"Aveva già deciso". Paolo Maldini e il retroscena sull'esonero dal Milan

La bordata dell'ex capitano rossonero: "Ci sono persone di passaggio, senza un reale rispetto di identità e storia del Milan". I rapporti con Cardinale e il licenziamento: ecco la sua versione dei fatti

"Aveva già deciso". Paolo Maldini e il retroscena sull'esonero dal Milan
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Il 6 giugno 2023 ha assunto i contorni di un passaggio che in maniera inevitabile rappresenterà per sempre una data di fondamentale importanza nella storia del Milan: con l'esonero di Paolo Maldini è stata messa la parola fine a un'era che, dopo anni di sofferenze e delusioni, aveva portato i rossoneri a un percorso di crescita fino alla vittoria dello scudetto. All'addio della bandiera è seguito un periodo di grande incertezza e l'ombra di una nuova stagione fallimentare è piombata sulla squadra allenata da Stefano Pioli.

I rapporti tra Maldini e Cardinale

Cosa è accaduto nei giorni dell'esonero? Quali erano i rapporti tra i vertici? Per quale motivo si è arrivati allo strappo? Maldini ha spiegato punto per punto la sua versione dei fatti. Lo ha fatto nell'intervista rilasciata a La Repubblica, dopo circa sei mesi in cui ha preferito il silenzio per evitare reazioni di pancia. L'esordio del colloquio è una chiara frecciata alla nuova proprietà che ha deciso di mandarlo via: "Ci sono persone di passaggio, senza un reale rispetto di identità e storia del Milan. E ce ne sono altre legate ai suoi ideali. Converrebbe tenersele strette". E l'amore di Maldini per il Milan "rimane incondizionato". Una dinastia che va avanti da figlio di Cesare, da ex capitano, da papà di Christian e Daniel.

Il 5 giugno di quest'anno l'aria era chiara: Maldini e Frederic Massara destinati al licenziamento. Paolo chiese a Gerry Cardinale, fondatore e managing partner di RedBird, il motivo della scelta: "Mi parlò di cattivi rapporti con l'ad Furlani. Allora io gli dissi: ti ho mai chiamato per lamentarmi di lui? Mai". Eppure i risultati maturati nel giro di pochi anni sono stati ottimi: il ritorno costante nell'Europa dei grandi, la vittoria dello scudetto, la semifinale di Champions League.

Maldini ha reso noto un sospetto ben preciso: dal suo punto di vista la decisione di esonerarlo sarebbe stata presa "mesi prima e c'era chi lo sapeva". A tal proposito ha parlato del contratto, di 2 anni con opzione di rinnovo, ricevuto il 30 giugno 2022 alle 22: "Troppo impopolare mandarci via dopo lo scudetto". Paolo preparò un piano triennale con Massara e con un amico consulente per provare a vincere la Champions League: 35 pagine di strategia sostenibile in cui si sottolineava anche la necessità di un indispensabile salto di qualità. Risposte? "Nessuna".

Il nodo calciomercato

A far discutere è stato anche il calciomercato dello scorso anno che non ha prodotto gli effetti maturati. Un dato oggettivo, che però non dovrebbe far passare in secondo piano gli attuali punti fermi del Milan che arrivarono (giovani e a basso costo) nell'epoca Maldini. Nel mirino era finito in particolar modo il flop dell'acquisto di Charles De Ketelaere, senza però considerare che puntando sui giovanissimi cresce fortemente la percentuale di possibile insuccesso.

Maldini ha aggiunto un altro particolare, rivelando di essere stato chiamato a Londra (insieme a Massara) da proprietà e Ceo dopo tre mesi di lavoro. Un appuntamento in cui si è sentito sostanzialmente delegittimato: "I vari Leao, Bennacer e Theo non piacevano". Il tempo ha poi dato ragione a Paolo, visto che tutti e tre sono giocatori di spicco della formazione rossonera.

C'è un altro fattore che aveva fatto discutere nel corso dell'ultima estate: il nodo budget per il calciomercato. Sui quotidiani italiani circolavano cifre non ufficiali ma la sensazione era di una possibilità di spesa non adeguata per una squadra che voleva proseguire il cammino di crescita. Maldini ha svelato il contenuto del colloquio con l'amministratore delegato Giorgio Furlani quattro giorni prima dell'esonero: "Mi comunicò molto imbarazzato un budget basso".

L'ex capitano del Milan non ha potuto far altro che prenderne atto. "Dopo la nostra partenza, il budget è addirittura raddoppiato, al netto della cessione di Tonali, e il monte ingaggi è finalmente in linea con il nostro piano: deve essere stato fonte di ispirazione", ha però voluto sottolineare.

Maldini ha sganciato una bordata finale, potendo vantare un legame di ben 36 anni con i rossoneri, ribadendo un concetto già espresso prima del suo congedo: "Oggi comandate voi, ma per favore rispettate la storia del Milan". La storia non si cancella.

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