Decameron padano. Scene già viste nelle commedie scostumate degli anni Settanta e nelle canzoni allegoriche di De Andrè, dove Bocca di Rosa non era un soprannome a caso. È l’eterna storia del tranquillo villaggio, delle tranquille famiglie, della tranquilla vita di estrema provincia che improvvisamente fa saltare il tappo e inonda di bollicine le cronache locali. Al centro degli sconvolgimenti, che niente lasceranno più come prima, l’eterna tentazione della rovinafamiglie, la fidanzata di tutti e di nessuno, padrona assoluta delle fantasie e delle maledizioni.
Fellini la chiamò Gradisca, un nome e un’esortazione, ricostruendo il suo memorabile Amarcord riminese. A Bagnolo Mella, nella Bassa Bresciana, la nuova tentazione ha nome e cognome reali, sta in carne ed ossa al bancone dal bar, scatena la rivoluzione dentro vestiti che svestono: signori e signori, acclamata dai suoi quattromila devoti su Facebook (una moltitudine che i sottosegretari nemmeno si sognano), «Le Café» ha il piacere di presentare al caloroso pubblico il suo pezzo migliore, quel gran pezzo di figliola che risponde al nome di Laura Maggi. Respirare forte e ammirare i suoi calendari alle pareti, prego.
Secondo la corrispondente del Corriere, in questo luogo non esiste più pace. Gli uomini, giovani e vecchi, sfilano al bar con la lingua di fuori e gli occhi stralunati, davanti alla bomba erotica che non nasconde quasi nulla, soltanto l’indispensabile. Le donne, mogli e fidanzate, sono in piena tempesta sentimentale, coltivando biechi rancori e progetti di vendetta per la scorrettezza di una rivalità svergognata. Quanto a lei, la raccontano più o meno come un’artista: i maschi come un’artista della seduzione, le femmine come un’artista del marketing. E oggettivamente, con questa intramontabile tecnica di vendita, il fatturato del locale risulta in perenne eccitazione.
È evidente: la barista che tutti i camionisti vorrebbero trovarsi al bar non può pensare di passarla liscia. Anche Napoleone, illuso dai facili trionfi, commise l’errore di sottovalutare il generale Kutuzov, finendo per impantanarsi a Mosca. Lei è certamente consapevole di non godere in giro della reputazione di santa donna, ma forse sottovaluta le avversarie. De Andrè canta esplicitamente le carognate che portano Bocca di Rosa al forzato esilio, dannata dalle rivali, rimpianta dai fan. Alla barista sta già capitando qualcosa di simile. È direttamente la sindachessa a rivelare l’aria che tira in paese: «Ormai di Bagnolo Mella si conosce solo il sexy bar. Le signore sono furiose. Alcune di loro si sono rivolte ai carabinieri».
Risulta, per ammissione stessa del primo cittadino, che «i militari abbiano convocato in caserma Bocca di Rosa». Secondo le voci di paese, le sarebbe arrivato un bel richiamo verbale. Di più, al momento, la forza pubblica non si sentirebbe di fare. Come ammette ancora la sindachessa, «la signora ha una regolare autorizzazione per lavorare fino a notte fonda». Ma c’è anche un’anticipazione che non lascia prevedere niente di rassicurante: «Mai più mi sarei sognata che servisse cocktail vestita così. Chiaramente c’è un problema, sto pensando a un provvedimento. Così, l’ordine pubblico va a farsi benedire».
Dovrebbero saperlo, queste regine della provocazione che decidono di mettersi contro un’intera armata di rivali. Finisce sempre allo stesso modo: galvanizzate dai facili trionfi iniziali, commettono l’imprudenza di tirare troppo la corda, lasciandoci la zampa. Qui la guerra è appena cominciata, ma l’impressione generale è che l’assedio non durerà molto a lungo: certo molto meno di quella volta a Mosca, nel 1812.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.