Vitamina B3: vivere più a lungo superando il dosaggio medio. Ecco come

Grazie ai dati di una ricerca condotta a lungo termine è stato possibile comprendere il ruolo della niacina, specie se assunta in quantità superiori alla media

Vitamina B3: vivere più a lungo superando il dosaggio medio. Ecco come
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Si tratta di un nutriente di fondamentale importanza per la salute e il benessere del nostro organismo, e lo confermano ulteriormente i risultati di una ricerca di recente pubblicati su "Scientific Reports": assumere vitamina B3, o niacina, in quantità superiori rispetto al condueto può farci vivere più a lungo e protegge il cuore e l'apparato cardiocircolatorio.

Lo studio realizzato dalla National Health and Nutrition Examination Survey ha preso in esame i dati derivanti dalle analisi condotte su ben 26mila cittadini adulti degli Stati Uniti d'America, confermando un'evidente riduzione del rischio di mortalità per gli individui nella cui dieta era prevista l'assunzione di maggiori quantità di niacina. Le statistiche sono state raccolte negli anni compresi tra 2003 e 2018, con follow-up mediano di 9 anni, durante i quali sono deceduti 3.551 partecipanti, 1.096 dei quali per eventi cardiovascolari.

Per rendere efficaci i dati della ricerca, le 30mila persone sono state suddivise in 4 distinti gruppi sulla base del livello di assunzione di vitamina B3: ebbene i membri del gruppo il cui consumo era più elevato hanno visto ridursi il livello di mortalità generale del 26% e quello per malattie cardiovascolari del 27% rispetto a coloro i quali assumevano quantità inferiori di niacina.

Questa sostanza, che si ritrova in alimenti come carni bianche, spinaci, arachidi, fegato di manzo, lievito di birra e in alcuni pesci come salmone, pesce spada e tonno, produce chiari benefici sul profilo lipidico, riducendo trigliceridi e colesterolo LDL, quello "cattivo", e aumentando il colesterolo "buono" HDL. Ciò nonostante, gli studi condotti negli anni sulla vitamina B3 non si sono rivelati sempre coerenti per quanto concerne la salute dell'apparato cardiocircolatorio, generando quello che è noto come "paradosso della niacina". E questo per il fatto che, pur migliorando il profilo lipidico, la sua assunzione non si traduce sempre con la riduzione del numero di eventi cardiovascolari, che comunque in percentuale calano in modo significativo. Stando ai risultati di alcune recenti analisi, ovviamente da approfondire, la colpa sarebbe da attribuire ad alcuni metaboliti della niacina, presunti responsabili di processi di infiammazione vascolare.

Per apprezzare i miglioramenti connessi all'assunzione di vitamina B3 in relazione alla riduzione di morti di natura cardiovascolare bisogna integrarne dosi consistenti, superando la soglia media di consumo giornaliero di 22,45 milligrammi: i risultati più eclatanti si sono registrati sui partecipanti non affetti da diabete. "La niacina può essere raccomandata per ridurre la mortalità nei non diabetici, ma occorre cautela nei pazienti diabetici", spiegano gli esperti, dato che il nutriente potrebbe aumentare i livelli di glucosio nel sangue e peggiorare la sensibilità all'insulina.

A parte i benefici per quanto concerne il profilo lipidico, la vitamina B3 è anche un precursore della nicotinamide adenina dinucleotide (NADH), coenzima ossidoriduttivo di fondamentale importanza nella respirazione cellulare e nella creazione di energia, nella riparazione del Dna e nelle funzionalità mitocondriali, Questa biomolecola è in grado di ridurre le

infiammazioni, riparare i danni alle cellule e rallentare l'invecchiamento, aiutando a prevenire l'insorgere di patologie cardiovascolari, oncologiche e neurodegenerative e quindi a favorendo la longevità.

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