Vannacci fai attenzione, gli auto-auguri di Saviano e Boccia: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il voto in Germania, il venditore di Pokemon e Conte

Vannacci fai attenzione, gli auto-auguri di Saviano e Boccia: quindi, oggi...

- Sul voto nel Brandeburgo, anziché elogiare la vittoria di Olaf Scholz, che vittoria non è stata, bisognerebbe guardare ai dati. E ai grandi temi che oggi animano il dibattito politico: il Green Deal e l’immigrazione. Bene. La somma dei voti dell’Afd (estrema destra) e di BSW (estrema sinistra) hanno la maggioranza del parlamentino locale. O quasi. Vuol dire che la maggioranza degli elettori, siano essi di destra o di sinistra, ritengono che a) i porti vadano chiusi; e b) la sfuriate verdi dell’Europa non devono provocare l’impoverimento delle industrie, dell’economia e dei lavoratori europei come invece rischia di accadere.

- È drammatica la dichiarazione di Carmen, la ragazza che Giacomo Gobbato stava aiutando prima di essere ucciso da un moldavo: “È colpa mia. Dovevo stare zitta e non chiedere aiuto. Vero, quello mi ha preso a pugni, mi ha rubato lo zaino.... Ma chi se ne frega. Se non avessi urlato non sarebbe accorso nessuno e quel ragazzo di 26 anni oggi sarebbe ancora vivo”. No, Carmen. Non è colpa tua. Ma di un balordo assassino.

- Ho provato a leggere gli auto-auguri che si è fatto Roberto Saviano sulle sue pagine social. E vi giuro che ho provato un pizzico di imbarazzo. "Non è più tempo di contar gli anni, ma di tracciar segno di quel che conta e gli elenchi son abitudine che mi piace praticare"; "Conta che non sono come immaginano, conta che sono identico a come appaio", "conta che ogni osteopatia che mi sfiora non trova un corpo ma armatura", "conta la forza che ancora mi tiene contro questo governo banditesco". Va bene prendersi sul serio, Robè. Ma così è troppo.

- Un genio (del male) è venuto in Italia dall’Austria per vedere una collezione di Pokemon a un presunto collezionista. Prezzo dell’operazione: 105mila euro. Ha visto la valigetta di soldi. Ha concluso l’affare. Poi s’è fatto fregare: mentre si salutavano, il compratore sinti ha fatto scambiare la valigetta con un’altra piena di soldi banconote del monopoli. La prossima volta, meglio un bonifico istantaneo.

- Secondo Hcob, in Germania è "in corso una recessione tecnica". Terzo trimestre con Pil in calo. C’è da gioire? No, anche se i tedeschi non ci vanno granché a genio. Perché se la locomotiva d’Europa rallenta, son guai anche per tutti gli altri.

- Dieci e Lode a Nicolò Fagioli che, preso in giro dai tifosi per la condanna sulle scommesse (“dacci le quote, Fagioli dacci le quote”) ha risposto con un pollice alzato invece di mandare tutti a quel paese. Magico.

- La polizza assicurativa contro le alluvioni, se resa obbligatoria, è una nuova tassa. Perché costringe anche chi vive in luoghi a basso rischio di coprirsi da un evento improbabile. Ma quando Emanuele Orsini, gran capo di Confindustria, sostiene che “potrebbe accadere che, nei territori dove ci sono problemi, gli industriali non investano più” è sbagliato. Se ci sono luoghi dove le aziende dovrebbero coprirsi dal rischio, sono proprio quelli alluvionali. Ma devono poterlo fare in libertà. Se poi accade il disastro e non sono coperti, non possono però chiedere ai contribuenti di coprire le spese.

- Marco Belviso, uno dei coordinatori del Mondo al contrario vannacciano, è stato espulso per aver criticato la Lega. E lui ha risposto con una bella denuncia per violenza privata e minacce. Qualcuno vada a ricontrollare cosa scrivemmo su questa rubrica quando si ipotizzò la nascita di un "partito di Vannacci". Una cosa è raccogliere voti sull’onda dell’emozione popolare, e in questo il generale è stato bravissimo. Un’altra è creare un movimento vero e proprio. Guardi al caso M5S, che arrivò in Parlamento a suon di vaffa grazie alle imminenti elezioni e poi ha faticato come un matto a trovare una dimensione “locale”. Cosa che, a giudicare dai risultati elettorali, non gli è ancora riuscita dopo 10 anni dall’arrivo in Parlamento. Figuratevi cosa possono fare i generalissimi al seguito di Vannacci. Personalmente, fossi in lui, me ne starei buono buono nel Carroccio in attesa del momento propizio. Che non è questo.

- L’affare Boccia-Sangiuliano è stato oggettivamente imbarazzante. Per tutti. Per lei, che ha fatto la figura dell’arrampicatrice, vero o falso che sia. E per la politica, costretta alle dimissioni di un ministro da una signora nessuno. Però diamo a Cesare quello che è di Cesare. “Minaccia al corpo politico” e “lesioni aggravate” mi sembrano due accuse un tantino fuori dalla portata di questa storia agostana.

- Farà strano solo a me, lo ammetto. Ma non capisco per quale motivo i pm dovrebbero setacciare i cellulari di Maria Rosaria Boccia alla ricerca - testuale - della “chat integrali onde ricostruire l’avvio della relazione affettiva e il relativo sviluppo patologico”. È una procura, oppure Beautiful?

- Interessante spunto di Federico Visentin, leader di Federmeccanica, sulle auto elettriche. Dice: “L’elettrico ha una vita inferiore all’endotermico, il che significa immettere più auto sul mercato e accumulare più usato da dismettere. Cioè maggiori emissioni, che però i grandi calcolatori dell’Ue non hanno mai considerato concentrandosi solo sul tubo di scappamento.

- Sondaggio così così della Stampa sul caso Sangiuliano-Boccia. Il titolo però fa sorridere. Testuale: “Per gli italiani il caso non è chiuso. Uno su tre crede che indebolirà Meloni”. Nulla da ridire sulla prima frase. Ma la seconda è un tantino fuorviante. Perché qui la notizia è che la metà degli italiani, per la precisione il 48,9%, crede che invece l’affaire amoroso non produrrà alcun effetto sul governo. Però La Stampa l’ha ribaltato: in fondo la prima cosa che ti insegnano a statistica è che spesso i volentieri i dati basti girarli per dargli dire tutto e il contrario di tutto.

- Giuseppe Conte difende Cafiero de Raho, il suo parlamentare componente della Commissione Antimafia nel mirino chi

ritiene assurdo che resti al suo posto pur essendo in qualche modo “oggetto” della indagine sul caso Striano. È corretto che il leader del partito difenda il suo esponente. Ma criticare De Raho non può essere lesa maestà.

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