In "2073" c'è un mondo "post atomico" in cui i cattivi sono solo quelli di destra

La cine-lista di proscrizione dell'inglese Kapadia

In "2073" c'è un mondo "post atomico" in cui i cattivi sono solo quelli di destra
00:00 00:00

Forse era meglio che il regista inglese Asif Kapadia continuasse a realizzare i suoi documentari classici su singoli grandi personaggi come i precedenti Senna, Amy e Diego Maradona invece di lanciarsi in lavori a tesi e molto manipolatori. 2073 è ambientato in un futuro dispotico in cui Samantha Morton interpreta una donna che vive nei sotterranei di una città nel 2073 37 anni dopo l'«Evento», recita un cartello in un mondo postatomico controllato dalla polizia con droni e telecamere.

I ricchi vivono naturalmente in palazzi lussuosi con in casa pezzi di affreschi della Cappella Sistina. Ma cosa ha portato il mondo a questo disastro? Il film inizia con un montaggio velocissimo quindi manipolatorio come lo è tutto il film in cui frulla una sfilata dei cattivi fascisti della Terra, da Putin a Trump intervallati pure da Berlusconi montato prima di una sfilza di saluti romani.

In mezzo anche alluvioni, uragani, manifestanti picchiati, i capi delle grande piattaforme social, i lobbisti, i detentori dei Big Data, le cavallette Non va meglio a Giorgia Meloni inserita, per due volte, accanto a Bannon, Orban, Milei e a tipetti come il cinese Xiaoping, il presidente filippino Duterte, l'ugandese Museveni, eccetera eccetera (ci siamo capiti). Forse siamo nel campo della preveggenza, come i precog nel film di fantascienza di Spielberg, Minority Report, in cui uno era interpretato curiosamente sempre dalla stessa Samantha Morton.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica