«Cerca di stare tranquilla... Non puoi pensare di fare una cosa del genere per questo motivo... Quanti anni hai? Quattordici? Hai la stessa età di mia figlia...». Il carabinieri della Centrale operativa tiene al telefono l'adolescente, mentre i colleghi del Radiomobile corrono a salvarla. Lei ha appunto 14 anni, ha chiamato il 112 disperata, lascia intendere di avere intenzione di fare un gesto estremo. Si trova sulla banchina della fermata Garibaldi della metro Verde. Per fortuna i militari riescono a evitarlo.
È successo la mattina del 7 gennaio. Il militare che ha risposto al numero d'emergenza riesce a tenere la ragazzina al telefono per oltre otto minuti. Dando il tempo agli altri militari di raggiungerla nella metro. La 14enne ha telefonato al 112 proprio dalla banchina. Ha parlato del proprio malessere e il carabiniere che la ascoltava ha capito che stava pensando di suicidarsi. Nel frattempo sono stati avvisati gli operatori del Radiomobile, che subito si sono diretti con due pattuglie verso Garibaldi per soccorrere la giovane e scongiurare il peggio.
Il dialogo aperto con lei dalla Centrale operativa è servito a tenerla in un certo modo tranquilla. «Quanti anni hai? Mi sembra la stessa voce di mia figlia... Cosa è successo? Raccontami... È successo qualcosa in famiglia, a scuola? Magari posso aiutarti». E ancora: «Cerca di stare tranquilla, non puoi pensare di fare una cosa del genere... Mi devi ascoltare, faremo tutto il possibile per aiutarti... Sono papà di due figlie, anche loro crescendo hanno avuto problematiche simili alle tue... Vedrai che passa... Devi essere più forte tu del problema... Te lo dico come se fossi tuo papà».
A quel punto un equipaggio aveva raggiunto la fermata Garibaldi della metro, direzione Abbiategrasso, e i due carabinieri sono entrati a cercare la 14enne. L'hanno raggiunta correndo, era ancora al telefono con la Centrale e piangeva. L'hanno trovata rannicchiata dietro una colonna, si sono avvicinati. «È tutto a posto... Guardami...
», le ha detto uno di loro. I militari l'hanno tranquillizzata e soccorsa. Infine l'hanno affidata alla famiglia. «Ce l'abbiamo, ce l'abbiamo», è la loro ultima comunicazione al collega in linea che aspettava di sentire che la ragazza stava bene.
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