Due milioni di seguaci su Instagram, oltre settecento mila iscritti su YouTube e così via. Tra i volti di spicco di Gambero Rosso, Max Mariola è uno degli chef più amati dei social network e da pochi giorni ha pubblicato con Mondadori il suo nuovo libro di ricette "The Sound of Love". "Fare una cucina nuova senza dimenticare le nostre origini", il suo credo. Di questo e di molto altro ha parlato ai microfoni de ilGiornale.it.
Come nasce questo nuovo libro?
"Questo libro nasce dalle tante richieste arrivate dalle persone che mi seguono e, dal mio punto di vista, di mettere insieme tutto ciò che mi rappresenta a livello culinario. Tra YouTube, Facebook, Instagram e tutto il resto avrò fatto un migliaio di ricette, quindi ho voluto raccogliere il meglio delle mie ricette. E abbiamo avuto la bellissima idea di creare un QR code per ogni ricetta, così il lettore ha la possibilità di accedere anche ai video".
Nuove frontiere...
"Questo libro è un po' per tutti. Ci sono ricette che possono accontentare tutti: i vegetariani, chi fa sport, i bambini... È veramente un libro per tutti, in questa epoca di politicamente corretto non viene discriminato nessuno (ride, ndr). Racconto anche il mio percorso di vita, il mio pensiero, c'è una bella biografia. Ma la cosa più importante restano le ricette e i loro segreti".
La tua filosofia è "mangia bene e goditi la vita".
"Io sono un esempio. Io mangio tutto quello che cucino, ma lo mangio in determinate quantità. L'errore che facciamo noi italiani riguarda proprio le quantità: non abbiamo dei limiti, siamo senza fondo (ride ancora, ndr). Perché è troppo buono quello che cuciniamo a differenza di altri Paesi in cui mangiare è solo un fatto di nutrimento e di sopravvivenza. E si tratta anche di un fatto di economia domestica: per fare la pasta con i gamberi non è necessario comprare un chilo di gamberi. Un'altra cosa importante, siamo quello che mangiamo: mangiare bene significa anche salute, quindi è importante saper scegliere le materie prime".
La sostenibilità occupa un ruolo centrale nella tua idea di cucina.
"Sì, ma chi ne parla ora mi fa sorridere. Le persone più sostenibili al mondo sono le nostre nonne! Donne che con il pane avanzato hanno fatto polpette, zuppe, canederli, pappe al pomodoro. Non hanno mai buttato niente, sono sempre state attente alla stagionalità. Quando sento quei giovani che parlano di sostenibilità mi viene da ridere, perché basta ricordare quotidianamente l'insegnamento delle nostre nonne. Poi non vorrei parlare di politica...".
Prego.
"Non mi interessa la politica, ma ricordo le critiche ricevute dal ministro Lollobrigida per aver detto che spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi: pura cattiveria. Chi vive nei piccoli centri è quello che spende meno, mangia meglio ed è più sano. In città è già più complicato: chi ha meno possibilità va al mercato e sceglie le cose migliori. Questa è la verità, ma non lo sa chi va al supermercato e non guarda i prezzi".
Negli ultimi mesi s'è parlato molto del presunto cibo del futuro, tra carne sintetica e insetti fritti. Qual è il tuo pensiero?
"Io sono aperto a tutto. Non tutti possiamo mangiare la carne che costa 40 o 50 euro, al chilo quindi capisco certi ragionamenti. Ma anche da questo punto di vista basterebbe pensare al passato: quante volte alla settimana si mangiava la carne cinquant'anni fa? Così potremmo permetterci una carne migliore, saremmo più sostenibili e non ci sarebbe bisogno di prodotti potenzialmente dannosi".
Quali sono i tuoi prossimi progetti? So che stai per sbarcare a Milano...
“Sì, aprirò un ristorante a Milano, in via San Marco, con il mio nome. L’apertura è prevista a fine novembre”.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.