Antonello Mosca
La grande passione di Claudia Camarlinghi per la moda è iniziata venticinque anni fa quando è entrata a lavorare nell'azienda di famiglia. Dopo aver collaborato con marchi famosi come quelli di Ferragamo, Gherardini, Roberto Cavalli, Paul Smith, oggi disegna e produce la sua collezione, "Pink Memories", una linea dal gusto retrò e neo romantico, per una donna dedita alla carriera e alla famiglia, dinamica, colta e raffinata. Una miscela equilibrata di elementi atti ad esaltare la donna in tutta la sua femminilità e modernità, La sensibilità e la verve del personaggio si ritrovano facilmente quando si parla della sua casa: «Mi appassiona tutto ciò che mi circonda, confessa, e così il luogo dove abito che entra quotidianamente in contatto con me e diventa quindi parte della mia vita».
Cosa rappresenta per Lei?
«Il luogo dove mi ricarico,il rifugio, l'involucro dentro al quale do via libera alla mia creatività. È per questo che le dimensioni passano in secondo piano e ciò che conta è che tutto sia al posto giusto: l'equilibrio ideale di luci, colori, tessuti. Prima di tutto penso sia importante individuare il sito per un rifugio ideale. Nel mio caso è una splendida collina, una porzione di casa colonica sempre baciata dal sole e ventilata dalla brezza marina. Poi credo si debba sempre passare alla ricerca di tutti quegli oggetti che danno vita e personalità alla casa. Alcuni trovati sui mercatini, altri fatti con materiali di recupero, altri pregni di storia e memoria. E, come avviene nel mio lavoro, tutto sembra uscito dal baule della nonna: il leit-motiv che ispira l'arredamento di casa mia attinge da uno stile classico con riferimenti al gusto americano dove non mancano accenni al Provenzale. I mobili sono fatti su misura, in nuances chiare e pastello a contrasto con il parquet antico fatto di grosse doghe scure. L'unica nota forte e vagamente kitch-chic è rappresentata dal bagno di servizio, tutto color glicine dalle pareti al sapone, alle tende in toile des gilles, alle micromattonelle fatte a mano dalla Francia».
Ma esiste, guardando il tutto, un tema guida nella casa.
«Credo lei voglia alludere alla collezione di lampadari con gocce di cristallo, elementi che sono presenti, in tutte le forme e dimensioni, in ogni stanza insieme a pezzi di antiquariato che vengono illuminati da queste luci a mille sfaccettature».
La sua è una casa di rappresentanza?
«Credo di sì, perché è il luogo dove organizzo incontri, feste, cene di lavoro, e diventa così un modo di presentarmi: essa è "l'essenza" di me stessa, parla di me, racconta il mio stile, la mia storia: dalla collezione di libri, alle foto di Doisneau, al servizio di piatti con decori di rose, alla biancheria tutta cifrata, trasmettendo l'amore per un gusto neoromantico fatto di sentimenti e passioni».
Veniamo ai suoi locali: la cucina?
«Sembra un salottino con luci soffuse, paralumi di tessuti antichi, e grande porta con vetri soffiati. Qui si trova la collezione di bouquet di rose essiccate che nell'estate raccolgo in giardino».
E la camera da letto?
«Minuscola, con il letto dotato di una enorme testata imbottita e ricoperta di tessuto damascato. Fa da contorno una cornice intagliata a mano e decorata con foglia d'argento. La bellezza della finestra è che, per le sue dimensioni, ha "vista cielo"».
Ha disegnato qualche mobile per i suoi interni?
«Quasi tutti, ricorrendo a quella categoria di artigiani che qui a Firenze si riesce ancora a trovare, e seguendo le lavorazioni passo passo, facendo arrivare da ogni parte del mondo materiali e accessori ideali per ottenere quello che volevo».
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