L'auto di lusso spesso è un sogno, ma per qualcuno è realtà. Mettere le mani su un oggetto tanto agognato, comprato con sacrificio, lavoro e impegno, può rappresentare una massima gratificazione. Talvolta, però, l'auto di lusso può far scattare un controllo fiscale. Il Fisco infatti viene automaticamente a conoscenza dell’acquisto di un’autovettura grazie all’integrazione delle banche dati del Pra (Pubblico registro automobilistico) e della Motorizzazione civile nel sistema informativo dell’Anagrafe tributaria. Esistono dei programmi automatizzati in grado di mettere in comunicazione gli acquisti con i redditi dell’intestatario e con il suo patrimonio: se i valori non sono adeguati a sostenere le spese per l’acquisto del veicolo e per la sua manutenzione nel tempo, il software di controllo rileva la sproporzione e scattano le verifiche.
Come scatta il controllo fiscale
Il controllo fiscale si attiva tramite il confronto tra i redditi dichiarati e le spese sostenute, quando emerge uno scostamento maggiore del 20% per due anni d’imposta successivi. Esistono degli specifici coefficienti fissati con decreto dal ministero dell’Economia e Finanze che tengono in considerazione la cilindrata e la potenza del motore, l’anno di acquisto e l'anzianità del veicolo. Il redditometro, attualmente, non è stato abolito ed è ancora attivo, ma non è più utilizzato perché la definizione di un range di reddito in base ai consumi è artificiale ed è inapplicabile nella realtà. Dunque, come si può andare incontro a un controllo fiscale:
- se la sproporzione del 20% risulta come dato di fatto reale, a quel punto l’Agenzia delle Entrate manda una richiesta di chiarimento al contribuente, tenuto a dimostrare di potersi permettere il mantenimento dell’auto;
- se le giustificazioni mostrate dal contribuente non dovessero essere chiare e sufficienti, scatta la notifica dell’atto di accertamento;
- l’Agenzia delle Entrate valuta il bene e quanto sottratto al fisco;
- scattano le imposte sulla base del “reddito in più” non dichiarato e le relative sanzioni.
Quando un veicolo è considerato di lusso
Le autovetture che hanno una potenza superiore a 185 kw, quindi quelle che oltrepassano la soglia dei 250 cavalli, entrano nel mirino del Fisco. Non importa che siano berline, berline compatte, station wagon, suv o fuoristrada, non ci sono distinzioni di sorta. Questi veicoli, infatti, sono soggetti al superbollo, una tassa destinata a tutti quei mezzi che oltrepassano il limite dei 185 chilowatt di potenza. Per ogni chilowatt eccedente alla demarcazione dei 185, si dovranno versare 20 euro in più rispetto alla quota di bollo standard. Per conoscere quanti sono i chilowatt dell’auto è necessario consultare il libretto di circolazione in cui è indicata la potenza.
L’importo del superbollo è ridotto dopo cinque, dieci e quindici anni dalla data di costruzione del veicolo, rispettivamente al 60, al 30 e al 15%, mentre non è più dovuto trascorsi venti anni dalla data di immatricolazione. Non esiste un termine univoco per il suo pagamento, ma questo deve essere corrisposto ogni 12 mesi entro la fine del mese successivo alla scadenza.Esempi di auto con superbollo:
- Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio (375 kW) = 5.122,25 euro (bollo + superbollo)
- Audi S8 (420 kW) = 6.196,40 euro
- BMW X7 M50i (390 kW) = 5.480,30 euro
- Jaguar F-Type Convertibile R75 (423 kW) = 6.268,01 euro
- Mercedes-Benz S 680 Maybach (450 kW) = 6.912,50 euro
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