità, l'ingegno, la ricerca, il commercio, la dinamica comunicativa, la gestione delle relazioni, diventano la materia prima che plasma l'Homo Oeconomicus. Noi siamo qui. C'è chi sceglie solo di gestire al meglio la situazione, come Homo Dieteticus, sventolando l'esigenza di uno stile di vita sano, facendo poi invece slalom tra eccessi e apparenze. C'è invece chi cerca un'ulteriore evoluzione, quella in Homo Felix. Attenzione però! In latino la parola felix non significa felice, ma fertile. E allora ha proprio ragione Mafalda: per essere felice devi prendere decisioni e coltivarle con tanta pazienza.

Poiché i segni del Natale stanno già riempiendo scaffali e vetrine, da settimana prossima ho deciso di confessare i personaggi del

presepio. Sono quelle statuine che abbiamo sempre avuto sotto gli occhi senza conoscerne la storia, eppure - se guardate dal basso verso l'alto - possono diventare testimoni di decisioni prese per essere fertilmente felici.

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