Si apre il sipario sulla nona edizioni dei Mondiali femminili, e non senza turbolenze. La prima giornata, tutta dedicata ai due paesi ospitanti, Nuova Zelanda ed Australia, è un trionfo per le formazioni casalinghe: per le Ferns di Klimková arriva la prima storica vittoria al debutto contro la Norvegia, a braccetto con la Matildas che, col medesimo risultato, piazzano un primo totem nell’avanzata mondiale.
Ad Auckland, luogo scelto, nella cornice dell’Eden Park, come punto d’avvio del torneo iridato, succede l’impensabile. Dopo le già note frizioni tra la Fifa e i comitati organizzatori, oltre alle diatribe federali coi network europei per i diritti di trasmissione e all’allarmante bollettino degli infortuni che ha segnato in profondità le liste rimaneggiate delle convocazioni delle rappresentative partecipanti, è una sparatoria a minare la serenità di quest’incipit mondiale. Il minuto di silenzio viene osservato contestualmente anche all’Accor Stadium di Sydney, dove ad accogliere le padrone di casa ci sono già i numeri delle grandi occasioni: 75.784 gli spettatori stimati al fischio d’inizio.
Wilkinson fa sorridere le Ferns
C’è quasi incredulità negli occhi dei 42.137 spettatori giunti a popolare l’Eden Park per l’inizio scoppiettante della Nuova Zelanda. Il primo parziale di gioco scorre via a reti inviolate e con poche occasioni complessivamente collezionate; ma c’è già, in un certo senso, una spia, un’avvisaglia, uno spettro che aleggia sulle norvegesi: perché le Ferns scendono in campo, fin dal fischio iniziale della direttrice di gara Yamashita, con aggressività, mantenendo sempre un baricentro alto ad occupare bene gli spazi in fase offensiva, nonostante un po’ di fatica nel concludere. Così, alla ripresa, nell’intessere trame, alle All Blacks del football basta una ripartenza fulminea: è il 48’, quando Hand recupera un pallone essenziale e si apre la carreggiata destra con uno sprint che stende le scandinave, servendo al centro un pallone al bacio che Wilkinson non può che appoggiare in tap-in alle spalle di Mikalsen.
HANNAH WILKINSON SCORES THE FIRST GOAL AT THE #FIFAWWC 2023!
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Il margine per riportarsi in parità è risicato per il team di Riise: solo al 59’, è Maanum a ritrovarsi, quasi con sorpresa, a beffare le retrovie neozelandesi, ma non riesce a colpire bene il pallone ed il tiro che ne risulta è fiacco e non impensierisce Esson. Tra un tentativo di Riley dalla distanza e ancora incursioni di Hand, l’arbitro è richiamato dalla Var per un presunto tocco di mano in area ospite, quando mancano circa 4’ alla fine: Percival, convalidato il rigore, s’incarica del tiro dal dischetto, che, potente e piazzato, beffa Mikalsen ma si schianta sulla traversa, negandole di firmare il tabellino. Con 11’ di recupero e tutta la gioia possibile delle Ferns per la prima storica vittoria mondiale – la seconda della coach ceca, in sedici gare disputate fin qui, e il secondo clean sheet assoluto – dell’era di Jitka Klimková, per la Norvegia arriva una prima, piccola ma significativa, batosta: era dal 1991, contro la Cina, che le scandinave non perdevano all’esordio mondiale.
Il balzo delle Matildas a firma Catley
Un’emozione senza fine per le australiane, all’esordio allo Stadium Australia di Sydney, di fronte ad un pubblico da record. Si fa già la storia ed è passata appena la prima tornata d’un Mondiale che, a partire dai due attesissimi match di giornata, ha settato l’asticella in alto e non intende abbassarla.
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Per le Matildas, quest’ottava partecipazione ai Mondiali è un’occasione d’oro per superarsi: dopo le prime tre apparizioni, l’Australia ha sempre raggiunto la fase eliminatoria ma non ha mai superato i quarti. Che questa, in casa propria, sia la volta buona? A veder bene i numeri messi in campo dal team di Gustavsson pare di sì, ma non certo senza delle riserve: perché il 63% del possesso palla e i 13 tiri totali (contro gli 8 irlandesi) non raccontano una realtà di campo in cui l’Irlanda dell’olandese Vera Pauw ha saputo dimostrare buon gioco e capacità tattiche interessanti. Tanta fisicità, tanti scontri ed agonismo, ma anche tante occasioni. L’episodio che sblocca (e decide) la gara arriva al 52’: da un’ingenuità di Sheva regala la pentola d’oro a capitan Catley, che spiazza Brosnan dagli undici metri piazzando un sinistro impeccabile. Game set match. L’arrembaggio irlandese, nei 6’ (8’ effettivi) di recupero finali, non basta: prima Larkin, al 93’, poi McCabe e Quinn allo scadere s’involano in tentativi d’assalto ormai disperati, trovando, ripetutamente, le mani di Mackenzie Arnold ad opporsi.
I tabellini delle gare
Gruppo A
NUOVA ZELANDA 1-0 NORVEGIA
NUOVA ZELANDA (4-3-3): Esson, Bott, Riley, Stott (70’ Bunge), Bowen, Percival, Steinmetz, Hassett, Hand (94’ Rennie), Wilkinson (86’ Satchell), Riley. A disp.: Nayler, Foster, Cleverley, Longo, Chance, Jale, Anton, Foy Clegg, Leat. All. Jitka Klimková
NORVEGIA (4-3-3): Mikalsen, Hansen, Mjelde, Bjelde (93’ Sønstevold), Harviken, Engen, Reiten, Maanum (74’ Bøe Risa), Hansen, Hegerberg, Blakstad (56’ Haavi). A disp.: Fiskerstrand, Hørte, Bergsvand, Sævik, Pettersen, Eikeland, Lung, Jøseland, Haug. All. Hege Riise
Marcatori: 48’ Wilkinson (NZ)
Ammoniti: 85’ Haavi (No)
Arbitro:: Yoshimi Yamashita (Giappone)
Gruppo B
AUSTRALIA 1-0 IRLANDA
AUSTRALIA (4-4-2): Arnold, Catley, Kennedy, Hunt, Carpenter, Vine (75’ van Egmond), Raso, Gorry, Cooney-Cross, Foord, Fowler (84’ Polkinghorne). A disp.: Williams, Nevin, Luik, Wheeler, Chidiac, Micah, Yallop, Simon, Kerr, Grant. All. Tony Gustavsson
IRLANDA (3-4-3): Brosnan, Quinn, Fahey, Connolly, Little John, O’Sullivan, Mc Cabe, Payne, Farrelly (63’ Larkin), Carusa (87’ Atkinson), Sheva (63’ Quinn). A disp.: O’Riordan, Mustaki, Caldwell, Barrett, Agg, O’Gorman, Moloney, Gran, Walsh. All. Vera Pauw
Marcatori: 52’ Catley (A)
Ammoniti: 41’ O’Sullivan (I)
Arbitro: Edina Alves Batista (Brasile)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.