BYD Dolphin: è lei la prima elettrica popolare?

Arriva dalla Cina e promette tanti chilometri di autonomia a buon prezzo, dai consumi bassi e con una qualità costruttiva che non ti aspetti. Peccato che la ricarica “rapida”…

BYD Dolphin: è lei la prima elettrica popolare?

BYD Dolphin è la più piccola e compatta vettura elettrica del costruttore cinese. Come da tradizione, segue la nomenclatura che rimanda al mondo marino, proponendo una compatta crossover di segmento C capace di coniugare tanto spazio a bordo, un’autonomia considerevole (fino a 427 km) e una discreta potenza (204 CV). Le dimensioni sono intelligenti, sufficienti per l’abitabilità ma contenute per muoversi agilmente anche in città. Il prezzo? Un allestimento full-optional disponibile ad oggi sul listino, Dolphin Design, con batteria lamellare LFP da 60 kWh e a partire da 35.790 euro, esclusi incentivi statali.

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Design e dimensioni

Forse il design non è il suo punto forte, ma come si dice in questi casi, de gustibus. Il frontale risulta piuttosto “carico”, con due strisce led che sottolineano la forma dei gruppi ottici, ovviamente full-led. C’è anche una linea luminosa che collega idealmente i due fari. Nel retro, il gioco di luce viene ripreso dal motivo intrecciato a led, che caratterizza le luci, a sviluppo orizzontale. La forma è un ibrido tra un crossover e un monovolume compatto, mettendo d’accordo un po’ tutto. Sembra più corta dei 4,29 m di lunghezza di cui dispone, ma è piuttosto stretta, solo 1,77 m per 1,57 di altezza. Le ruote sono spostate agli estremi della piattaforma nativa elettrica, così da assicurare il massimo dello spazio a bordo, con un generoso valore di 2,70 m di passo. E poi il peso, relativamente contenuto, con circa 1.700 kg in ordine di marcia sfruttando un pacco batteria da 60 kWh lordi. Su questo fronte, Tesla Model 3 fa meglio, con un peso simile ma quasi 45 cm di lunghezza in più. Apprezzabile ma non indispensabile il gioco di colori, tra il turchese e il grigio metallizzato, ripreso anche sui cerchi. Forse avremmo preferito una configurazione più classica, monocolore.

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Interni e tecnologia

L’abitacolo sorprende per la cura costruttiva, con materiali di qualità e ottimi assemblaggi. Ormai abituati alla sempre minor qualità dei brand tedeschi, stupisce come un marchio così giovane come BYD riesca a superare molti competitor teutonici su questo aspetto. Simil pelle, pelle vegana e plastiche morbide ovunque arrivino le mani, senza scricchiolii o materiali dalla dubbia resistenza all’usura. La plastica rigida è da ricercare con la lente d’ingrandimento, nella parte bassa dell’abitacolo. Tanti i vani porta oggetti, con un tunnel centrale rialzato che libera molto spazio nella zona sottostante. Capienti anche le tasche nelle portiere. Da lode poi l’ergonomia delle poltrone in pelle vegana, con poggiatesta integrato, bicolore e dotate anche di riscaldamento e regolazione elettrica della posizione. Tante le prese USB-C all’interno dell’abitacolo, per tutti i passeggeri, anche posteriori. Questi, non godono delle bocchette d’aerazione (comprensibile per il segmento), ma hanno tantissimo spazio per le gambe e la seduta è davvero confortevole. Difficile trovare di meglio con queste dimensioni, considerando anche il pavimento completamente piatto. Buono il bagagliaio, da 350 litri di capacità, nella media del segmento.

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Davanti però il protagonista è lo schermo girevole da circa 15 pollici, molto rapido nelle transizioni, con segnale 4G, aggiornamenti OTA e dotato anche di connettività wireless per lo smartphone. Sono ancora da rivedere alcune traduzioni dal cinese all’italiano, non perfette. Si regola ogni aspetto dell’auto dal display, sebbene siano presenti alcuni tasti fisici sotto ad esso, a sbalzo su una mensola flottante porta oggetti. La ricarica a induzione è nascosta sotto al bracciolo centrale. Di fronte al conducente, si trova il volante multifunzione in pelle vegana, attraverso il quale si può controllare la strumentazione digitale. Non è delle più intuitive, ma restituisce un buon numero di informazioni durante la marcia. L’auto è anche dotata della tecnologia V2L, capace di ricaricare accessori elettrici tramite l’energia immagazzinata nella batteria: basterà collegare un connettore apposito alla presa di ricarica, per rilasciare energia ad altri apparecchi.

Prova su strada

Un aspetto tra tutti è subito percepibile a bordo di Dolphin. Il comfort. La piattaforma elettrica di BYD restituisce una qualità di guida difficilmente pareggiabile da altre auto endotermiche di questo segmento. Appare solida, ben assemblata e rapida nei cambi di direzione. Il basso baricentro aiuta a renderla più agile, assieme ad uno sterzo chiaramente turistico ma dalla consistenza apprezzabile. Dolphin si muove bene, come non ti aspetteresti da un crossover elettrico dal prezzo relativamente contenuto. L’insonorizzazione è poi notevole, lasciando all’esterno quasi tutti i rumori provenienti dalla strada. In città assorbe bene qualsiasi buca, palesando un’ottima qualità costruttiva e una solidità inattesa. Dolce e contenuto il rollio, ma se si insiste in curva si avverte qualche coricamento di troppo: l’assetto è tipicamente di stampo “orientale”, più votato al comfort che al dinamismo. L’asse posteriore a ruote indipendenti (multilink) le permette di risultare sicura e stabile in appoggio, meglio di altre rivali europee.

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E anche il powertrain elettrico funziona discretamente bene, con 204 CV e 310 Nm sufficientemente brillanti per consentirle di spostarsi in totale scioltezza. Lo scatto è immediato, con soli 7 secondi necessari per toccare i 100 km/h da ferma, mentre la velocità massima è limitata a 160 km/h. In tutte le modalità di guida l’erogazione è dolce ma consistente, senza mai essere quell’elettrica dallo scatto fulminante. Ha una buona progressione e anche l’impianto frenante si comporta in maniera positiva. Peccato non sia presente una frenata rigenerativa davvero intensa, quindi non si dispone mai di una guida ad un solo pedale: per arrestare l’auto o frenare in maniera più decisa, c’è sempre bisogno di sfruttare il pedale del freno.

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Ricarica, consumi e autonomia

La ricarica massima disponibile è di 88 kW, con picchi di 100 kW (dichiarato). In questo modo, la batteria può essere ricaricata dal 20 all’80% in circa 29 minuti. In corrente alternata, la ricarica massima disponibile è invece di 11 kW. Tuttavia, non siamo mai riusciti ad andare oltre i 40 kW in corrente continua da colonnine ultra-fast. Non sappiamo se avesse dei difetti il nostro esemplare o se fosse un problema generale del modello. I consumi sono però davvero bassi, nell’ordine dei 12,5/13 kWh in città (con temperatura esterna di circa 21 gradi) che salgono a circa 21 kWh/100 km in ambito autostradale. In questo modo, è possibile percorrere fino a 420 km in città, mentre in autostrada è difficile andare oltre i 300 km. Il basso valore di ricarica, però, non la rende particolarmente idonea ai lunghi viaggi. Servirebbe un caricatore di bordo da almeno 120/150 kW reali.

Prezzo e allestimenti

Il punto forte di BYD Dolphin rimane comunque il prezzo. Con un listino a partire da circa 35.790 euro, non è difficile scendere sotto ai 29 mila euro grazie agli incentivi (nel caso venissero riconfermati nel 2025).

L’allestimento disponibile (al momento in cui scriviamo la prova) è solamente quello dotato di batteria da 60 kWh e versione Design, la più accessoriata. Di serie il tetto panoramico, i sedili a regolazione elettrica, display da 15” e tutto il resto dell’equipaggiamento, praticamente completo.

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