
La questione San Siro continua a turbare i sogni del primo cittadino di Milano Beppe Sala, che ha sempre più fretta di chiudere l'accordo con Milan e Inter prima che scatti il temuto vincolo: non restano da vincere solo alcune resistenze, soprattutto nella società rossonera, ma anche l'opposizione che si alzerà dai comitati cittadini, pronti a dar battaglia.
Il sindaco lancia l'ennesimo segnale d'allarme, richiamando all'ordine tutti affinché il progetto possa subire una determinante accelerata: nel caso in cui si indugiasse ulteriormente, infatti, il rischio è che le due società calcistiche possano decidere di virare verso altri lidi. "Se non riusciamo a fare lo stadio, il Milan andrà a San Donato e l'Inter a Rozzano", è il monito del primo cittadino. "Il rischio che i rossoneri vadano a San Donato è altissimo, perché il club ha acquisito quell'area investendo alcune decine di milioni di euro", aggiunge.
E in effetti è proprio il Milan ad essere più avanti, dal momento che RedBird, con rogito l'8 febbraio 2024, ha acquistato i terreni relativi all'area San Francesco in cui il fondo americano aveva intenzione di erigere il nuovo impianto in totale autonomia rispetto all'Inter. Il tutto si è bruscamente arrestato con l'apertura dell'inchiesta da parte della procura per far luce sul passaggio tra Elliott e RedBird. Dopo di che, anche se pareva una soluzione distante rispetto alle intenzioni della società rossonera, si è prepotentemente riaperta l'opzione San Siro, allettante anche per il fatto che oltre allo storico impianto verrebbero cedute anche le aree circostanti.
Da un lato l'Inter, soprattutto dopo l'avvento di Oaktree, si è mostrata disponibile a proseguire l'esperienza insieme ai "cugini", accantonando il progetto di realizzare uno stadio di proprietà esclusiva, dall'altra nel Milan sembra che ci sia stata una certa reticenza ad accettare di staccarsi dal progetto San Donato, di sicuro in seno alla società ci sono state opinioni diverse. Al momento, con Scaroni che ha preso in mano la situazione, anche i rossoneri sembrano puntare all'acquisto di San Siro: ciò nonostante, tuttavia, l'idea dello stadio di proprietà non è stata affatto accantonata. Qualche giorno fa si è deciso infatti di "congelare" il programma, ma esclusivamente fino a ottobre, mese chiave per comprendere cosa accadrà davvero. Se per allora l'ipotesi San Siro si dovesse dimostrare non perseguibile, il Milan tornerebbe a puntare forte su San Donato.
E tutto questo Sala lo sa bene, per quello continua a pungolare tutti, in primis le due società, per chiudere i conti il prima possibile. È una situazione che lo rende piuttosto nervoso, come accaduto all'inizio di aprile, quando rispose di traverso a Beppe Marotta che si era mostrato scettico sulle tempistiche per realizzare il progetto San Siro: "Quello che deve fare Marotta è portare a casa lo Scudetto. Su questa questione parlo con Oaktree", commentò allora il primo cittadino.
Ciò nonostante si dice piuttosto ottimista sull'esito della vicenda: "Io penso che ce la faremo sapendo che avremo diverse ostilità e ricorsi", spiega Sala."Sia chiaro che se non riusciamo entro ottobre poi è difficile che si faccia", prosegue, "e se, invece, il Comune dovesse ritrovarsi San Siro, per evitare problemi con la Corte dei Conti, lo dovrà mettere a frutto. E a quel punto altro che i concerti di oggi: o lo vendi a chi fa concerti, o se ne faranno a manetta".
"Per i cittadini del quartiere avere San Siro senza più calcio è il peggio che ci possa essere", considera il sindaco di Milano, "con un San Siro nuovo e insonorizzato, al contrario, la promessa è che
toglieremo i concerti dalla Maura". L'auspicio è che il Milan non si tiri indietro, altrimenti salterebbe tutto: "Nessuna possibilità che l'Inter acquisti San Siro da sola", conclude il primo cittadino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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