Guardiani della Galassia Vol. 3, il capitolo finale è un inno all'amicizia

Guardiani della Galassia Vol. 3 chiude la prima trilogia dedicata al team di Starlord e lo fa con una pellicola toccante e divertente al tempo stesso

Guardiani della Galassia Vol. 3, il capitolo finale è un inno all'amicizia

È sempre una sorta di lutto ad apparire come motore d'azione della trilogia dedicata a Guardiani della Galassia. Nei primi due capitoli il protagonista Peter Quill doveva affrontare il peso dell'assenza dei genitori: assenza perpetrata per motivi e conseguenze diverse, ma ugualmente dolorose nell'animo di un uomo cresciuto come un randagio dell'universo, con un'unica musicassetta come àncora nello spazio infinito. Nel terzo volume - senza dubbio il migliore della trilogia, in uscita il 3 maggio - è ancora l'assenza e la paura della sua riproposizione che guida il cuore dei protagonisti. Costretto ad accettare la fine della "sua" Gamora (Zoe Saldana), Peter (Chris Pratt) si nasconde dietro gli effluvi dell'alcol che non solo non lo aiutano a superare il suo terrore dell'abbandono, ma lo rendono anche poco reattivo quando i suoi amici hanno bisogno di lui. Quando Rocket (doppiato, in lingua originale, da Bradley Cooper) si trova sospeso tra la vita e la morte, inseguito da un passato feroce e brutale, Peter/Starlord accetta di partire per una missione che odora di trappola, ma che non impedisce ai Guardiani di combattere con tutte le armi a loro disposizione per salvare la vita al loro migliore amico. Costretti ad affrontare la minaccia che ha le sembianze dell'Alto Evoluzionario (Chuckwudi Iwuji) e la forza di Adam Warlock (Will Poulter), i Guardiani della Galassia rinforzeranno ancora di più quel legame non di sangue che li ha resi allo stesso modo una famiglia.

Con il capitolo finale della (prima?) trilogia dei Guardiani della Galassia si insiste proprio su questo punto, sul motto estremamente diffuso secondo cui gli amici sono la famiglia che ti scegli. E che ti sceglie. Un discorso, questo, che si fa quasi metalinguisto, perché sembra un escamotage narrativo attraverso il quale il regista James Gunn ha voluto rivolgere il suo ringraziamento al cast e ai fan (ringraziati anche nei titoli di coda), che sono rimasti al suo fianco anche dopo che la Disney lo aveva licenziato nel 2018 a causa di vecchi tweet alquanto problematici, salvo poi essere ri-assunto per volere dei fan stessi, che hanno fatto sentire il proprio malcontento senza mezzi termini. La famiglia dei Guardiani, quindi, non è solo la famiglia di Peter/Starlord, ma è anche la famiglia di James Gunn. E forse è proprio questa vicinanza di intenti e sentimenti a rendere Guardiani della Galassia Vol.3 un film da non perdere.

I protagonisti, pur non rinunciando all'ironia e al sarcasmo che sono diventati un marchio di fabbrica di casa Marvel, sono strutturati davvero molto bene e vengono regalati al pubblico tramite la costruzione dei loro limiti e delle loro imperfezioni. Ogni personaggio (principale) messo in campo è una creatura ancora in divenire, un essere che non è perfetto, ma che sta cercando un modo per rimanere a galla, anche se questo significa inciampare un po' lungo il percorso. Questo porta a un coinvolgimento totale da parte del pubblico, che si troverà a piangere di commozione in più di un'occasione. Coinvolgimento che, naturalmente, passa anche attraverso la scelta di una colonna sonora che, come nei capitoli precedenti, si fa protagonista aggiunta.

Pellicola con un villain che è in grado di reggere per tutto il film e che non scade mai nella pura macchietta, Guardiani della Galassia Vol. 3 rappresenta un finale tanto epico quanto poetico al primo tratto di strada che i Guardiani hanno compiuto insieme, creando una famiglia sopra i lutti e i dolori che hanno caratterizzato la loro vita. Personaggi pieni di crepe, di timori e paure radicate in fondo alla loro anima, ora i Guardiani sono ancora più umani.

Pur coi loro sbagli e i loro limiti, hanno il coraggio di guardarsi allo specchio e riconoscersi, riconoscere il ruolo che hanno. Soprattutto, questo ultimo capitolo serve a ricordare ai protagonisti che la vera casa non è in un avamposto segreto o su qualche pianeta specifico dell'universo: casa è dove si trovano i veri amici. Chapeau.

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