All'asta la Ferrari di Peter Grant: valore da rockstar

Il mondo dei collezionisti vibra all'idea di mettere le mani su un pezzo pregiato: la Ferrari Dino 246 GTS che fu di Peter Grant, il produttore discografico anima dei Led Zeppelin, una delle più famose rock band della storia. Ad occuparsi dell'asta è Car & Classic, che da sempre tratta questi pezzi da novanta. Il manager britannico acquistò la fuoriserie del Cavallino Rampante nel 1972 da Maranello Concessionaires, nella versione aperta. La combinazione di colori? Rosso Bordeaux non metallizzato per la carrozzeria e marrone per gli interni. Una meraviglia.

Cenni storici

Linee sinuose e fascino tipicamente italiano, la Dino è una delle auto più ammirate di sempre. L'alta artigianalità italiana qui raggiunge uno dei suoi picchi massimi e i meriti vanno alla matita del grande stilista Aldo Brovarone della Pininfarina, e alla carrozzeria firmata da Scaglietti. La sportiva di Maranello adotta il famoso motore Dino, un V6 da 2,4 litri che - di fatto - trasferisce il nome al modello. Innovativa anche la posizione centrale posteriore trasversale del propulsore, alimentato da tre carburatori doppio corpo, che sviuppa 195 CV di potenza. Le performance, per l'epoca erano di tutto rispetto: 235 km/h di velocità massima.

Come il resto della produzione, iniziata nel 1968 con la Dino 206 GT, anche la Spider viene marchiata direttamente con il suo nome, senza l'effige del Cavallo Rampante, destinata alle sportive con qualche cilindro in più. Questa versione scoperta deriva direttamente dalla Coupé Dino 246 GT, senza tuttavia la parte superiore del padiglione e con alcuni accorgimenti in più, quali la scocca rinforzata e un roll bar aggiunto nell'abitacolo per aumentarne la stabilità. La GTS, infine, viene presentata al Salone di Ginevra del 1972 e gli esemplari prodotti sono 1.274.

Una Ferrari da sogno

La vettura protagonista dell'asta di Car & Classic è l'esemplare con telaio numero #06040 ed è una delle 235 esportate con guida a destra nel Regno Unito tra il 1972 e il 1973. Peter Grant ne è stato il primo proprietario. Nel febbraio del 1988 l'auto fu acquistata dalla Modena Engineering Ltd per il compleanno della moglie dopo una riverniciatura e una revisione meccanica nel Surrey. Sono stati aggiunti anche nuovi pellami neri per l'interno e dei tappeti rossi, i quali sono stati ripristinati dal custode attuale, in quanto ritenuti parte della storia dell'auto. Dopo alcuni lievi danni all'abitacolo, a causa di un incendio divampato in un garage all'inizio del 1990, la Dino è stata ceduta nel Buckinghamshire nello stesso anno.

Lì, il nuovo custode ha provveduto a far riparare il cruscotto e a sostituire il tachimetro che erano stati danneggiati. In quel periodo, diversi importanti specialisti Ferrari hanno lavorato all'esemplare, tra i quali GTO Engineering. Dopo altri due passaggi di mano, la Dino è giunta fino ai giorni nostri in ottimo stato di manutenzione, pronta a far la felicità di un nuovo appassionato.

Molteplici sono i documenti originali che ne attestano la storia – compresa la fattura di vendita a Peter Grant – e non poche le pubblicazioni librarie nelle quali l'auto viene citata, compreso il celebre volume sul modello Ferrari Dino di Anthony Curtis. Car & Classic stima un valore di vendita di 275.000-350.000 sterline, circa 351.000 euro.