Biometano e idrogeno avanzano nei gasdotti italiani che Snam sta ridisegnando grazie a un set mirato di investimenti da 11,5 miliardi al 2027. Il nuovo piano – presentato ieri a Milano – punta a trasformare ulteriormente la rete per renderla «più flessibile e multi-molecola», ovvero capace di trasportare diverse fonti energetiche oltre al classico gas. La strategia quadriennale, svelata dall’ad Stefano Venier (foto), parte dal presupposto che «reti flessibili possano giocare un ruolo fondamentale nel corso di una transizione che oggi passa dal gas, ma domani passerà da altre fonti che dobbiamo essere pronti ad accogliere e immettere nel sistema». Un presupposto che dribbla eventuali crisi di approvvigionamento e «mette in sicurezza il Paese». In quest’ottica Snam investirà 10,3 miliardi sugli 11,5 totali del piano nello sviluppo sostenibile delle infrastrutture: 7,4 miliardi saranno dedicati al trasporto, compresi gli investimenti per la Dorsale Adriatica, che sarà completata in anticipo; alla sostituzione di circa 900 chilometri di rete; alla costruzione di stazioni di compressione dual fuel; alle opere di collegamento con le Fsru (rigassificatori galleggianti) e agli impianti di biometano. Altri 1,4 miliardi andranno all’ampliamento dei siti di stoccaggio; 1,5 miliardi saranno destinati al Gnl. Snam prevede poi di investire 100 milioni nell’idrogeno, 20 dei quali per la fase di ingegneria del «SoutH2 Corridor»: una dorsale dell’idrogeno, lunga 3.300 chilometri che collegherà il Nord Africa, Italia, Austria e Germania: «Ad oggi - spiega Venier - sono 1.500 i chilometri di rete compatibili con l’idrogeno. Entro il 2027 arriveranno a 3mila».
In arco di piano è attesa una crescita dell’utile netto rettificato del 4% medio annuo, migliorata anche la politica dei dividendi che vede una crescita minima annua del 3% al 2027. Il titolo in Borsa ha però ceduto il 2,8%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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