Gingo e quella controversia tra Fiat e Renault

Nel 2003 la Fiat presenta l'erede della Panda, che si chiama Gingo. L'inevitabile accostamento alla Twingo, costa un fragoroso dietrofront

Fiat Gingo al Salone di Ginevra 2003
Fiat Gingo al Salone di Ginevra 2003

All'inizio del nuovo millennio si ritiene un'idea intrigante quella di operare un taglio netto col passato. Il Novecento ormai è storia e, per proiettarsi nel futuro, è stimolante tracciare nuove strade, intraprendere dei percorsi che partano da zero, senza troppi legami con ciò che vi era ieri. Nel 2003 la Fiat ha in casa un dinosauro che da 23 anni ininterrotti continua a essere venduto, sostanzialmente, immutato rispetto al primo giorno di commercializzazione. Quella scatola magica disegnata da Giorgetto Giugiaro nel 1980 è diventata un'icona della mobilità all'italiana, un simbolo dello Stivale che ha oltrepassato i confini nazionali per entrare con simpatia anche nelle grazie degli automobilisti del resto del mondo. Naturalmente stiamo parlando della Fiat Panda, una best-seller assoluta per il brand torinese che, tuttavia, in quel momento ha l'intenzione di rinnovare la sua gamma eliminando in colpo solo lei e la Seicento. La nuova creatura deve rappresentare un capitolo inedito, di stacco deciso con il - seppur brillante - passato. Nei piani alti del Lingotto, in quei caldi giorni del 2003, sono pronti a mostrare la nuova auto che non farà rimpiangere la Panda. Il nome deve essere spiritoso e slegato da quello della sua progenitrice. La nuova utilitaria viene presentata al Salone di Ginevra di quell'anno con il nome di Fiat Gingo. E qui nasce la madre delle controversie.

La Gingo si presenta a Ginevra

Sotto alle eleganti luci della kermesse elvetica, la Fiat esibisce per la prima volta l'erede della Panda, progetto in codice "169". Il nome definitivo è, dunque, Gingo. Il dado è tratto. Qualcosa di nuovo, certamente distante dalla tradizione. Il Lingotto mette in mostra un bell'esemplare rosso e, accanto, un altro dalla caratteristica tinta giallastra. Dappertutto si leggono le scritte "Gingo": sul padiglione, sulle targhe, sui portelloni delle auto. Addirittura, sono già pronte le brochure e i libretti di uso e manutenzione della Gingo. L'auto piace, perché ha il corpo di una citycar (lunghezza di 3,54 metri) molto versatile, mentre conquistano consensi il posto guida rialzato, la leva del cambio (manuale o automatico-sequenziale) in plancia, l'abitabilità per cinque persone e un sedile posteriore scorrevole e frazionabile, per innalzare la capacità di un bagagliaio che, già in configurazione base, supera i 200 litri di capienza. Insomma, ha tutti gli ingredienti per emulare il buon esito della Panda, anzi, può fare ancora meglio. C'è qualcosa, però, che non convince a pieno: il nome. Sì, è simpatico e scherzoso, però è un peccato abbandonare la tradizione. In fondo Golf, Fiesta, Mini si chiamano così da decenni e puntano molto sulla forza di penetrazione del nome come garanzia del modello, che spesso si identifica con la marca stessa. Questa, però, è solo l'opinione di chi fa l'osservatore. C'è qualcun altro a cui non piace affatto la scelta di Fiat, ed è pronto a fare la guerra.

Fiat Panda
La Gingo al Salone di Ginevra '03

Renault apre il fuoco su Fiat

A Boulogne-Billancourt, sede principale di Renault, sono furenti. I vertici della casa transalpina non accettano che Fiat abbia pensato per la propria utilitaria un nome così simile a quello della loro proposta interna: la Twingo. I due modelli sono destinati a battagliare sul mercato, ma la francese ha sulle spalle qualche anno di esperienza in più sul campo. Qualche maldestro automobilista potrebbe scambiare una Fiat per una Renault. Inoltre, c'è un altro smacco che gli italiani non dovevano permettersi: portare venti esemplari di Fiat Gingo per le strade del Tour de France 2003, in qualità di macchine sponsor. Non sia mai che qualche invasore provi a violare la sacralità di un evento così caro a tutta la Francia. A pochi giorni di distanza dal lancio ufficiale della Gingo, previsto a metà settembre, la Renault accusa a mezzo stampa i rivali di Torino. "È stato chiesto di nuovo alla Fiat di rinunciare al nome proposto, in considerazione della forte assonanza con Twingo, un modello appartenente, per di più, allo stesso segmento di mercato. Si tratta di una semplice questione di opportunità commerciale e che non vorremmo si trasformasse in qualcosa d'altro...", così si legge nella nota del portavoce della Losanga. Sotto traccia, però, i legali di Renault sono pronti a scagliare una vertenza giudiziaria ai danni della Fiat, che andrebbe incontro a sanguinose conseguenze.

Fiat Panda

La marcia indietro di Fiat

Fiat in virtù delle incipienti minacce d'oltralpe, vara un retrofront immediato e turbolento. Si staccano dalle vetture di pre-serie le targhette in metallo, poi, si passa alla modifica repentina dei libretti, di altri documenti e si ripianifica tutta la strategia pubblicitaria, dalla carta stampata alla tivù. La Gingo innesta la retromarcia e fa un passo indietro verso la tradizione, quindi, si abbraccia di nuovo la Panda. Una mossa che si rivelerà quanto mai azzeccata.

Nel frattempo, tuttavia, non si riesce a stoppare la produzione in Polonia, a Tychy, di alcuni esemplari di Gingo che vengono venduti così, con il nome pensato in origine. Chissà dove sono finite quelle Fiat figlie del peccato, in quale parte d'Europa sono nascoste. Potrebbero valere una fortuna, basta che la Renault non lo sappia.

Fiat Panda

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