La sinistra caccia i migranti, Povia respinto ed Eriksson: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la morte dell'ex allenatore della Lazio, le elezioni Usa e Pavel Durov

La sinistra caccia i migranti, Povia respinto ed Eriksson: quindi, oggi...

- Se guidi una Smart per due persone e fai salire quattro passeggeri; se una delle bambine è in braccio alla madre, senza cintura; se l’altra viaggia nel bagagliaio, tu non hai la patente e l’auto è senza assicurazione… beh: non stiamo parlando di una ragazzata, ma di una follia. E merita l’accusa di omicidio stradale.

- Rampini, sul Corriere, fa un’operazione verità. E spiega che le “deportazioni al confine” dei migranti negli Usa, quelle sponsorizzate da Donald Trump, non sono quella cosa orripilante che la parola lascia intendere. Si tratta di una traduzione errata. In realtà parliamo di banali “ordini di espulsione” già emessi dai tribunali. Cioè gli stessi che anche l’Italia, e tutti gli altri Paesi del mondo, mettono in pratica.

- Altra operazione verità. I giornali occidentali, quasi tutti schierati con Harris, non lo raccontano perché non fa comodo. Ma quando Biden e Kamala vinsero le scorse elezioni, gran parte della loro campagna elettorale fu improntata sulla guerra alle politiche “razziste” di The Donald. In sostanza: niente controlli alle frontiere, porte aperte per tutti. “Per i primi tre anni dell’Amministrazione Biden-Harris la gestione dei flussi migratori è stata disastrosa, con almeno due milioni di clandestini in entrata ogni anno - spiega Rampini - Vi hanno contribuito i proclami sulle frontiere aperte lanciati dalla sinistra del partito democratico, e l’accoglienza molto generosa offerta ai clandestini da «città-santuario» come New York, Chicago, Los Angeles, dove i governi locali (democratici) si rifiutano di applicare le leggi federali sull’immigrazione”. Oggi Kamala si lamenta invece che i Repubblicani abbiano bocciato una legge scritta dai democratici rubando le idee di Trump. Vero. Ma il punto è che ormai, sul tema migranti, la sinistra americana ha abbandonato l’idea che aprire le porte agli stranieri senza alcun limite sia logico. E soprattutto non porta consenso. I primi a rimetterci quando milioni di lavoratori arrivano nei sobborghi Usa sono proprio latinos e afroamericani, che rischiano di vedersi scippare il posto di lavoro.

- Domanda: ma se i democratici sull’immigrazione copiano Trump, non è che alla fine gli americani preferiranno l’originale?

- Seconda domanda: quand’è che la sinistra italiana capirà l’antifona? Ho visto Roberto Speranza andare alla Convention e affermare che la strada tracciata da Kamala è quella giusta. Vale anche per l’immigrazione?

- Due considerazioni sul caso di Pavel Durov, boss di Telegram. Primo: oggi Macron ha detto che il suo arresto non ha nulla di “politico” né “geopolitico” ma si basa banalmente su “un'inchiesta giudiziaria in corso” che i magistrati sono liberi di condurre. Vero. Mi chiedo allora come mai, però, il discorso vale per la giustizia francese e non per quella ungherese che aveva arrestato Ilaria Salis e che rivendicava di giudicarla secondo le sue leggi.

- Seconda considerazione. Chi ritiene che effettivamente Durov e Telegram dovrebbero essere responsabili di ciò che circola sui loro social, mi domando: ma se io domani spedissi delle fotografie pedopornografiche a un amico tramite la cara vecchia buca delle lettere, dovremmo forse considerare Poste Italiane co-responsabile del mio crimine solo perché ha preso in carico il pacco e l’ha recapito al destinatario? Sembra un discorso sciocco, ma non lo è.

- Il sindaco di Nichelino (Torino) ha deciso di cancellare la partecipazione di Povia dalla festa patronale di San Matteo, dove il cantante avrebbe dovuto fare da giurato. La spiegazione è sconcertante: “Non è un problema di appartenenza politica, ma di posizioni che ha rispetto ai diritti civili. Povia più volte ha manifestato posizioni no vax, omofobe e contro l'aborto: quanto di più lontano dai valori della democrazia che la nostra comunità incarna”. Allora. Il sindaco di Nichelino ha il diritto di invitare chi ritiene più consono. Comanda lui e alla festa cittadina porta chi vuole. Però non può dire che posizioni “no vax” e “contro l’aborto” siano “lontane dai valori della democrazia”. Perché è una affermazione presuntuosa. Povia ha il diritto di ritenere che i vaccini obbligatori siano un errore e di considerare l’aborto un omicidio. Non c’è scritto da nessuna parte, neppure nel regolamento comunale di Nichelino, che questi siano “valori lontani dalla democrazia”.

- Le indagini condotte dalla Procura di Termini Imerese sul disastro di Porticello hanno sin da subito messo sotto osservazione le scelte del capitano Cutfield. Diciamolo: era quasi scontato che finisse indagato. Però l'Italia è pur sempre l'Italia e neppure quando di mezzo ci sono cittadini stranieri, grandi società britanniche e assicurazioni miliardarie il Belpaese perde il vizio di far arrivare prima ai giornali, e solo dopo al diretto interessato, la notizia dell'inchiesta a suo carico. Infatti, stando a quanto risulta al Corriere e all'Adnkronos, stamattina a Cutfield non era ancora stato notificato alcun un avviso di garanzia mentre Repubblica, Agi e LaPresse ne avevano già dato notizia. Sintesi: il comandante è stato iscritto nel registro degli indagati, lui non lo sa ma i giornali sì. Tipicamente italiano.

- Gli atleti che si sono trovati nella stessa situazione di Sinner e che, a differenza sua, non hanno potuto godere di un processo così "segreto" e soprattutto rapido, potendo peraltro continuare a giocare, hanno tutte le ragioni del mondo a lamentarsene. Ma la colpa non è di Jannik. Semmai di un sistema che non ha trovato il modo di attuare dei protocolli che siano uguali per tutti. Il che è uno scandalo. Ma bene ha fatto Sinner ad investire tutte le risorse economiche di cui dispone per prendere gli avvocati migliori ed uscirne senza uno scandalo ancor peggiore.

- È morto Sven Goran Eriksson. E per un tifoso laziale degli anni ’90, come chi scrive, suona come un tragico gong. L’allenatore svedese ha regalato ai tifosi biancocelesti un sogno quasi irraggiungibile, di certo un evento storico, che si concretizza solo due volte l’anno. È l’artefice di un miracolo sportivo, peraltro raggiunto - era il 14 maggio del 2000 - nel modo più rocambolesco possibile. "Ha segnato Calori". A renderlo immortale non saranno le tante coppe vinte, la qualità del calcio espresso, i campioni allenati, gli amori, il gossip o la nazionale inglese. A renderlo immortale sarà quel triplice fischio di Perugia che raggiunse l’Olimpico in festa. Uno scudetto unico, irripetibile, innaturale. Per questo immortale.

- Se volete leggere il mio ricordo di Eriksson, cliccate qui. “Sven era un santo? No. La vita e lo sport spesso viaggiano su due binari diversi. Sven ha avuto molte donne, a volte anche contemporaneamente, e alcune non conservano un buon ricordo di lui. Dunque nessuna beatificazione. Ha avuto “una vita non normale”, forse “troppo bella”, e chissà se in quel “in qualche modo dovevo scontarla” c’è la convinzione che gli errori prima o poi ti tornano indietro con gli interessi. Anche lui era consapevole che “non tutti diranno che sono stato una brava persona”. Poco importa. Non tanto perché “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

Ma perché in fondo, per quanto ci riguarda, ai simboli sportivi non viene richiesto di essere apostoli o frati, bensì di incarnare un sogno, di chiudere in uno scrigno ricordi indelebili. Eriksson quello scrigno l’aveva costruito con classe e ne era il custode ultimo. Per i laziali, indimenticabile”.

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