Papà Salis chieda scusa, che caos in Francia e la rissa: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: le mosse di Macron, il ricordo di Berlusconi e Tajani

Papà Salis chieda scusa, che caos in Francia e la rissa: quindi, oggi...

- Macron prende la parola e spiega perché ha sciolto l’Assemblea nazionale convocando le urne. O almeno, come giustifica il suo azzardo: “Il voto europeo ha mandato un segnale chiaro che non poteva essere ignorato”. Farei riascoltare questo discorso a tutti quelli che, ogni qual volta in Italia si formava un governo tecnico, ci spiegavano che lo si faceva perché il ritorno alle urne era “pericoloso” per la stabilità del Paese. La verità, è che in democrazia il popolo ha sempre ragione.

- Secondo appunto: il sistema francese, semipresidenziale con elezione diretta del Capo dello Stato, in pratica qualcosa di vituperato da chi oggi si oppone a presidenzialismo e premierato, garantisce alla Francia di superare una crisi di governo così profonda senza intaccare di un millimetro i poteri e la rappresentanza di chi - in questo caso Macron - è stato votato dagli elettori per l’Eliseo. Bene fa Emmanuel a non dimettersi e bene fa a chiedere agli elettori di scegliere il proprio premier sulla base dell’aggiornata situazione politica. Il tutto senza vuoti di potere. Perfetto.

- Difficile dire se papà Salis, quando faceva il confronto da la Thatcher e il Nano Mammolo, si riferisse a Giorgia Meloni. Con ogni probabilità sì, ma evidentemente il padre dell’attivista ha più intelligenza dei vari Saviano e Luciano Canfora, ed è capace di riferirsi a qualcuno senza citarlo per evitare una querela palese. Tuttavia, siamo certi che se Roberto Vannacci avesse utilizzato un difetto fisico di Elly Schlein per definirla (il naso? I capelli?) avrebbe scatenato le penne dei più fini intellettuali italiani. Invece papà Salis scivola sul nano mammolo e tutto tace. Chissà perché. Almeno lui chieda scusa.

- Interessante intervista a Antonio Tajani, che si qui aveva escluso ogni accordo con il gruppo Id di cui fa parte Marine Le Pen. Oggi la posizione del leader di Forza Italia è un poco più sfumata: “Anche se Le Pen è diversa da Afd, il Ppe ha una visione profondamente differente da quella del suo partito sull’Europa e sul rapporto con la Nato”. Però, aggiunge poi, “vedremo come si evolveranno le loro posizioni”. Che in politica vuol dire tanto.

- Macron invita le forze politiche democratiche di Francia a “unirsi” per riformare quel “cordone sanitario” che da Chirac in poi ha sempre funzionato contro i lepenisti. Ma stavolta è diverso, probabilmente. Le sinistre sono sfibrate e alcuni gollisti sono pronti a riconoscere Jordan Bardella come il nuovo volto del Rassemblement National, un movimento nazionale, forse nazionalista, ma che col vecchio Front National non ha più niente a che fare. Sarà un’elezione storica.

- Sapete quale argomento ha citato Emmanuel Macron nel suo discorso per risollevare le sorti del suo governo? La lotta all'immigrazione clandestina. Benvenuto nel club.

- Pare che il M5S stia pensando di cambiare nome e simbolo, inserendo la parola “progressista” per dare una chiara connotazione politica. Dall’attacco contro i “taxi del mare” alla stampella di Elly Schlein il passo è stato breve. Troppo. Infatti i voti latitano.

- Su Hunter Biden, due paroline veloci. Primo: le colpe dei padri non ricadono sui figli, ma nemmeno viceversa. Secondo: 25 anni di carcere per aver mentito sull’uso di droghe per il possesso di una pistola appaiono un tantino esagerati.

- Abbiamo aspettato un giorno per capire se le parole di Sinwar, il leader di Hamas che ritiene “sacrifici necessari” i morti civili palestinesi, avrebbero scatenato la logica indignazione dei nostri commentatori. Invece, nulla. Niente. È passata in cavalleria.

- Se i martiri palestinesi sono “sacrifici necessari” perché il loro sangue infonde “linfa vitale nelle vene" della Palestina, ci domandiamo come mai il buon Sinwar non si immoli per la causa anziché nascondersi sotto terra. Siamo certi che anche il suo sangue infonderebbe ottima linfa vitale. Proviamo?

- Sul caso Falcomatà a Reggio Calabria, valga lo stesso discorso che vale per Giovanni Toti: tutti innocenti. Vi basti leggere l’ignobile incipit di Marco Travaglio: “La procura di Reggio ha scoperto che alle regionali del 2020 e alle comunali del 2021 la ‘Ndrangheta portò voti a Fdi&Pd”. Falso. I pm “ipotizzano che”, non “scoprono” un fico secco. È tutto ancora da dimostrare.

- Giustamente il Fatto è sconcertato dalla strana circostanza per cui “dal caso Toti a Bari, ormai gli scandali non levano consenso”. Non c’è di che stupirsi, visto che gran parte dei maxiprocessi, cavalcati dai giornali senza spirito critico, finiscono spesso in un buco nell’acqua.

- Come è godibile la pubblicità a pagina intera su Repubblica e La Stampa dedicata a Silvio Berlusconi e acquistata dai figli del Cav: “Dolcissimo papà, il tuo amore vivrà sempre dentro di noi”. E a Rep, giustamente, dopo averlo vituperato per due decenni, devono piegarsi alla logica del vil denaro. Pecunia non olet. Magico.

- Piccolo gioco: “Nata a Milano il 17 Giugno 1984 e cresciuta a Monza, eccetto una parentesi di tre anni dal 1992 al 1995 in cui la famiglia ha vissuto nel Regno Unito. Si è diplomata al Liceo Classico “B. Zucchi” nel 2002 con il massimo dei voti. Fin dall’infanzia ha sempre praticato attività sportiva e, appassionata di teatro, ha seguito vari corsi ed ha recitato a Monza. Dal Liceo ha iniziato la sua attività politica nei centri sociali, prima a Monza e poi a Milano, battendosi per il rispetto dei diritti e dell’uguaglianza sociale. Si è laureata in Scienze Storiche con Lode nel dicembre 2005 presso l’Università Statale di Milano. Sensibile alle problematiche delle persone svantaggiate ha frequentato il corso di Educatore Professionale presso l’istituto “Don Gnocchi” di Milano seguendo con successo tutti i corsi. Ha lavorato come educatrice per alcuni anni in centri per adolescenti problematici. Nel 2018 ha deciso di completare gli studi richiesti per l’insegnamento di materie letterarie nei Licei e nell’Aprile 2021 ha conseguito la Laurea Magistrale in Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità presso l’Università degli Studi di Milano. Nel frattempo ha lavorato per vari anni come maestra elementare in scuole ad utenza multietnica e dal 2021 come docente di Lettere nei licei in veste di supplente, in attesa di concorso”. Di chi stiamo parlando?

- In Francia ne combinano più che Bertoldo. La storia è clamorosa: Eric Ciotti ieri annuncia l’accordo tra i Repubblicani e Le Pen. Qualcuno mugugna all’interno del partito, visto e considerato che di solito il fronte repubblicano fa da argine alle estreme destre, ma nessuno si sarebbe atteso che, dopo l’appello di Macron a non rinnegare De Gaulle, l’ufficio politico del partito sarebbe arrivato ad espellere il presidente rinnegando l’accordo. Invece è successo.

E ora abbiamo un leader convinto di esserlo ancora, due sostituti che rivendicano di avere l’interim e il partito spaccato tra chi vuole l’accordo con Le Pen e chi no. Ci sarà da divertirsi.

- La rissa alla Camera, con botte e pugni come nemmeno allo stadio, è oggettivamente uno spettacolo indegno.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica