"Sostenibilità senza ideologie, competenze e continuità". Così possiamo crescere

Il Made in Italy è una potenza nel mondo: dalle fabbriche parte oltre il 90 per cento di quel che vendiamo all'estero. In diretta da Verona, la tavola rotonda con i protagonisti delle grandi aziende

"Sostenibilità senza ideologie, competenze e continuità". Così possiamo crescere
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Quanto vale il Made in Italy? Tanto: 626 miliardi di euro nel 2023, quasi un terzo della nostra ricchezza. Dalle fabbriche parte oltre il 90 per cento di quel che vendiamo all’estero, con un giro d'affari davvero considerevole. Il tema economico verrà affrontato, anche e soprattutto nei sui aspetti più concreti, nella tavola rotonda che Il Giornale ha "apparecchiato" nell'ambito dell'evento organizzato a Verona, dedicato proprio al Made in Italy. A moderare il confronto sarà il vicedirettore de il Giornale, Osvaldo De Paolini, con Hoara Borselli. Interverranno Stefano Susani (Ad di Amplia - Autostrade per l’Italia), Cesare Trippella (Head of Leaf EU Philip Morris International), Luigi Scordamaglia (Ad di Filiera Italia) e Domenico De Angelis (Condirettore Generale Banco BPM).

"Il record dell'agroalimentare è stato raggiunto in un anno molto complesso il 2023, nel quale gli ostacoli geopolitici non sono mancati. Questo vuol dire che possiamo stare tranquilli? No, dobbiamo rilanciare. E per questo dobbiamo raccontare all'estero quello che siamo: affidabilità, sicurezza, sostenibilità e salute con i prodotti della nostra dieta. Al Fancy Food di New York diremo questo. Ci teniamo a distinguerci e lo diremo a tutti nel mondo", esordisce Scordamaglia.

Trippella di Philip Morris: "Noi abbiamo basato la trasformazione sul Made in Italy, con grandissimi investimenti dal coltivatore al consumatore. Per questo abbiamo scelto un partner fortissimo, Coldiretti, per tutelare la filiera. Noi crediamo in una sostenibilità di buon senso, con obiettivi chiari, semplici e raggiungibili. E poi senza sostenibilità economica, tutte le altr sostenibilità non ci possono essere. A Bologna noi sviluppiamo talenti, abbiamo colleghi che vengono in Italia per studiare il nostro modello e noi manager dobbiamo essere ambasciatori per le nostre eccellenze".

De Paolini dialoga con De Angelis di Banco BPM e il tema è l'export. Cosa ha fatto il sistema bancario per gli imprenditori? "Il nostro Paese è aumentato di credibilità in maniera incredibile, in particolare negli ultimi anni. C'è un concetto di creazione di valore attorno ai nostri beni. La grande qualità degli imprenditori italiani nell'export l'abbiamo vista nel 2023-2024 a fronte di situazioni geopolitiche complesse. L'inventiva dei nostri imprenditori ha fatto sì che si trovassero alternative ai mercati per come erano conosciuti prima. I numeri del turismo e dell'economia sono straordinari e questo perché abbiamo imprenditori che sanno attrarre. Calo del pil tedesco, Russia e Medioriente rendono la partita difficile: noi come banca ci siamo preparati e siamo fieri di aver trovato le condizioni per aiutare una rivoluzione industriale. Abbiamo improvvisato un cambiamento straordinario. Noi abbiamo realizzato e sostenuto la rivoluzione industriale, e se non avessimo il problema del debito pubblico saremmo un Paese che dà distacco a tutti. Nel capitale umano dobbiamo ricreare la catena del valore. I nostri giovani non sono inferiori a quelli di 30 anni fa, però devono avere dei sogni e poter scalare un'azienda".

Susani di Autostrade per l'Italia: "Abbiamo investito in innovazione e sicurezza. La sfida è tenere in movimento le autostrade mentre le trasformiamo, questo avviene con soluzioni che in Europa non ci sono e che quindi abbiamo sviluppato con le imprese italiane. Anzi, gli stranieri iniziano a venire da noi per capire come facciamo. Il nostro plus è proprio questo. Abbiamo strumenti, materiali e soluzioni sviluppati in Italia". De Angelis:"Negli ultimi anni abbiamo avuto un aumento del costo del lavoro, ma io sono orgoglioso di pagare di più i nostri dipendenti".

Scordamaglia: "Gli italiani vincono pur avendo ai piedi delle zavorre. In agricoltura i giovani devono avere un futuro economicamente rilevante. Un tempo si parlava di braccia rubate all'agricoltura, oggi di teste che tornano all'agricoltura. L'opposto della vera sostenibilità è l'Italian-washing: fino a quando nel nostro Paese non si scriverà in etichetta da dove viene il prodotto, avremo un pomodoro che arriva dalla Cina. E poi c'è il Mediterranian-washing: la dieta mediterranea è una cosa precisa, non un formaggio fuso con dieci ingredienti. E il nutriscore penalizza certi prodotti naturali e ne promuove altri; su questo non si può transigere".

Il tema dell'agricoltura viene colto anche da Cesare Trippella: "Il cambiamento che sta attraversando la nostra azienda è di successo. La sostenibilità economica è importante, così come l'attrarre e coinvolgere i partner. Noi seguiamo i nostri talenti e, al riguardo, bisogna ribadire che è importante anche la gavetta, la curiosità. Poi dobbiamo creare competenze: a Bologna lo facciamo, collaborando con Confindustria. Anche questa è una forma di esportare il Made in Italy". E ancora: "Dobbiamo avvalerci del nostro tricolore anche nella scelta dei prodotti, del nostro tabacco. Investimento e visione sono fondamentali".

Il vicedirettore De Paolini sottopone agli interlocutori il tema della successione nelle aziende rispetto alla continuità del Made in Italy. Interviene De Angelis: "La recente rivoluzione industriale ha riportato molti giovani ad abbracciare la cultura dell'imprenditorialità. Sono ottimista; vent'anni fa il fenomeno della mancata successione era molto forte e molti nostri giovani figli di imprenditori andavano all'estero, magari con il sogno di fare la finanza a Londra. Oggi il sogno dei giovani è tornare a fare gli imprenditori; stanno impostando un'attività dopo qualche anno all'estero. Le banche devono aiutare i progetti di valore per iniziare le aziende. Noi incentiviamo molto la continuità aziendale, anche con soluzioni fiscali, dobbiamo quindi dare coraggio alle nuove generazioni e stimolare la diversificazione. Il problema dei giovani è che vogliono capire cosa faranno domani, se avranno una prospettiva di crescita. Dobbiamo ricreare questo e noi banche dobbiamo finanziare la catena del valore".

Susani

conclude: "Garantire la componente economica, quella ambientale e sociale è importante per noi. Dobbiamo portare infrastruttre che si integrano con il territorio e valorizzano quello che sta attorno, mimizzando gli impatti",

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