La Cgil in piazza contro il governo Di Pietro aizza il Colle: "Alle urne"

Manifestazione della Cgil nel giorno dello sciopero generale indetto dal sindacato per protestare contro la manovra economica. Uno sciopero che ha diviso le parti sociali e che ha trovato il disaccordo di Cisl e Uil. La Camusso: "Il paese è in una situazione molto difficile". Guarda le foto

La Cgil in piazza contro il governo 
Di Pietro aizza il Colle: "Alle urne"

Roma - E' in corso la manifestazione della Cgil nel giorno dello sciopero generale indetto dal sindacato per protestare contro la manovra economica del governo. Uno sciopero che ha diviso le parti sociali e che ha trovato Cisl e Uil in profondo dissenso con Susanna Camusso. "Il paese è in una situazione molto difficile - ha accusato il segretario generale all'inizio della manifestazione - a questo punto, se si fa un passo sbagliato si entra nell’abisso invece di tornare indietro". Sulle note di Bella ciao il leader del Sel, Nichi Vendola, è stato accolto con applausi dai manifestanti in corteo a Roma: "Nichi, ci devi salvare, sei l'unica speranza". E Vendola salutandoli ha scherzato: "Superman".

La Camusso contro il governo Il corteo ha cominciato poco dopo le 9 a snodarsi verso la zona dei Fori Imperiali. Tra i partecipanti il segretario del Pd Pierluigi Bersani, il leader del Sel Nichi Vendola e il numero uno dell’Idv Antonio Di Pietro. "La Cgil sciopera contro una manovra assolutamente ingiusta e totalmente irresponsabile, come sembra sempre più evidente", ha spiegato la Camusso sottolineando che questa manovra "carica i costi della crisi sui redditi fissi e sul lavoro pubblico". "Non c’è un’idea di quale debba essere la crescita del paese e del suo futuro - ha tuonato la leader della Cgil - è una manovra che il paese non si merita". Il segretario generale ha aggiunto che sarebbe necessaria una "distribuzione dei carichi, perchè così come è fatta questa manovra non paga nulla a chi non ha mai pagato, e chi ha di più". Secondo la Camusso, "è possibile una manovra più equa che non coinvolga solo i lavoratori pubblici e i redditi fissi".

Vendola loda lo sciopero "Questa è una finanziaria che mette in apnea il mondo del lavoro. La Cgil oggi rappresenta l’Italia migliore", ha commentato Vendola secondo il quale la manovra del governo "colpisce al cuore la civiltà del lavoro". "Ci sarebbe bisogno di altro - ha continuato il leader del Sel - di una patrimoniale, ad esempio, di tagliare le spese militari, di un confronto sul futuro delle giovani generazioni". "L’unica emergenza nazionale è quella di liberarsi da questo governo - ha continuato Vendola - altre formule escono dal cilindro degli illusionisti di destra, di centro e di sinistra che hanno già fatto troppi danni". Così come "troppi danni ha fatto questo governo di destra. E' il momento - ha, poi, concluso Vendola - di chiudere questa pagina orribile".

Pure Bersani attacca il governo Per recuperare la fiducia dei mercati, Bersani ha invocato oggi una correzione della manovra economica e l’avvio di un percorso per un governo di transizione. "Così non si può andare avanti - ha ammonito il segretario del Pd a margine del corteo della Cgil a Roma - serve un governo di emergenza e di transizione che prenda misure eque e forti, che cambi la legge elettorale e consenta di andare a votare con un certo anticipo rispetto alla scadenza naturale. Se correggessimo con serietà la manovra e avviassimo un percorso così potremmo arginare la sfiducia". Questa, ha poi proseguito, "è una riflessione che deve fare la maggioranza e che dovrebbe fare anche chi ha una qualche influenza sull’opinione pubblica". Quanto al Pd, ha aggiunto, "continuiamo a dire che siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità. Di certo questa cosa non è per ricavare un vantaggio politico perché in un momento così sta tranquillo solo chi sta alla finestra".

Di Pietro: Napolitano sciolga le Camere E al coro dei manifestanti si è aggiunto anche il leader dell'Idv. "Invito il presidente della Repubblica a sciogliere questo governo. Le condizioni per farlo ci sono, perché la maggioranza che c’è è risicatissima e sta in piedi solo per fattori particolari. Quella di oggi è un’azione politica importante", ha detto Di Pietro, intervenuto ai microfoni di Radio Ies in diretta dallo sciopero Cgil. "Qui non c’è solo la Cgil, ma tutti i cittadini - ha aggiunto - che vogliono far sentire la propria voce. Roma oggi è una città piena di persone che vogliono esprimere loro disappunto per una manovra che comprime diritti fondamentali. Scordatevi che Berlusconi si dimetta: Dracula non se ne va dal Pronto soccorso da solo, e scordatevi che questo Parlamento lo sfiduci. Questo Parlamento è fatto da persone attaccate alle poltrone. Berlusconi? Che campasse tutto il tempo che vuole, ma a casa sua e non a spese del Paese".

Milano, lancio di uova contro l'Unicredit Un fitto lancio di uova e anche di qualche fumogeno ha bersagliato il Palazzo del Credito Italiano in piazza Cordusio a Milano, sede di Unicredit. Al passaggio del corteo dei sindacati di base e degli studenti per lo sciopero generale, l’edificio è stato oggetto del lancio di uova da parte di un gruppetto di ragazzi. 

Cicchitto: non si capisce la gravità della situazione "Lo sciopero generale indetto dalla sola Cgil in rottura con la Cisl e con la Uil - afferma Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera -  mentre imperversa una durissima crisi finanziaria è la testimonianza di una totale mancanza di consapevolezza rispetto alla gravità della situazione generale che mette in crisi tutti gli schemi originari. Questa mancanza di consapevolezza purtroppo porta la Cgil alla irresponsabilità".

Sacconi: l'adesione è bassa "Lo sciopero va rispettato ma anche valutato per la sua oggettiva rappresentatività. Le adesioni rimangono quelle tradizionalmente basse degli scioperi promossi dalla sola Cgil, tanto nel pubblico quanto nel privato". Così il ministro del Welfare Maurizio Sacconi si pronuncia sullo sciopero della Cgil. In una nota, Sacconi osserva: «Pd e Cgil sono uniti nei no alle riforme del lavoro, della previdenza, del modello sociale come se nulla potesse o dovesse cambiare.

A Bersani che pretende addirittura la rinuncia all’articolo 8 rispondiamo che non se ne parla proprio nel nome, da un lato, della sua corrispondenza a una delle più esplicite richieste della Bce e, dall’altro, di un consenso che ha visto convergere la maggioranza e il Terzo polo oltre alla sua accettazione da parte della maggioranza degli attori sociali".


 

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