"Ora una svolta". La strigliata di Ibra nello spogliatoio: cosa è successo dopo Parma-Milan

Lo svedese si appella ai ragazzi di mister Fonseca: serve mentalità per una reazione immediata. Come rialzare la testa? Coraggio e determinazione contro cali di attenzione e leggerezze

"Ora una svolta". La strigliata di Ibra nello spogliatoio: cosa è successo dopo Parma-Milan
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Questione di tecnica e tattica, certo, ma c'è un altro elemento che preoccupa il Milan: la mentalità di chi scende in campo. E nelle prime due giornate della Serie A 2024-25 è stato tra i principali fattori che hanno alimentato la discussione. Con il Torino c'è stata una reazione d'orgoglio nel finale che ha consentito di pareggiare, ma la prestazione per quasi tutta la gara è stata insufficiente. Ed è andata addirittura peggio contro il Parma: la sconfitta è arrivata dopo 90 minuti di sofferenza, di improvvisazione, come se tutto fosse lasciato al caso. Per questo Zlatan Ibrahimovic ha raccolto i ragazzi e ha mandato un messaggio chiaro: serve una svolta. Subito.

L'ex attaccante, che da diversi mesi in RedBird ricopre il ruolo di partner operativo e advisor della proprietà, non può ovviamente ritenersi soddisfatto di quanto messo in campo in questo avvio di campionato. La finestra di calciomercato dei rossoneri dovrebbe essere chiusa: l'idea è che la squadra sia al completo e di conseguenza, al di là delle eventuali opportunità da valutare in extremis, non sono previsti altri arrivi. Ecco perché lo svedese si è voluto appellare direttamente ai giocatori, a cui ha chiesto di lanciare segnali immediati sulla linea della sua filosofia: determinazione, coraggio, grinta. Insomma, mentalità vincente.

La sconfitta per 2-1 contro il Parma ha fatto suonare un primo allarme. La Gazzetta dello Sport parla di un confronto senza strappi, con il solo scopo di motivare i ragazzi di mister Fonseca in questa fase complicata. Ibra ha preferito non alzare troppo i toni, ma il suo discorso è stato comunque chiaro; la strigliata ha l'obiettivo di responsabilizzare i calciatori perché - è il senso del ragionamento - adesso bisogna essere motivati, visto che la formazione è al completo e la qualità non manca. Occorre remare tutti dalla stessa parte, fare fronte comune ed essere disposti al sacrificio. Una necessità che chiama in causa soprattutto Theo Hernandez e Rafael Leao, i big che non possono permettersi cali di attenzione e leggerezze.

Bastone e carota. Lo svedese ha comunque rimarcato che il gruppo è all'altezza e che sono stati fatti passi in avanti per quanto riguarda la personalità, anche grazie all'arrivo di giocatori con esperienza internazionale che potranno garantire un contributo pure dal punto di vista umano. Ora è questione di testa, dunque. Ma attenzione alle facile letture. Non si tratta di un punto secondario, anzi: un atteggiamento sbagliato e superficiale rischia di penalizzare anche la squadra più organizzata e consolidata.

D'altronde l'arrivo di Zlatan in veste di dirigente aveva anche questo obiettivo: rappresentare una figura di spicco, un profilo di riferimento per i giovani. A cui ora viene chiesto uno scatto, un cambio di passo, una reazione.

I rossoneri devono rialzare la testa e sabato sera avranno la possibilità contro la Lazio, anche se la trasferta all'Olimpico non sarà facile. Contro i biancocelesti si vedrà se la "ricetta Ibra" avrà i suoi primi effetti o se l'era Fonseca è destinata a impantanarsi definitivamente fin da subito.

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