Ecco perché non dovreste mai grattarvi quando avete un prurito

Secondo gli scienziati è un gesto che aggrava l'infiammazione cutanea dovuta spesso a una reazione da contatto, per la presenza di allergeni e sostanze irritanti

Ecco perché non dovreste mai grattarvi quando avete un prurito
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Non c'è dubbio che, in una ipotetica classifica delle più belle sensazioni che un essere umano possa provare nel corso della propria vita, soddisfare un prurito sarebbe una delle più quotate. Quando ci prude una determinata zona della nostra epidermide non c'è niente di più bello che grattarsi e dare così sollievo al nostro fastidio e alla nostra pelle irritata. Peccato che, secondo la scienza, quello di grattarsi quando si ha un prurito è una delle azioni più sbagliate che si possano compiere per il nostro benessere. A dirlo è un articolo recentemente apparso sulla rivista scientifica Science che sottolinea proprio come l'atto di grattarsi non faccia altro che aggravare l'infiammazione cutanea dovuta spesso a una reazione da contatto, per la presenza di allergeni e sostanze irritanti che, entrando in contatto con la pelle, causano forme di dermatite più o meno gravi.

Per giungere a questa conclusione, il team scientifico che ha portato avanti lo studio ha svolto alcuni esperimenti su dei topi. A una parte di essi era stato rimosso un neurone responsabile di far avvertire il prurito. Nella seconda fase dell'esperimento, gli scienziati hanno fatto uso di alcuni allergeni per simulare gli effetti della dermatite, facendoli entrare in contatto con le orecchie delle cavie. I tipi che avevano ancora attivo il neurone legato alla sensazione del prurito hanno cominciato a grattarsi, facendo sì non solo che le loro orecchie si gonfiassero, ma anche che si riempissero dei cosiddetti Neutrofili, che altro non sono se non globuli bianchi con il compito di debellare l'infezione. I topi che invece non avevano possibilità di percepire la sensazione di prurito hanno affrontato un'infiammazione molto più lieve e con tempi di ripresa più veloci rispetto a quella dei loro simili. Secondo i dati finali raccolti dallo studio, il ciclo prurito-grattamento appare come il proverbiale gatto che si morde la coda. Quando abbiamo un prurito non resistiamo alla tentazione di grattarci. Grattandoci, però, allarghiamo come una macchia d'olio l'infiammazione e/o l'eritema, facendo crescere la sensazione di prurito che ci spinge a grattarci con ancora più energia, complicando la situazione della nostra pelle.

Inoltre, è emerso che l'atto di grattarsi implica anche una reazione neurale: i neuroni che hanno il compito di percepire il dolore, infatti, rilasciano la cosiddetta Sostanza P, che è un neurotrasmettitore che attiva i Mastociti, cellule immunitarie che ci difendono da vari patogeni e che, in questo caso, hanno il compito di attivare i già citati neutrofili.

Il consiglio di medici e scienziati, dunque, resta quello di evitare di grattarsi nella zona in cui avvertiamo il prurito perché, anche se in alcuni casi (come quello dello stafilococco aureo) grattarsi migliora le difese contro il batterio responsabile dell'infiammazione, i benefici rimangono sempre troppo deboli rispetto alle conseguenze dell'infiammazione e l'unico risultato che rischiamo di ottenere è quello di rovinare la nostra epidermide.

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