Skoda Favorit, l'ultima oltre la Cortina di ferro

La Skoda Favorit è stato un modello concepito nel vecchio mondo oltre la Cortina di ferro, per andare a penetrare in Occidente come mai prima di allora

Skoda Favorit, l'ultima oltre la Cortina di ferro

Il mondo orientale, quello che si trova al di là dell'immaginario confine rappresentato dalla Cortina di ferro, per decenni resta un mistero. Sembra ammantato da una cappa grigia, che nasconde profonde oscurità in una porzione di Europa apparentemente distante per politica, cultura e società rispetto a quella occidentale. Eppure, le due realtà potrebbero sfiorarsi con mano. Invece, esiste una cesura e una divisione categorica tra due blocchi, pronti sotto alla veste a minacciarsi pesantemente. Quando gli ingranaggi dell'Est cominciano ad allentarsi, verso la seconda metà degli anni Ottanta, anche l'industria dell'auto di quei Paesi sotto allo stivale del socialismo, inizia ad allacciare dei rapporti con i rivali dell'Ovest. Quelle auto pragmatiche, spartane, squadrate ed estremamente semplici che per tanto tempo hanno accompagnato le famiglie della DDR, della Cecoslovacchia, dell'Ungheria o della Romania, diventano in un baleno dei miseri pezzi da museo. Nel 1987 anche la Skoda, azienda di Mlada Boleslav dal passato pre-bellico fatto di lustro e splendore, inizia a strizzare l'occhio alla produzione dei rivali e a stringere rapporti, prima con Porsche e poi con Volkswagen, nella speranza di penetrare nelle strade al di qua della Cortina.

La Skoda Favorit alla conquista dell'Occidente

Le vetuste auto dalla meccanica primitiva, ma quanto mai semplice, circolanti in Cecoslovacchia si vedono superate improvvisamente da una ventata di modernità. Questo soffio di innovazione si chiama Skoda Favorit e vuole essere il grimaldello per entrare nelle case di tutta Europa, senza più distinzioni, muri e confini di sorta. Quella vettura compatta è figlia di un progetto governativo convinto ad adottare una sensibile modernizzazione dell'industria, specie di tipo automobilistico. La Skoda adotta la trazione anteriore, il motore trasversale e offre delle interessanti sospensioni per garantire comfort e piacere di guida alla sua ultima creatura. Inoltre, impiega una bella levigata di carrozzeria per rendere la Favorit graziosa e ottenere un colpo d'occhio intrigante anche per un'automobilista dell'Occidente. La prima occasione per presentare al mondo l'innovativo frutto del lavoro dei tecnici di Mlada Boleslav è la Fiera Internazionale di Brno, in Boemia, nel 1987. Favorit non è un nome casuale ed è scelto con cura, perché in passato aveva equipaggiato uno dei modelli di maggiore successo di Skoda. Dunque, si ricerca un appiglio con la tradizione nobile del marchio per tuffarsi nell'ambiziosa sfida di mercato alla quale la berlina compatta deve rapidamente adattarsi.

Skoda Favorit

Collaborazioni prestigiose

Il clima di distensione tra i due blocchi permette alla Skoda di interfacciarsi con solide realtà nel campo automobilistico, che prima di allora rivestivano il ruolo di chimere irraggiungibili. Una di queste è la carrozzeria Bertone, che si occupa di tracciare le linee della media che deve fare furore, tanto all'est quanto all'ovest, ma - senza dubbio - il nome di spicco è quello di Porsche. La casa di Zuffenhausen offre una preziosa consulenza ai colleghi cecoslovacchi, prestando una supervisione dei propri tecnici per la parte meccanica. La stessa scialuppa viene offerta dalla Volkswagen, che suggerisce un'impostazione del retrotreno della vettura simile a quanto visto sulla Golf. La Favorit quindi può contare su dei nobili padrini e questo fa tutta la differenza del mondo. In uno scenario automobilistico grigio e arretrato, come quello dell'Est Europa di fine anni Ottanta, la Favorit spicca per qualità e personalità. In tutto e per tutto assomiglia a una macchina occidentale, per certi versi simile a una Fiat Ritmo o a una Citroen Ax. In modo, però, assoluto è più povera e spartana di una concorrente nata al di qua della Cortina di ferro, specialmente nell'abitacolo dove ci si perde in mezzo alle plastiche rigide e agli optional pressoché inesistenti. Anche il motore sotto al cofano è rodato e consolidato, di certo non un fulmine di guerra né un concentrato di innovazione, ma funziona. Nella fattispecie è il 4 cilindri in linea ad aste e bilancieri di 1289 cm³ interamente in alluminio, alimentato a carburatore, da 63 CV con cambio manuale a 5 marce. Le prestazioni non sono il suo forte, ma in quanto a consumi se la cava egregiamente.

L'ultima della specie

Il suo prezzo d'assalto la favorisce nei mercati dell'ovest dell'Europa, anche se la sua presenza resta abbastanza marginale. In Italia debutta nel 1989, due anni dopo il suo esordio a Brno, ma appena qualche istante prima del crollo del Muro di Berlino. In patria, però, la Favorit funziona e ne vengono prodotte oltre 80.000 unità al giorno. Nel 1991 esce la versione station wagon (chiamata Forman) e successivamente anche quella destinata ai lavori pesanti con carrozzeria da pick-up. Il suo trend positivo attira le mire espansionistiche di Volkswagen, che nel 1990 propone una joint-venture a Skoda che poi sarà la base per far confluire il marchio di Mlada Boleslav nel solido universo di Wolfsburg. In ogni caso, la Favorit resiste fino al 1995, quando verrà sostituita dalla Felicia. Il suo apporto alla causa, tuttavia, è stato cruciale e pesante come un macigno.

La Favorit ha dimostrato di essere una ventata d'aria fresca, ha introdotto un cambiamento possente all'industria automobilistica di quella porzione di mondo, e ha portato più colore a una dimensione intristita su una produzione a quattro ruote ormai superata e povera. Con la Favorit esce di scena anche quel pezzo di mondo che per quasi mezzo secolo ha incuriosito l'altra metà della luna, con i suoi misteri, le sue diversità e le sue ambiguità.

Skoda Favorit

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