Il vero incubo della Meloni, predicozzo di Fazio e Schillaci: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la circolare del ministero della Salute, la sparata di Nicola Zingaretti e il Covid

Il vero incubo della Meloni, predicozzo di Fazio e Schillaci: quindi, oggi...

- L'incubo di Giorgia Meloni è che si palesi nuovamente una ripresa della pandemia. Non perché necessariamente non saprà come gestirla, fare peggio di Speranza è comunque difficile, ma perché la metterebbe nel mirino dei media che altro non aspettano che un suo passo falso sul Covid. Il premier si è esposto: "Mai più lockdown e limitazione alla liberta" è un principio che poi va tradotto in scelte politiche. E non sarà facile.

- Circolare del ministero della Salute su come affrontare il Covid. L'ho letta e devo dire che sembra scritta da un Giano bifronte, come se una testa fosse ancora convinta della bontà del "modello Speranza" (i tecnici) e l'altra avesse chiesto un netto cambio di passo (il governo). Chissà se - in caso di peggioramento epidemiologico - i due cervelli riusciranno a collaborare.

- Presentato a Palazzo Madama un disegno di legge targato FdI per l'istituzione della "giornata nazionale dei figli d'Italia". L'idea è del senatore Andrea De Priamo e non ci vedo nulla di male in linea di principio, visto che già esistono la festa della mamma e quella del papà. Il problema semmai è un altro: queste feste, "giornate mondiali di..." e via dicendo non servono a una ceppa. Meglio evitare di aggiungerne altre.

- C'è una differenza, per ora, tra l'approccio di Meloni-Schillaci e quello di Speranza&co. Sì, è vero: il governo ipotizza il ritorno delle mascherine nei luoghi chiusi e lo stop agli assembramenti, ma - per ora - senza divieti . "Coinvolgere, non è più l'era degli obblighi". Il gap in teoria c'è, vedremo se la pratica lo confermerà.

- Come ogni manovra che si rispetti, pure questa è piena di marchette: fondi elargiti a questa o a quella iniziativa, che sommate fanno un sacco di soldi (nostri) buttati più o meno nel water. Però c'è un dettaglio curioso: il testo redatto da Giorgia Meloni ne contiene meno di quello approvato da Mario Draghi. Ma ovviamente alle vestali di Supermario non verrà mai in mente di farlo notare.

- Scrive Francesco Bei che Almirante ai missini disegnava un Msi come unica alternativa rivoluzionaria a un parlamento distrutto. Bei non può nascondere che il Pci faceva lo stesso e infatti ammette: "Se vogliamo concedere qualcosa, è un'ambiguità simile a quella togliattiana, che faceva credere ai militanti che la Rivoluzione armata era ancora possibile, che il sistema borghese sarebbe stato abbattuto dal proletariato. Oggi no, neppure domani. Ma un giorno sicuramente sì". Poi però aggiunge: "Solo che i comunisti in Italia non mettevano le bombe sui treni e nelle piazze. I fascisti sì". E questo è falso. Se parliamo del MSI è una cosa, se invece includiamo il terrorismo nero un'altra. E allora dovremmo dire che i comunisti hanno dato vita alle Brigate Rosse, al terrorismo rosso, ad uno dei periodi più bui della storia d'Italia.

- Nicola Zingaretti: “Ricordo al presidente Meloni che se si sbaglia un testo di legge si possono commettere degli errori ma se si sbaglia la strategia contro il virus moriranno degli essere umani. Su queste cose non si può scherzare”. Disse che quello che faceva aperitivi sui navigli.

- Sui testi ai cinesi di rientro dal loro Paese, per sequenziare il virus e capire se ci sono nuove varianti, state a sentire cosa dice l’assessore del Lazio alla Sanità, nonché candidato governatore per il Pd: ”I test effettuati a chi proviene dalla Cina in questa fase sono giusti e sarebbe opportuna una decisione europea”. Tradotto dal vocabolario di D'Amato: bene fa il governo. Che dicono i vertici del suo partito?

- Da leggere l’intervista a Lucio Caracciolo sul rischio terza guerra mondiale. Siamo arrivati davvero vicini al conflitto globale? “Sì, fino a quando Stati Uniti e Cina, ma anche Russia, hanno stabilito che non si poteva entrarci per il Donbass. Il momento decisivo è stato il 15 novembre, il giorno del missile russo prontamente travestito da ucraino caduto in territorio polacco. In quel frangente le potenze hanno dimostrato tutta la loro saggezza. Mentre in Italia già si diceva "prepariamoci a difendere la Polonia" Biden e Xi dichiaravano che 1) il missile non era russo 2) comunque era finito oltre confine per errore 3) era addirittura ucraino. Specificazione, quest'ultima, che serviva anche come segnale a Kiev di darsi una regolata”. Interessante tesi, che affibbia ai russi la paternità del missile e ipotizza una “fake news” colossale dei servizi occidentali che, per “il bene superiore” di evitare la guerra, lo avrebbero “trasformato” in ucraino. Difficile dire dove sia la verità.

- Vorrei far notare che sull’esplosione del gasdotto Nord Stream vagabondiamo ancora nel nulla. Che siano stati i russi non è affatto provato, anzi. C’è chi - pure dalle parti del Corriere - comincia a sostenere che, se nulla si è trovato, forse sotto gatta occidentale ci cova.

- Fabio Fazio ci fa il suo solito predicozzo sull’immigrazione. Pare che un tizio gli abbia urlato in strada di “prendersi a casa sua i migranti”.

E lui ne trae una riflessione, non richiesta, di una retorica stucchevole al limite del vomitevole: “La mia casa così come la sua è assolutamente la stessa. È l’Italia. Gianpirla si deve rassegnare: siamo vicini di casa”. E, come di abitudine, la noia abbonda.

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