Opel Astra GSe: la prova della plug-in da 225 CV con assetto Koni

Tanta potenza e assetto specifico per una berlina due volumi razionale e dalle ottime prestazioni

Opel Astra GSe: la prova della plug-in da 225 CV con assetto Koni

Con Opel Astra GSe, la casa tedesca inaugura un nuovo capitolo sul fronte delle prestazioni e del piacere di guida “sostenibile”. Grand Sport Electric sarà la sigla che accompagnerà tutti i modelli elettrificati pensati per soddisfare anche i palati più fini, con performance notevoli e grande attenzione alla dinamica di guida. Abbiamo provato qualche mese addietro Opel Grandland GSe, Suv ibrido da ben 300 CV che ci aveva convinto per il coinvolgimento alla guida e per la spinta notevole derivata dai tre motori del sistema plug-in. Nel caso di Astra, i motori diventano due, l’1.6 turbo benzina e una sola unità elettrica, con tutta la trazione sulle ruote anteriori. L’allestimento è praticamente full-optional e le finiture appagano anche la clientela più esigente. Prezzi a partire da 48.050 euro.

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Design e dimensioni

Rispetto ad Opel Astra tradizionale, la versione GSe si contraddistingue per un kit estetico specifico, assetto ribassato (-1 cm), cerchi dedicati da 18” e nuovo set di pneumatici Michelin dall’elevato grip. Sono stati aggiornati anche i paraurti anteriori e posteriori, con l’aggiunta di timide minigonne sulla fiancata e uno spoiler più pronunciato nel retro. Nel frontale si ritrova l’elemento distintivo delle nuove Opel, con la mascherina nera lucida (Opel Vizor) che integra i gruppi ottici full-led Opel Intellilux LED (tecnologia a matrice di led a richiesta). Complessivamente, apprezzabile l’attenzione al design di Opel, che ha voluto donare ad Astra una spiccata personalità, con dettagli inediti (vedi la terza luce di stop verticale, sullo spoiler posteriore) e linee taglienti, oltre che moderne.

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Le dimensioni non variano rispetto ad Opel Astra classica: è sempre sviluppata a partire dalla piattaforma EMP2 di Stellantis, con 4,37 m di lunghezza, ben 1,86 m di larghezza e 1,46 m di altezza. La silhouette è molto equilibrata, con forme solide e ben riuscite. Attenzione però al bagagliaio, che da 422 litri scende a 360 litri per via della meccanica Plug-in. Diventano poi 1.330 litri abbattendo la seconda fila di sedili.

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Interni e tecnologia

L’abitacolo di nuova Opel Astra rompe nettamente con il passato. Nuovi i materiali, gli assemblaggi e le finiture ma, ancor di più, il design complessivo degli interni. La stessa attenzione degli esterni è stata riposta anche all’interno, con l’intento di creare una plancia ordinata, elegante ma anche di carattere e personale. A dominare visivamente ci pensa l’Opel Pure Panel, l’elemento orizzontale che ingloba sia la strumentazione digitale che lo schermo del sistema di infotainment, entrambi da 10”. Questo, risulta facile e intuitivo da utilizzare, sebbene potrebbe migliorare in termini di rapidità e sensibilità al tocco. Non mancano Apple CarPlay e Android Auto wireless, oltre alla possibilità di connettere il cavo tramite le prese USB C e USB classiche presenti nel tunnel centrale. Disponibile anche la compatibilità con Chat GPT che si integra all’assistente vocale di bordo, per una migliore interazione ed esperienza d’utilizzo.

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Comodi i tasti fisici presenti sotto al display centrale e sulla consolle aggettante, per richiamare rapidamente le principali funzioni. Lo spazio a bordo è buono considerate le dimensioni esterne. Si possono accogliere agevolmente altri due passeggeri nella seconda fila di sedili, mentre il terzo centrale potrebbe risultare un po’ sacrificato per via del tunnel rialzato, in mezzo ai piedi. Da lode la finitura dei sedili, con misto Alcantara, simil-pelle e tessuto scamosciato. Inoltre, si tratta di poltrone certificate AGR (ente posturale tedesco), sottolineando l’attenzione al comfort e al piacere di guida. Sebbene il taglio sportivo – con sponde pronunciate e forme particolari – risultano anche estremamente comodi: si possono anche regolare elettricamente e riscaldare. Non mancano le ormai sempre più rare bocchette d'aerazione posteriori, con tanto di prese USB dedicate.

Prova su strada

La meccanica plug-in di nuova Astra GSe è una rivisitazione di un powertrain già visto in casa stellantis. L’1.6 4 cilindri turbo benzina da 180 CV è unito ad un motore elettrico da 110 CV integrato nel cambio automatico EAT8 a convertitore di coppia. La potenza complessiva generata è quindi di 225 CV e 360 Nm di coppia. Le prestazioni sono quindi notevoli, con uno scatto sullo 0-100 km/h concluso in soli 7,5 secondi, fino ad una velocità massima di 235 km/h. Sale però anche il peso rispetto ad una versione 1.2 mild-hybrid benzina (da circa 1.380 kg), con 1.730 kg in ordine di marcia. Questo il “prezzo” da pagare per la generosa batteria da 12,4 kWh, che può assicurare dai 50 ai 60 km di autonomia a seconda delle condizioni di utilizzo.

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Ciò che sorprende fin da subito è l’incredibile spinta e progressione del powertrain. Soprattutto nella modalità più sportiva, la componente elettrica è in grado di assicurare un notevole spunto da fermo, seguito poi dall’incremento assicurato dall’unità a benzina. Notevole anche l’allungo, che permette di raggiungere facilmente velocità superiori a quelle del codice della strada. E poi convince in maniera significativa l’assetto, corposo e solido per donare una dinamica di guida precisa e sincera. Il nuovo assetto Koni cambia il comportamento dell’auto, rendendo anche l’inserimento in curva più preciso e affilato, riducendo di molto il rollio. La tecnologia FSD (Frequency Selective Damping) consente di adeguare il comportamento di risposta dell’ammortizzatore a seconda della sollecitazione, senza adottare ammortizzatori a controllo elettronico: con colpi secchi e frequenti – esempio strada dissestata o rovinata – aumenta la capacità di compressione, mentre con input diretti dello sterzo e spostamento del peso progressivo – come per un inserimento in curva – assicura più sostegno laterale e stabilità.

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All’atto pratico, si percepisce però la taratura tendenzialmente rigida dell’assetto, in linea con la dichiarazione d’intenti del modello. La presenza dei vetri doppi e dell’ampio materiale fono assorbente aumenta il comfort a bordo, anche nei lunghi trasferimenti e a velocità sostenute, rendendola una valida alleata per i viaggi. Resta però da comprendere il funzionamento del pedale del freno: restituisce una frenata immediata e potente quando premuto con forza, ma - alle volte - si perde un po’ di sensibilità quando si cerca di modulare la decelerazione, soprattutto nel passaggio tra frenata rigenerativa e frenata meccanica.

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Autonomia e consumi

La batteria da 12,4 kWh promette oltre 64 km a zero emissioni, ma più verosimilmente ci siamo stabilizzati sui 55/60 km, con clima spento e stile di guida gentile, soprattutto in contesti urbani. Su strade extraurbane o in autostrada, l’autonomia scende intorno ai 45 km. I consumi a batteria scarica risultano poi difficili da poter analizzare. Con guida tranquilla in città, le continue ripartenze vengono solo in parte coperte dal motore elettrico, perciò l’1.6 a benzina si occupa quasi sempre di spostare la mole dell’auto: abbiamo registrato una media di 14,5 km al litro con clima acceso in città, mentre sorprende su strade extraurbane, superando anche i 18 km al litro a velocità costante. In Autostrada? A 130 km/h di cruise control adattivo, la media registrata è di 14 km al litro.

La ricarica della batteria può essere effettuata tramite ricarica domestica in poco più di 7 ore, oppure da una colonnina a 3,7 kW (in circa 4 ore) o anche a 7,4 kW in poco meno di 2 ore.

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