Dalla Fondazione di Gianni Agnelli al Fondo di John Elkann

Il nipote dell'Avvocato invece di salvaguardare i posti di lavoro nelle proprie fabbriche di automobili in Italia ha scelto di traslocare una parte dei suoi interessi in Cina

Dalla Fondazione di Gianni Agnelli al Fondo di John Elkann
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Quando Gianni Agnelli, per celebrare il centenario della nascita del nonno senatore, fondatore della Fiat, decise di creare la Fondazione che porta il nome della famiglia, non poteva immaginare che uno dei nipoti, quello da lui poi scelto come erede principale dell’azienda, trasferisse una parte della stessa Fondazione in Cina, istituendo la Cattedra di cultura italiana a Pechino e individuando in Romano Prodi il docente del primo corso.

John Elkann, il nipote in questione, vestito con il solito golfino in cachemire color confetto, ha illustrato le ragioni dell’iniziativa che dovrà spiegare alla futura classe dirigente cinese quello che l’Italia ha saputo offrire e fornire nel campo della cultura, della creatività, della scienza e dell’economia.

Chiamasi Agnelli Chair, nel senso appunto di cattedra, la scelta di Prodi è stata automatica, l'ex premier e presidente della Commissione europea, ha occupato il ruolo di docente "distinguished" della China Europe International Business School, dunque il suo portafoglio, nel senso di patrimonio di conoscenze e credibilità nel territorio cinese, è chiaro, consolidato nei tempi, tralasciando, invece, altri dettagli della carriera dello stesso Professore, dal disastro Iri alla seduta spiritica sul caso Moro ma queste sono note a margine rispetto all’impegno di John Elkann che, invece di salvaguardare i posti di lavoro nelle proprie fabbriche di automobili e di aprire tavoli di studio per avvicinare i giovani all'impresa in Italia, ha scelto di traslocare in Cina che, tra l'altro, produce auto (Leapmotor) a Mirafiori e fanno parte del mercato Fiat però mettendo in crisi la vendita

delle vetture italiane dello stesso gruppo.

Le traiettorie del presidente di Stellantis non hanno una logica se non quella di spostarsi lentamente oltre le dogane, dalla Fondazione di Gianni Agnelli al Fondo di John Elkann.

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