Al cinema, in tv o allo stadio era la bomba sexy pacifista

Veniva dagli Usa e trovò l'America a Roma. I suoi film piccanti segnarono un'epoca ormai irripetibile

Al cinema, in tv o allo stadio era la bomba sexy pacifista
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Milano, stadio San Siro, 12 marzo 1978. C'è Milan-Inter. Ma prima (con appendice durante l'intervallo) c'è anche altro. Uno spettacolo fra il rock, il punk e il sexy, tutti a misura di famiglie, assiepate sugli spalti, quindi decisamente soft. Noi, semel in anno presenti nei distinti invece che nei popolari, sorvoliamo volentieri su Beppe Grillo, sui Gatti di Vicolo Miracoli, su Riccardo Fogli, su «Gli incesti», sui «Chrisma» (Christina Moser e Maurizio Arcieri, allora senza K), sui «Cadillac», diamo un'occhiata superficiale a «Le Streghe», agghindate con stivaloni neri e una specie di casto bikini. Ma quando arriva Lei, esultiamo più di quanto avremmo esultato se, circa un'ora dopo, il nostro Egidio non avesse fallito un calcio di rigore e il nostro Aldo non avesse fallito la ribattuta.

Lei era Nadia Cassini e, vista da 30-40 metri, sembrava nuda, quindi di fatto era nuda, con una specie di collant color pelle a fasciare natiche e papussa. Non fece molto: salutò, lanciò qualche urletto, e sculettò «fra l'erbetta» sacra del campo, come la Vispa Teresa. La conoscevamo da poco: Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù?, e Quando gli uomini armarono la clava e... con le donne fecero din-don, e Io tigro, tu tigri, egli tigra. Invece Il dio serpente no, all'epoca eravamo ancora bambinetti, correva il 1970, e quello era stato il suo esordio in Italia. Aveva ancora un piede sulla scaletta dell'aereo quando la arruolarono per il film scandalo di Piero Vivarelli, dove divideva la scena e gli amplessi con la giamaicana Beryl Cunningham. L'aereo era giunto dagli Stati Uniti, dove lei era nata il 2 gennaio del '49, a Woodstock, predestinata anche per questo a dare spettacolo. Due anni prima, quando si chiamava ancora Gianna Lou Müller a causa del padre tedesco, aveva sposato il conte statunitense di origini italiane e russe Igor Cassini Loiewski, poi, siccome lui aveva da seguire alcuni affari a Roma, lei lo aveva seguito...

Dal Dio serpente in poi, Gianna divenne Nadia Cassini, una bomba erotica impossibile da disinnescare anche per il perbenismo da «guerra fredda» che ammantava l'Italia come una coltre di nebbia. Pensare che se n'è andata due giorni fa a Reggio Calabria, dopo la solita, insopportabile «lunga malattia», a 76 anni, a chi la toccò con gli occhi quel pomeriggio del 12 marzo 1978 in San Siro fa molta tristezza e un bruttissimo effetto, come guardarsi allo specchio e capire che se ne sono andate, in un colpo solo, l'adolescenza, la gioventù, la maturità, e che anche la terza età sta per salire (o scendere) di una tacca.

Per spiegare ai meno vecchi di oggi che cosa sia stata Nadia Cassini al cinema e in tv è utile prendere in prestito dal collega Paolo Giordano una confidenza fattagli da Lino Banfi, più volte toccato dalla grazia di lavorare (eufemismo) con lei. Qualche anno fa Banfi, dopo aver subito un'operazione, riceve la visita, a domicilio, del chirurgo. «Dottore, ma come... Si è voluto scomodare... Non ce n'era bisogno», dice Lino. «Ma si figuri, ci mancherebbe... Anzi guardi, se mi permette le vorrei stringere la mano...», ribatte il medico. «Certo... certo...». «È un piacere, sa? Con questa mano lei ha toccato il culo di Nadia Cassini».

Non è soltanto una questione di culo, ovviamente, ma anche di costume in senso lato. Quindi di storia, visto che il mondo dello spettacolo è sempre sotto i riflettori, anche a riflettori spenti, e dai riflettori viene proiettato direttamente nell'immaginario collettivo. Torniamo a quello spettacolino di 47 anni fa. L'aveva organizzato Antenna Nord, fra le più importanti tv private di allora che di lì a quattro anni sarebbe entrata nella syndication televisiva Italia 1 di Edilio Rusconi, presto rilevata dalla Fininvest di Silvio Berlusconi. Insomma, le ragazze del Drive In, cioè Tinì Cansino & Co., furono le figlie di Nadia Cassini, come gli anni Ottanta furono i figli degli anni Settanta. La filmografia di Nadia Cassini non è stata da cinema d'essai, ma piaceva assai, soprattutto al popolo, quando ancora esisteva un popolo (anche televisivo), ora disperso fra innumerevoli rivoli seriali. E la vita di Nadia Cassini non è stata tutta una commedia piccante, ha avuto anche toni amarissimi. Alla fine degli Ottanta, subì un intervento di plastica al naso che ebbe esito devastante.

Era, se vogliamo, un segno dei tempi. La bellezza è tale quando ha il privilegio di sfiorire lentamente, non quando viene rifatta in serra per rinascere secondo un canone uguale per tutte. O almeno una volta si pensava così.

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