Alla Borsa del delitto Scandinavia giù e Spagna su. Se è "reale" fa più paura

Sta finendo l'"effetto Stieg Larsson". Graditi umorismo ed eco-techno-thriller. Ellroy pesca nell'"era Kennedy"

Alla Borsa del delitto Scandinavia giù e Spagna su. Se è "reale" fa più paura

Nel 1929 in cui debuttarono «I Libri Gialli» della Mondadori, Antonio Gramsci, rinchiuso nel carcere di Turi, iniziò la stesura dei suoi Quaderni. In quelle pagine, appuntate dietro le sbarre, discusse spesso del valore popolare e sociale della letteratura nera proveniente dalla Francia e di quella gialla proveniente dall'Inghilterra, divertendosi a mettere a confronto fra l'altro le inchieste di Sherlock Holmes con quelle di Padre Brown. Qualche tempo dopo, Umberto Saba nel 1946 pubblicava nei Quaderni dello Specchio (Mondadori) la raccolta di testi brevi e aforismi Scorciatoie e raccontini. Alla voce 55 «Libri Gialli» troviamo questa definizione: «ricordano le interminabili avventure dei cavalieri erranti. Al posto del cavaliere è stato messo il poliziotto. Ma (come tutto in un'epoca si tiene) questi si è affezionato (sebbene per uno scopo diverso) alla tecnica della psicoanalisi. L'indizio rivelatore è sempre dove nessuno lo cerca».

Né Gramsci né Saba, pur consapevoli del valore della letteratura gialla, si sarebbero però potuti immaginare l'espansione globale di quel genere e non avrebbero certo ipotizzato le sue numerose ramificazioni. Nei vari periodi ci sono stati più stili usati dagli autori e seguiti dai lettori e la narrativa di suspense è stata soggetta ai flussi e riflussi a seconda dei cambiamenti sociali. Se per molti anni sono andati per la maggiore generi come l'hard boiled, il legal thriller, il mistery, il vatican thriller, oggi la situazione è un po' cambiata. Sicuramente la pandemia legata al Covid ha scardinato molti punti fermi della letteratura di suspense, così come il crollo del muro di Berlino aveva mandato in crisi gli immaginari dei narratori di spy stories.

Se si osservano in queste settimane le classifiche di vendita, non sono i gialli a spadroneggiare rispetto ai romance, alle saghe familiari e ai romanzi storici. E non si tratta solo di saturazione del mercato (c'è chi parla di troppi commissari e ispettori presenti in letteratura), ma proprio di una crisi legata al fatto che il pubblico mondiale è sopravvissuto alle dinamiche e agli sconvolgimenti di un panorama con risvolti thriller e horror che nessuno avrebbe mai ipotizzato. Se l'esplosione di due generi agli opposti come il cozy crime e il true crime è sicuramente legata anche al successo di molti podcast dedicati sia al lato leggero che a quello più truculento della cronaca nera, non va dimenticato che l'unico fenomeno che tutti si aspettavano si sgonfiasse è quello dei thriller nordici provenienti dai Paesi scandinavi che, dopo l'«effetto Stieg Larsson», erano arrivati a dominare le classifiche con autori come Jo Nesbø, Camilla Läckberg, Lars Kepler, Liza Marklund. Quest'area ha infatti un po' perso il fascino esotico delle sue ambientazioni glaciali, al contrario di quella iberica che, grazie al successo televisivo de La casa di carta ma anche a quello dei serrati thriller di Juan Gómez-Jurado e Javier Castillo si sta dimostrando la nuova terra promessa delle grandi rapine e degli imprendibili serial killer.

La Francia dal canto suo viene esplorata nelle esplosive banlieue di Olivier Norek e Frédéric Paulin, nei mistery pittorici a enigma di Michel Bussi e nei romance thriller di Guillaume Musso, anche se la regina indiscussa d'Oltralpe rimane Fred Vargas, il cui visionario «spalatore di nuvole» Jean-Baptise Adamsberg è attesissimo in libreria il prossimo 11 giugno con Sulla pietra (Einaudi). E il tartan noir di origine scozzese ha visto il lancio dei casi dell'ispettore Harry McCoy creato da Alan Parks edito in Italia da Bompiani, con storie dure che sono degne eredi della scuola rocciosa di Allan Guthrie, Ian Rankin e Stuart MacBride.

Il multimillion seller James Patterson (abituato spesso a scrivere in coppia) ha invece deciso di provare la nuova strada del tecno-echo-thriller, terminando una trama lasciata a metà nientemeno che da Michael Crichton nel romanzo sismico e vulcanico Eruption (Longanesi), ambientato alle Hawaii. James Ellroy ha confermato la sua passione di raccontare l'era Kennedy (evidenziata fin da American Tabloid) con Gli incantatori, dove assistiamo alle indagini del detective Freddy Otash incaricato dal sindacalista Jimmy Offa di spiare la vita di Marilyn Monroe.

«Il noir è una lente d'ingrandimento sulla società. Si usa il crimine come scusa per raccontare tutto quello che ci sta intorno». Così spiega il suo percorso Massimo Carlotto. «Il noir - prosegue lo scrittore padovano - è uno sguardo particolare sulla società, è un po' come guardarla dal buco della serratura. Una fotografia in bianco e nero con dettagli molto nitidi. Il lettore deve vedere e capire ambienti, luoghi e personaggi».

Proprio per questo Carlotto nel recente Trudy (Einaudi) ha messo a fuoco un ritratto delle moderne agenzie di sicurezza privata, degli uomini al servizio di manager, industriali e politici dei quali gestiscono molti segreti. Ex poliziotti, ex militari, ex carabinieri, ex contractor, ex buttafuori che ricoprono il ruolo indispensabile di pretoriani al servizio del potere.

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