Caso Brancher, Bocchino: "Berlusconi ascolta Fini"

Il finiano commenta positivamente le dimissioni del ministro al decentramento: "Chapeau a Brancher, ci piace il primo atto del ghe pensi mi berlusconiano". Il Pd e l'Idv in coro: "E' una vittoria delle opposizioni". Di Pietro: "Il governo vada a casa". L'Udc: "Era l'unica via"

Caso Brancher, Bocchino: "Berlusconi ascolta Fini"

Roma - "Chapeau a Brancher. Con le sue dimissioni e la rinuncia al legittimo impedimento il ministro ha sgombrato il campo dagli equivoci e favorito la soluzione di uno dei problemi più spinosi interni al Pdl". Saltella di gioia Italo Bocchino, uno dell'anima finiana del Pdl. "Ci fa piacere aver avuto ragione - spiega - difendendo in maniera pignola il principio di legalità che non può essere offuscato dal sospetto di una nomina vera a sottrarre l’imputato dal suo giudice naturale. Il primo atto del ghe pensi mi berlusconiano va incontro alle nostre richieste e siamo fiduciosi che lo stesso accadrà su intercettazioni, manovra e vita interna del Pdl"

Le opposizioni in trionfo "Le dimissioni del ministro Brancher sono una vittoria del Pd e dell’opposizione e dimostrano che quando l’opposizione prende un’iniziativa politica al di là dei numeri e dei rapporti di forza in parlamento, può ottenere dei risultati importanti. Penso, per come sono messe le cose, che questa volta Berlusconi non possa ripetere la sceneggiata delle dimissioni respinte: il voto di giovedì fa troppa paura". Lo dichiara esultante Dario Franceschini, presidente deputati Pd. L'Idv è sulla stessa linea: "Le dimissioni del ministro al legittimo impedimento sono una grande vittoria dell'Italia dei Valori e della determinazione che ha avuto, e del Pd che con noi ha scelto di percorrere la via della mozione di sfiducia" dice Massimo Donadi, presidente dei deputati di Idv. "Questa è una lezione per chi sta all’opposizione solo a parole e non muove un dito se non ha la garanzia di vincere".

Di Pietro: "Ora governo a casa" "Per Berlusconi e il suo governo è l’inizio della fine. Noi dell’Italia dei Valori siamo stati i primi a chiedere, sin da subito, le sue dimissioni. Brancher ha gettato la spugna, lasciando il governo e presentando le dimissioni da ministro e decidendo di affidarsi al giudice per rispondere del reato di appropriazione indebita". Lo scrive Antonio Di Pietro sulla sua pagina Facebook. "Gli italiani si possono fregare una volta sola - aggiunge Di Pietro - perché poi reagiscono e si ribellano. Ed è per questo che la maggioranza se ne deve andare a casa il prima possibile. Prima se ne andrà e meglio sarà per tutto il Paese. Un Paese nel quale si è creata una nuova e più profonda frattura sociale tra chi ha e chi non ha: tra chi, grazie all’evasione fiscale, ai privilegi acquisiti dalla casta, alle leggi ad personam e alla mancanza di regole e di controlli, è diventato sempre più ricco e chi non riesce ad arrivare a fine mese. Berlusconi e il suo Governo hanno fallito - chiude Di Pietro - ormai c’è una sola strada obbligata, quella della crisi di governo e delle elezioni, senza inciuci o ciambelle di salvataggio. Tutto ciò per formare un nuovo esecutivo scelto dagli elettori".

L'Udc: "Era l'unica via" Con le sue dimissioni da ministro "Brancher ha preso l'unica decisione possibile di fronte a una situazione che era diventata francamente insostenibile".

Lo sostiene il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, convinto che con questo gesto "si chiude una vicenda kafkiana, nata male e proseguita peggio, in cui è emersa tutta la confusione presente all`interno del governo e della maggioranza. Ora - dice ancora il segretario centrista - il governo si concentri sulla manovra e a dare risposte serie contro la crisi che investe famiglie e imprese".

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