
Addio a "madre" e "padre": sulla carta di identità dei minori torna la dicitura "genitori", almeno nel caso in cui una famiglia è costituita da due genitori dello stesso sesso che hanno fatto ricorso all'adozione. Questo quanto stabilito dalla Cassazione, che ha respinto il ricorso del ministero dell'Interno contro la decisione della Corte di Appello di Roma, in merito alle richieste mosse da una coppia di donne, di disapplicare il decreto con il quale il Viminale aveva reintrodotto "madre" e "padre". Il dibattito in rete e rovente, uno dei commenti più tranchant è quello di Giuseppe Cruciani.
Nel corso del consueto appuntamento con "La Zanzara" su Radio 24, il giornalista non ha utilizzato troppi giri di parole: “Altra cosa incredibile dell’Italia. Voi quando siete nati cosa avete scritto sui documenti? Mamma e papà! Non può essere diversamente. Potete dichiararvi trisessuali, liquidi, neutri, fluidi, cambiare i nomi quaranta volte. Ma la Cassazione ha deciso che non si può scrivere ‘padre’ o ‘madre’, ma ‘genitori’, senza specificare. Avete rotto il cazzo”. L'affondo di Cruciani è diventato virale su X, dove lo scontro è a dir poco rovente.
In base a quanto stabilito dalla Cassazione, il ritorno di "madre" e "padre" sui documenti dei minori ha un "carattere discriminatorio" e "difetta di un reale contenuto esplicativo", senza rappresentare coppie dello stesso sesso che in specifici casi hanno fatto ricorso all'adozione. In soldoni, per gli ermellini è una dicitura che non rispecchia la realtà delle famiglie con genitori dello stesso sesso.
Il giudizio della Lega è perentorio, così il deputato Rossano Sasso: “Una scelta per me ideologica che temo ora investirà ogni settore dello Stato, compresa la scuola. Una decisione che è nemica della nostra identità, della famiglia, della tradizione. Viva la madre e viva il padre! Sempre”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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