Camilla Costanzo racconta la vita (e dove si inceppa)

Camilla Costanzo pratica una poetica dell'esistenza raccontata dai suoi margini, racconta la vita là dove si inceppa e, quindi, è più vita

Camilla Costanzo racconta la vita (e dove si inceppa)
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Gli esseri umani sono come tessere di un mosaico, anzi come fili di un tessuto che si incrociano con altri fili nell'orditi dell'esistenza, per creare un disegno sempre nuovo e imprevedibile. Non servono storie eccezionali: nella normalità della vita accadono cose incredibili che limano le esistenze trasformandole in gioielli irripetibili. Succede tutti i giorni e succede in Tempo al tempo (Mondadori, pagg. 210, euro 18,50) il nuovo libro di Camilla Costanzo. Quello della giornalista e sceneggiatrice è, in pratica, un romanzo di romanzi dove storie diverse si parlano, tornano come variazioni sul tema, su gli eventi piccoli e grandi che condizionano un'esistenza.

Prendiamo la vicenda di Elena che cresce da sola la figlia Anita. Affronta piccole e grandi problemi, fa i conti con il mistero del suo compagno Federico scomparso misteriosamente mentre lei era in cinta. Non si da pace mentre affronta i piccoli e grandi sfaceli della vita, si muove. Poi la figlia che il padre non l'ha mai visto fa un disegno. A Elena sembra proprio Federico. Ma come può averlo disegnato? Per gli altri che hanno conosciuto Federico è solo un disegno la somiglianza non c'è...

Altrove però c'è un prete, don Roberto, che lotta per tenere assieme le famiglie, per aiutare ragazzine sole... Ma nel farlo sembra pesargli addosso un senso di colpa che è un macigno. Ma questi sono soltanto alcuni fili dell'ordito, fili che a volte si incontrano a volte no. C'è Melissa una ragazzina piena di dolore, ci sono Giulia e Tita con la difficoltà di raccontarsi la vita tra madre e figlia, ci sono Laura con le contrazioni ed Edo...

Camilla Costanzo pratica una poetica dell'esistenza raccontata dai suoi margini, racconta la vita là dove si inceppa e, quindi, è più vita. E l'inceppo può essere ovunque nella vaschetta di due tartarughe d'acqua, nella casa vuota di una madre, dentro un portafoglio dove c'è una vecchia foto con un bacio, nella poltrona di una donna troppo grassa dove la vita diventa uno spot...

Camilla Costanzo procede per montaliani ossi di seppia, per oggetti che reificano il senso della vita, con uno stile che ricorda, con una punta di romanità, quello di Jennifer Egan. Del resto per la Egan Il tempo è un bastardo, per la Costanzo bisogna dare Tempo al tempo, ma non è un tempo solo galantuomo, è ambiguo, somiglia a noi.

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