Ogni anno in Italia si registrano 2.500 nuovi casi e, purtroppo, il 35% delle donne che ricevono la diagnosi non supera i cinque anni di vita. Stiamo parlando del tumore del collo dell'utero definito anche della cervice uterina. Colpisce, infatti, questa porzione dell'apparato riproduttivo femminile che è collegata in maniera diretta alla vagina.
Per la precisione si distinguono l'ectocervice ricoperta da cellule squamose e l'endocervice costituita da cellule ghiandolari. Esistono due tipologie di questa forma cancerosa: il carcinoma squamo-cellulare e l'adenocarcinoma. Il primo è il più frequente e si sviluppa nelle cellule squamose dell'ectocervice. Il secondo è meno diffuso e prende l'avvio nelle cellule ghiandolari dell'endocervice.
Le cause del tumore del collo dell'utero
«Il tumore del collo dell'utero - afferma Vittorio Unfer, ginecologo, docente universitario presso Unicamillus di Roma e presidente della società scientifica internazionale EGOI-PCOS - è causato principalmente dal Papilloma virus, un patogeno trasmissibile sessualmente che può avere effetti devastanti. Esistono oltre un centinaio di varianti di questo virus, ma solo alcune sono ad alto rischio oncologico».
Per la precisione i ceppi 16 e 18 sono quelli implicati nella maggior parte dei casi. Generalmente l'infezione è asintomatica, tuttavia può capitare che il microrganismo non venga eliminato e che, nell'arco di cinque anni, provochi alterazioni precancerose del tessuto che riveste il collo uterino. Tale condizione viene chiamata neoplasia intraepiteliale cervicale o CIN. Per lo sviluppo del cancro vero e proprio devono trascorrere dieci-quindici anni.
Attenzione, poi, ai fattori di rischio che predispongono all'insorgenza della malattia:
- Predisposizione familiare
- Infezioni sessualmente trasmissibili
- Uso prolungato di contraccettivi orali
- Fumo di sigaretta
- Gravidanze numerose
- Stati di immunodepressione.
I sintomi del tumore del collo dell'utero
Il tumore del collo dell'utero è subdolo poiché, nelle fasi iniziali, è quasi sempre asintomatico. Esso può manifestarsi con un sanguinamento vaginale anomalo tra una mestruazione e l'altra o dopo un rapporto sessuale, ma anche con un aumento delle secrezioni vaginali che diventano maleodoranti e con dolori a livello lombare e/o nella zona pelvica.
La sintomatologia diventa più marcata quando la neoplasia cresce e include: edema degli arti inferiori, sangue nelle urine, costipazione, perdita di appetito e di peso. Ancora uropatia ostruttiva, stanchezza marcata, dolore costante alle ossa e alla schiena.
La diagnosi e il trattamento del tumore del collo dell'utero
Quando il Pap test evidenzia lesioni anomale, l'iter diagnostico prevede l'esecuzione di alcuni esami di approfondimento. In particolare la colposcopia durante la quale è possibile prelevare una piccola porzione di tessuto del collo dell'utero per sottoporlo all'esame istologico. E la la risonanza magnetica assieme alla TAC per valutare l'estensione del cancro.
Il percorso terapeutico varia a seconda dello stadio della malattia. Se il tumore è localizzato solo sulla superficie della cervice, è possibile rimuoverlo attraverso una procedura chiamata conizzazione. Diversamente può essere necessaria un'isterectomia radicale e anche la rimozione dei linfonodi regionali. Talvolta è indispensabile la chemioterapia associata al trattamento radioterapico.
L'importanza della vaccinazione precoce
Secondo Unfer il vaccino, che attualmente viene somministrata alle ragazze e ai ragazzi di 11 anni, è il principale alleato nella prevenzione. Anche gli uomini devono essere coinvolti poiché, soprattutto fra i giovani omossesuali, il Papilloma virus è responsabile di tumori come quello del pene e dell'ano.
Il ginecologo sottolinea che alcuni Paesi come l'Australia stanno facendo passi da gigante. Entro dieci anni i medici australiani sperano di eliminare il tumore del collo dell'utero grazie a una combinazione di vaccinazione universale e screening regolari.
Il virus è presente in circa l'80% della popolazione, ma solo una piccola percentuale di persone sviluppa la neoplasia a causa della persistenza del patogeno nel corpo. Quando il patogeno permane oltre i dodici mesi, il rischio di incorrere in lesioni cancerose aumenta in maniera esponenziale.
Conclude Unfer: «Le donne e gli uomini giovani devono essere consapevoli delle conseguenze legate al Papilloma virus e adottare misure di
prevenzione, come la vaccinazione e l'uso dei preservativi. Il nostro sistema sanitario ha strumenti potenti per combattere questa malattia, ma è fondamentale agire prima che sia troppo tardi».Leggi anche:
- Listeriosi: attenzione a questi sintomi. Ecco come prevenire l'infezione
- Gli effetti benefici dell'esposizione al freddo
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.