Salis detta le condizioni. al Pd, il Burraco di Meloni e Adidas: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la possibile candidatura di Ilaria Salis nel Pd, l'amicizia tra il premier e Salvini e Zucchero

Salis detta le condizioni. al Pd, il Burraco di Meloni e Adidas: quindi, oggi...
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- Giusto per stemperare la questione, sappiate che il governo spagnolo prevede di riconoscere lo Stato palestinese prima dell'estate. Pedro Sanchez è convinto si tratti del modo migliore per risolvere la questione medio orientale e permettere la conclusione della guerra a Gaza. Fosse così facile, evidentemente, ci avrebbero già pensato tanti altri. Ma è probabile che diventerà solo una manovra spot utile a rinsaldare l’elettorato del premier socialista spagnolo.

- La storia della maglietta della Germania è meravigliosa. L’Adidas infatti ha ritirato il numero 44 dalle possibilità di personalizzazione visto che il font ricorda neppure troppo vagamente il simbolo utilizzato dalle 'Schutzstaffel', ovvero le ‘SS' di Adolf Hitler. Ovviamente non è stata una scelta intenzionale e ci mancherebbe. Ma tra tutti i luoghi del mondo dove poteva accadere di scegliere il font sbagliato, succede proprio alla corte di Olaf Scholz. Che sfiga.

- Se una democrazia, in questo caso quella europea, deve mobilitare i Mansekin e Taylor Swift (che peraltro è americana) per spingere gli elettori ad andare a votare, vuol dire che il sistema è ormai arrivato alla frutta. Non può risollevarsi. E infatti non solo l’astensionismo cresce, ma chi vota lo fa sempre con meno passione. Anziché pagare delle superstar per incrementare il pellegrinaggio alle urne, i leader europei dovrebbero chiedersi per quale motivo nessuno è più interessato ad esercitare il più importante dei diritti. Suggerimento: non sarà per caso colpa di quel vizio molto diffuso di promettere mari e monti e poi non realizzare neppure la metà del programma proposto?

- Sia lode a Zucchero che la dice come la pensa. Tornare a Sanremo? “E a fare che? Ormai è diventato uno spettacolo televisivo. Sanremo ha davvero stracciato i maroni”. Amen.

- Si chiede Repubblica: perché la destra non ama Ilaria Salis? Risposta: perché è una attivista di sinistra radicale, di quella sinistra che mescola tutti gli esponenti "di destra" - compresi liberali, cattolici e conservatori - nel grande calderone dei “fasci”. Contro domanda: perché la destra dovrebbe amare il proprio nemico?

- I peccatucci di Michela Murgia col fisco, veri o presunti, li avrei lasciati nell’oblio: a che serve rimestare nei guai fiscali di chi non può difendersi più?

- Il premierato ottiene il primo faticoso via libera al Senato. La strada è lunga, pieno di insidie ed esultare sarebbe sciocco. Già ai tempi di Renzi l’Italia ha fatto l’errore di trasformare un referendum costituzionale in una bagarre politica: stavolta speriamo di non cascarci di nuovo. Le riforme servono come il pane per un motivo semplice: così come è stato pensato dai padri costituenti, il sistema politico non funziona più. Troppi governi, troppi premier, esecutivi che cadono e non hanno legittimazione popolare. Il mondo va avanti e la Carta non può restare indietro. Dal 1945 ad oggi è cambiato più il Magistero della Chiesa che la Costituzione italiana.

- Ilaria Salis detta le condizioni al Pd. O almeno lo fa suo padre parlando della possibile candidatura alle elezioni europee. Pare che al momento non ci sia nulla di ufficiale, i dem non avrebbero avanzato formalmente la proposta e non ci sono incontri con Elly Schlein in vista. Roberto Salis però non chiude la porta e piazza un paletto (bello grosso): la candidatura non deve "cadere all'ultimo momento" e soprattutto, se finirà in lista, Ilaria deve essere pure eletta. Altrimenti rischierebbe di essere “massacrata”. Sintesi: nemmeno è entrata nel Pd che già i Salis dettano le condizioni, chiedendo un posto nelle parti alte della lista. Sicura, cara Elly, di volerti imbarcare in questa avventura?

- Matteo Salvini fa una rivelazione mica da niente: pare che l’amicizia personale con Giorgia Meloni sia in via di costruzione, tanto che i due hanno iniziato a frequentarsi “anche fuori dalla politica”. Di più: ogni tanto la premier “gioca a Burraco con la mia fidanzata Francesca”. “Io no - insiste Salvini - perché sono due faine e odiano perdere”. Non so se ridere o piangere all'idea del primo ministro che si prende due ore di tempo per un Burraco.

Però, adesso che so che pure a lei piace il gioco con le carte, posso smettere di sentirmi un vecchio bacucco nel provare piacere a imbastire qualche partitella con mia suocera. Il sogno? Che Meloni sfidi a Burraco uno tra Joe Biden e Emmanuel Macron. Sai che ridere.

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