La formula per educare i figli

La scelta di Djokovic di non dare lo smartphone ai figli

La formula per educare i figli
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«Niente cellulare ai figli!», questo è l'ordine impartito da Novak Djokovic, e che subito è rimbalzato sui social, provocando schieramenti tra chi è a favore e chi è contro. Bene o male? Viviamo in un momento in cui è tutto bianco o nero, senza sfumature, senza riflessioni, ma molte cose non sono così nette. Fermo restando che Djokovic può decidere per i suoi figli quello che vuole, noto solo una cosa, che per me non è bianco o nero, cambia, perfino da figlia a figlia.

Una figlia ha dieci anni, un'altra sette. È probabile che per quella di sette sia troppo presto avere un cellulare, ma per quella di dieci? Quando tutte le sue amiche hanno il cellulare? A mio avviso non conta incolpare lo strumento, ma il rapporto che hai con i tuoi figli rispetto allo strumento, che in questo caso ti connette al mondo. Niente cellulare, sapete cosa penso? È sbagliato. Perché è quello che desidereranno di più avere e ogni divieto incrementerà ancora più il desiderio (come nel sesso).

Se Djokovic vuole essere un bravo padre non deve vietare (soprattutto alla figlia di dieci anni), ma essere partecipe di quello che lei fa, con il cellulare, e esserne complice, e essendone complice anche padre, amico, e essere ascoltato, conquistandosi la fiducia, su ciò che è pericoloso e cosa no. Vietare il cellulare è una soluzione di comodo, come lo è in generale vietare qualsiasi cosa. Significa solo avere meno problemi, cioè fregarsene, cioè creare più problemi in futuro.

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