Imbrattamenti, sabotaggi e ora il "silenzio": l'anno flop degli ecovandali

Il movimento di Ultima Generazione aveva avviato la propria escalation in piena campagna elettorale per le Politiche che fecero trionfare la Meloni, ma è riuscito a fallire sotto tutti i punti di vista

Imbrattamenti, sabotaggi e ora il "silenzio": l'anno flop degli ecovandali
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Che cosa rimane degli ecovandali di Ultima Generazione un anno esatto dopo l'inizio delle loro iniziative più invasive in mezzo alle autostrade e con la deturpazione di monumenti e opere d'arte? Il bilancio, seppur provvisorio - visto e considerato che è improbabile pensare che i militanti ambientalisti ora decideranno di smettere con le loro battaglie -, è decisamente misero. Il fenomeno pseudo-ecologista si è rivelato fallimentare sotto molteplici punti di vista.

Quando è iniziato tutto

Bisogna infatti tornare indietro nel tempo al mese di settembre 2022 per individuare il punto di partenza dell'escalation totale di un movimento nato anche con intenzioni benemerite (ovvero sensibilizzare i cittadini sul cambiamento climatico). Dai presìdi di protesta fuori dalle aziende considerate le grandi inquinatrici mondiali e i flash mob nelle piazze di tutta Italia, a poco a poco la non-violenza ha preso è stata messa in disparte a favore di un vero e propri blitz indiscriminati che hanno coinvolto inermi cittadini e capolavori artistici di inestimabile valore: prima con i blocchi stradali e poi con sabotaggi di oleodotti e atti vandalici nei musei.

Sarà stato completamente un "caso", ma l'avvio di tutta la fase più aggressiva di Ultima Generazione è coinciso con la campagna elettorale per il rinnovo delle due Camere che ha preceduto il trionfo annunciato di Giorgia Meloni e del centrodestra unito. Dopo l'occupazione della sede centrale di Fratelli d'Italia datato 17 settembre - pochissimi giorni prima del voto delle Politiche di domenica 25 - gli attivisti hanno dato vita ad azioni sempre più virulenti, creando spesso anche dei danni nei confronti della comunità. Seduti in mezzo alla tangenziale di Milano e al Grande Raccordo Anulare di Roma non hanno fatto altro che fare provocare disagi a incolpevoli automobilisti che si stavano recando al lavoro o che dovevano accompagnare urgentemente in ospedale un proprio caro.

Ecovandali ormai allo sbando

Dopo di che è stata la volta dei quadri famosi. Vennero inizialmente presi di mira la Primavera di Botticelli, le "Forme Uniche della Continuità nello Spazio" di Boccioni e il "Gruppo del Laocoonte". Poi si passò direttamente agli imbrattamenti con colla, vernice, zuppa, farina e altri generi alimentari: "Il seminatore" di Van Gogh, l'automobile di Andy Warhol, la Pinacoteca di Bologna, il Senato della Repubblica, Palazzo Vecchio di Firenze, la statua di Vittorio Emanuele II di Milano, la Barcaccia e la fontana di Trevi a Roma. Le scene si sono ripetute per lo più in maniera identica: dopo gli atti vandalici, arrivano gli arresti in flagrante e, con essi - puntualissime - le scene isteriche dei devastatori che si appellano all'"evergreen" della disobbedienza civile e se la prendono con il fantomatico "accanimento penale".

In definitiva, tutto quello che hanno combinato quelli di Ultima Generazione è stato un flop totale: si sono inimicati gran parte dell'opinione pubblica (anche tra coloro che ideologicamente sono più vicini alle loro istanze), i loro processi per direttissima stanno per arrivare a sentenza anche dure e tra pochi giorni il Parlamento voterà il disegno di legge che prevede un inasprimento delle pene e il pagamento integrale dei danni causati. Qualche giorno fa anche il Papa si è dissociato pubblicamente da loro etichettandoli come "estremisti" e aggiungendo che "quando entrano l'ideologia o pressioni politiche non va bene". Non solo, ma è da più di due mesi che non si registrano danni firmati da loro.

Le possibilità possono essere tre: o si sono voluti prendere anche loro un classico mesi di agosto di ferie (come quei lavoratori che avevano disturbato bloccando le strade) o hanno paura di finire in carcere oppure stanno preparando il colpo di coda finale. Con certi soggetti che circolano, meglio non svegliare il can che dorme.

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