Anche Yann Sommer è stato uno dei grandi protagonisti del 20° scudetto nerazzurro. Il portiere svizzero è riuscito a prendersi l'Inter in poche partite, riuscendo a far dimenticare André Onana, ceduto al Manchester United in estate per 50 milioni.
La maggioranza degli osservatori si aspettava un downgrade in questo avvicendamento. E invece a furia di parate e anche di giocate con i piedi, Sommer non solo non ha fatto rimpiangere Onana, ma è diventato un rinforzo decisivo per la conquista dello scudetto. Ma soprattutto se si pensa alla stagione deludente che il camerunese sta vivendo allo United, si può affermare senza rischio di smentita, che l'Inter abbia fatto un vero e proprio affare.
Parliamo di un profilo atipico rispetto ai grandi portieri, che hanno caratterizzato la storia interista. Perché da Zenga a Pagliuca fino ai più recenti Handanovic e Onana, nella porta nerazzurra abbiamo visto (quasi sempre) grandi leader o trascinatori di folla. Il numero uno svizzero rompe un po' questo lungo filo conduttore, con la continuità e la freddezza a fare da peculiarità principali. Un leader silenzioso, uno di quelli che si fa sentire quando serve. E per questo motivo molto apprezzato dai compagni di squadra e da Inzaghi.
Anche quest'estate le qualità di Sommer erano ben note. Il classe '88 era ritenuto un portiere affidabile a livello europeo. Si era conquistato le copertine come para-rigori all'ultimo Europeo dopo aver ipnotizzato Mbappé ed eliminato la Francia ai rigori. E soprattutto a lui era legato il ricordo amaro della mancata qualificazione ai Mondiali dell'Italia. Stavolta è Jorginho a farsi ipnotizzare. Sempre dagli undici metri. Eppure nonostante un curriculum di tutto rispetto, lo scetticismo iniziale non era mancato. Far dimenticare un idolo come Onana non era affatto semplice.
Quei giorni infuocati d'agosto, prima del suo arrivo, restano impressi nella mente dei tifosi interisti. La squadra parte in tournée con Stankovic e Di Gennaro e Inzaghi ha un disperato bisogno di un primo portiere. Nel frattempo la trattativa col Bayern Monaco è tutt'altro che facile. Tuchel si mette di traverso e fa di tutto per trattenere Sommer. Vuole un altro titolare al posto dell'infortunato Neuer. La clausola da 6 milioni su cui puntavano Marotta e Ausilio, in realtà non è attivabile e bisogna pazientare per non rovinare i rapporti con un club amico. A quel punto è lo svizzero a prendere posizione, vuole a tutti i costi l'Inter e la trattativa si sblocca.
Il debutto sotto il diluvio contro il Salisburgo è un vero disastro. Dopo appena cinque minuti Yann frana in uscita bassa su Konate, abbattendolo senza prendere il pallone e provocando un rigore. Poi, una manciata di minuti più tardi, inciampa al limite dell'area, colpendo goffamente il pallone con i piedi, per poi lasciare la porta sguarnita in favore dello stesso Konate. Insomma non proprio un bel biglietto da visita per un nuovo acquisto, a pochi giorni dalla prima di campionato col Monza. Il vero Sommer però si vede nella notte di San Sebastian, alla prima in Champions contro il Real Sociedad, quando tiene a galla la squadra con un paio di interventi importanti, prima del pareggio di Lautaro.
Da quel momento Sommer si conferma un numero uno dal rendimento alto sul lungo periodo, uno che in carriera non ha mai sofferto di alti e bassi e che ha sempre limitato al minimo gli errori. Non essendo un portiere di stazza (183 cm per 79 kg) ha sviluppato delle capacità atletiche e di lettura di gioco importanti per compensare la mancanza di struttura. Insomma, il portiere perfetto per Simone Inzaghi. Con lui la distribuzione della palla ad inizio azione è meno lunga e più breve rispetto all'anno prima con Onana, principalmente verso i tre difensori Pavard-Acerbi-Bastoni. Tra i pali agilità, forza e istinto garantiscono parate decisive che portano punti.
Qualche errore? Sì, ma nulla di clamoroso. Andando a memoria il gol di Bajrami nella sconfitta interna col Sassuolo o la rete di Samardzic nella trasferta di Udine anche se lì ad ingannarlo è la deviazione di Carlos Augusto. I picchi più alti? Le trasferte vinte contro Napoli e Fiorentina. Al Maradona la parata su Kvaratskhelia resta un gioiello da vedere e rivedere. Al Franchi conferma la sua bravura dagli undici metri, parando il rigore a Nico Gonzalez. Sembra di rivivere un de javu. L'argentino conclude la rincorsa con un saltello, proprio come Jorginho, e tira debole centralmente. Sommer ha già capito tutto e para facilmente. Una parata decisiva, che permette all'Inter di conquistare tre punti importantissimi.
Il campionato corre via velocissimo, vittoria dopo vittoria, clean sheet dopo clean sheet, Sommer si impone come uno dei migliori portieri d'Europa di questa stagione. Una cavalcata trionfale fino allo scudetto della seconda stella. Dopo una vita al Borussia Monchengladbach e un passaggio veloce al Bayern Monaco, a 36 anni da compiere a dicembre, il nuovo portiere nerazzurro trova la giusta consacrazione. L'erede designato è il brasiliano Bento dell'Athletico Paranaense.
Potrebbe arrivare quest'estate e raccogliere con calma la sua eredità. Se ne saprà di più quest'estate. Di sicuro con Sommer la porta dell'Inter è in ottime mani (e in buoni piedi) anche per la prossima stagione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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