Il numero che ricorda il suo anno di nascita non comparirà più sulle maglie dell'Olimpia Milano: dal prossimo 2 aprile Dan Peterson sarà omaggiato da tutta la squadra di basket meneghina durante l'intervallo della partita contro la Reyer Venezia, quando sarà ritirato il numero 36 da tutte le divise delle Scarpette Rosse. Il grande coach americano 87enne, protagonista del Grande Slam del 1987, ha vinto otto titoli con Milano; e la notizia di questo immenso gesto d’amore che l’Olimpia gli ha voluto regalare ha colto completamente di sorpresa lo stesso Peterson.
"Per me è stato un fulmine a ciel sereno - spiega Peterson -, totalmente inaspettato. Quindi, non solo bello e apprezzato, ma anche emozionante. Voglio ringraziare tutti. Prima, i miei campioni: senza di loro non avrei mai ricevuto questo grande onore. Secondo, il club. Poi, il nostro pubblico: è stato un onore essere l'allenatore dei miei campioni ed è stato un piacere essere il 'Coach' dei tifosi dell'Olimpia". Infine, un pensiero particolare a "Giorgio Armani, che mi ha rivoluto nel 2010/11 - il miglior regalo che potessi ricevere - anche per tutto ciò che fa, per lo sport italiano, per il basket italiano e per quello che sta facendo per la nostra Olimpia, che ha riportato ai vertici del basket italiano ed europeo. Ringrazio anche l'Olimpia di adesso, il presidente Dell'Orco e coach Messina. Ancora una volta, mi sento l'uomo più fortunato del mondo".
La carriera straordinaria di Dan Peterson
Forse è stata una semplice coincidenza, ma nascere nello stesso anno della sua Olimpia doveva fare parte di un 'piano' che lo avrebbe inevitabilmente legato a questo club. Perché Daniel Lowell Peterson, nato a Evanston (Illinois) il 9 gennaio 1936, ha trovato a Milano il coronamento della sua carriera, i successi che lo hanno reso intramontabile: in sostanza, la casa in cui restare per tutta la vita. Proveniva da Bologna, dove aveva vinto uno scudetto (unico, assieme a Ettore Messina, ad aver vinto un campionato con Virtus e Olimpia) e si era affermato come allenatore.
Prima di trasferirsi in Italia era stato assistente a Michigan State, capoallenatore con buoni risultati a Delaware e poi aveva ottenuto i migliori risultati della storia della Nazionale cilena. Dopo avere vinto la Coppa Italia e scudetto a Bologna, con l'Olimpia firma un'epoca d'oro del club che riporta al titolo nazionale nel 1982. In tutto, l'Olimpia giocò sei finali scudetto consecutive con Dan Peterson in panchina, vincendo nel 1985, nel 1986 e nel 1987. In questi ultimi due anni l'Olimpia con lui vinse anche due Coppe Italia e una Coppa dei Campioni. Si ritirò a 51 anni nel 1987, tornando in panchina brevemente nel 2011, a 75, in tempo per lanciare Nicolò Melli.
Grande in panchina ma anche fuori
Dan Peterson si è affermato anche come personaggio televisivo, testimonial pubblicitario, giornalista di successo. All'Olimpia, rese famose la zona 1-3-1 e il gioco "a elle" D'Antoni-Meneghin o slogan e perle di saggezze come "sputare sangue", "Amici sportivi, e non sportivi…", "Mamma, butta la pasta!", "Non fare una cosa stupida è come fare una cosa intelligente".
Fino ad arrivare ai suoi marchi di fabbrica – che caratterizzano anche proprio la sua persona – nati rispettivamente dalle sue telecronache e da un payoff pubblicitario: "Fe-no-me-na-le" e "Per me… numero 1!".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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