Il Centre culturel français de Milan di corso Magenta 63 (Palazzo delle Stelline), diretto da settembre 2009 da Olivier Descotes, promuove un ciclo di mostre dal titolo "Una certa idea della Francia", che si svolgerà nell'arco di due anni e coinvolgerà artisti francesi e curatori italiani. A partire da gennaio 2010, sei curatori, individuati dal direttore perchè attivi nella promozione dell'arte emergente internazionale, saranno chiamati a realizzare ciascuno una mostra personale o collettiva negli spazi del centro culturale, situati all'interno del Palazzo delle Stelline. Per il 2010 il compito è stato affidato, nell'ordine, a Marcello Smarrelli, Alessandro Rabottini e Simone Menegoi.
La scelta del titolo nasce dal desiderio di sottolineare lo sguardo dei curatori italiani sul panorama delle ultime due generazioni di artisti francesi, un modo per ribadire l'esistenza di un dialogo ininterrotto tra i due Paesi.
Se nell'immaginario collettivo dei francesi "Una certa idea della Francia" richiama la memoria patriottica riferibile al pensiero politico del generale de Gaulle, l'uso che se n'è fatto in queste mostre ha una matrice più intimistica che si ricollega ad un ricordo tutto italiano legato alla serie dei grandi noir francesi (C. Chabrol, P. Granier-Deferre, etc.) apparsi in Tv. Il lavoro degli artisti proposti nelle tre mostre ha il sapore di una "archeologia visiva", forse per via delle forme che essi usano - accompagnate sempre da qualcosa di arcaico o legata al detrito -, per la loro riflessione sull'architettura - vista come un oggetto sensibile che cambia col tempo -, e per una certa attitudine verso i materiali poveri, di scarto o di riuso, che vengono dotati di una nuova vita.
In questo senso appare paradigmatica la mostra di Raphaël Zarka (Montpellier, 1977, vive e lavora a Parigi), curata da Marcello Smarrelli, prima personale dell'artista in Italia che darà avvio al ciclo, visibile dal 21 gennaio al 30 marzo 2010. Influenzato in particolare dall'Arte Povera, dal Minimalismo e dalla Land Art, il lavoro di Zarka si basa su una ricerca quasi scientifica di spazi e di forme da esplorare, guidata dall'esigenza di trovare un ordine agli oggetti, "di organizzare - dice - il caos delle cose che m'interessano". Spesso Zarka trae ispirazione da opere di altri artisti, dando origine a diverse categorie di lavori: le sue non sono mai semplici copie, ma interpretazioni ("reprise"); ricostruzioni con oggetti di origine artigianale o industriale ("replique"); riproduzioni di oggetti virtuali; ready-made intesi come oggetti ritrovati elevati al rango di opera d'arte. A quest'ultimo genere appartiene l'opera in mostra Préfiguration de la Collection des Rhombis (2008), composta da una copia del trattato del frate matematico Luca Pacioli, Divina proporzione, sul quale sono posti due piccoli rombicubottaedri in alluminio con tutte le facce forate e filettate. La figura del rombicubottaedro compare in più opere dell'artista: si tratta di un poliedro con ventisei facce, quarantotto spigoli e ventiquattro vertici, raffigurato nel ritratto di Luca Pacioli dipinto da Jacopo de Barbari (1495). In questo lavoro, all'interno del trattato cinquecentesco, sono stati inseriti alcuni segnalibri che illustrano i rombi in diversi contesti.
Al termine dell'intero ciclo di mostre sarà pubblicato un catalogo generale con un video di Anton Giulio Onofri.
Per informazioni: 02-48591928, www.culturemilan.it.
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