Ordini record, target 2025 raggiunti in anticipo e dividendo raddoppiato. La capacità di scala del gruppo Webuild è tutta nei numeri del 2023 che si è chiuso in forte crescita e “costringerà” il management del gruppo delle infrastrutture complesse per la mobilità sostenibile e gli impianti a rivedere in anticipo il piano industriale.
L’ampiezza e la qualità del portafoglio ordini nonché la posizione di leadership in Paesi che stanno realizzando importanti piani di investimento in infrastrutture, hanno infatti permesso di anticipare al 2024 i ricavi del «Roadmap al 2025 - The future is now» presentato al mercato lo scorso anno.
Webuild ha chiuso il 2023 con un utile netto raddoppiato a 236 milioni, ricavi a 10 miliardi, ebitda a 819 milioni e una posizione di cassa netta di 1,43 miliardi. La società che si muove lungo tre direttrici (costruzione di infrastrutture altamente complesse e innovative; consolidamento della posizione di leadership nei luoghi chiave come Europa, Australia, Stati Uniti e Medio Oriente e crescita dimensionale) ha registrato per il terzo anno consecutivo il record di ordini acquisiti arrivando a 22 miliardi.
«Con oltre 100 miliardi di euro di nuovi ordini acquisiti dal 2012, il nostro portafoglio consolidato ha raggiunto nel 2023 il massimo storico di 64 miliardi di euro» ha detto l’amministratore delegato di Webuild Pietro Salini spiegando che «questo importo, che è tra i più cospicui del settore, fornisce al nostro gruppo visibilità e certezza per il prossimo piano industriale». Nel 2023 il gruppo ha completato opere fondamentali per lo sviluppo dei territori come il ponte sul Danubio a Braila, in Romania, secondo ponte sospeso più lungo dell’Europa continentale; le stazioni Tricolore e San Babila della linea Metropolitana 4 di Milano; la galleria del sottoattraversamento Isarco, parte della galleria di base del Brennero, il collegamento ferroviario sotterraneo più lungo al mondo; il nuovo centro direzionale dell’Eni a San Donato Milanese.
Molto forte in Usa e Australia, Webuild «si è dimostrata anticiclica, superando la crescita del Pil in tutti i paesi in cui operiamo» e «sovraperformando i nostri concorrenti, con una attività ben bilanciata, con circa il 90% dei ricavi in paesi a basso rischio» ha aggiunto il direttore generale Massimo Ferrari spiegando che «dopo l’acquisizione di Clough, l’Australia è arrivata a rappresentare per Webuild il secondo mercato più grande, con il 20% dei ricavi».
Quanto al capitolo infrastrutturale più atteso in Italia, il Ponte sullo Stretto, «gli straordinari risultati raggiunti da Webuild nel 2023 non includono questa commessa, per la quale si attende l’approvazione del progetto definitivo, previsto nei prossimi mesi. I lavori potranno quindi iniziare subito dopo l'approvazione» ha chiarito Salini, aggiungendo che «ogni giorno l’avvio dei lavori si avvicina».
Il cda ha proposto all’assemblea, convocata per il 24 aprile, un dividendo di 0,071 euro per azione ordinaria, in crescita del 25% rispetto al 2022, e di 0,824 euro per ciascuna azione di risparmio. Male il titolo che ieri ha perso il 4% anche se il balzo da inizio anno è stato del 30%.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.