L'addio di Stallone a Rambo: cosa c'è dietro Last Blood

Con Rambo: Last Blood Sylvester Stallone dice addio a un altro personaggio che ha sancito il suo successo e definito la sua carriera

L'addio di Stallone a Rambo: cosa c'è dietro Last Blood
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Rambo: Last Blood è il film diretto da Adrian Grunberg e arrivato in sala nel 2019 che andrà in onda questa sera alle 21.26 su Italia 1. Si tratta del lungometraggio che pone la parola fine alla saga dedicata al veterano John Rambo iniziata nel 1982 proprio con Rambo.

Rambo: Last Blood, la trama

Dopo una vita passata ad avere le mani sporche di sangue e gli incubi a popolare le notti senza fine della sua esistenza, John Rambo (Sylvester Stallone) non chiede altro che di poter invecchiare e morire in serenità, nel ranch di famiglia. Lasciati alle spalle assassini e corruzione, John vorrebbe avere l'occasione di vivere (e morire) come un uomo qualunque, e non come la macchina da guerra forgiata durante la Guerra del Vietnam. Purtroppo, però, questo desiderio si scontra con la realtà, quando una ragazza (Yvette Monreal), nipote di una donna a cui l'uomo è estremamente affezionato, viene rapita da un cartello messicano interessato alla tratta delle schiave sessuali. Rambo non può permettere che questo orrore avvenga a una persona a cui è legato e, aiutato da una giornalista dagli alti valori morali (Paz Vega), sarà disposto a pagare qualsiasi prezzo pur di salvare la vita alla giovane rapita.

La chiusura di un cerchio

Ci sono tanti modi per "misurare" la grandezza di un attore. Il talento, certo, così come il numero dei premi ricevuti durante la propria carriera. In questo schema può rientrare anche la capacità di costruire personaggi in grado di non morire nell'oblio ma di rimanere in vita attraverso il tempo e le generazioni. Sylvester Stallone ha senza dubbio regalato al proprio pubblico due personaggi eterni e iconici, come il pugile Rocky Balboa e il veterano John Rambo. Ma la grandezza di un attore sta anche nel coraggio e nella capacità di "lasciare andare" proprio quegli stessi personaggi: accettare il trascorrere e il mutare dei tempi e, invece di incaponirsi a trascinare in avanti storie che forse non hanno più molto da dire, chiuderle nel momento di massimo splendore. Già con il personaggio di Rocky, Stallone aveva deciso di porre il punto a un'era e di passare il testimone, quando, grazie alla saga spin-off di Creed, aveva dichiarato che non avrebbe più vestito i panni del famoso stallone italiano. Con la saga di Rambo succede più o meno la stessa cosa. Sul grande schermo appare un eroe che ha ancora i muscoli di un tempo, ma il suo volto è segnato dalla stanchezza e dalla frustrazione, dagli incubi che lo hanno inseguito e dai quali vorrebbe liberarsi una volta per tutte: un vero e proprio antieroe che cavalca verso il suo personale viale del tramonto, preparandosi ad accomiatarsi da un mondo che lo aveva sempre applaudito. E l'aspetto interessante di questa operazione cinematografica è proprio il fatto che il John Rambo in scena è un uomo che dimostra di sentire i passi lenti ma certi della fine, un uomo che sa che oltre l'orizzonte non ci sono più avventure, ma solo la pace definitiva data dalla morte. E questo aspetto è sottolineato anche dal fatto che le motivazioni che muovono Rambo in questo ultimo film non sono più il senso di giustizia universale o il bisogno di far vincere il bene contro una realtà piena di oscurità: stavolta Rambo scende in campo per questioni personali e intime, proprio come se volesse sottolineare che la sua ultima missione, in quanto tale, deve essere svolta più col cuore che con la morale. A dire addio al personaggio è lo stesso Stallone che, in un video condiviso alla fine delle riprese, ha dichiarato che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe indossato i panni dell'antieroe per antonomasia e ha approfittato dell'occasione per ringraziare tutti quei fan che erano rimasti al suo fianco "per tutti questi anni. È stato un viaggio infernale e bellissimo."

L'addio era già nel titolo del film

La scelta di intitolare l'ultimo capitolo della saga Rambo: Last Blood è una decisione che non è stata affidata al caso, ma che invece voleva sottolineare proprio l'idea della chiusura di un cerchio, del punto messo alla fine di una lunga ed entusiasmante storia. L'ultimo sangue del titolo non si riferisce, infatti, solo agli eventi che vengono rappresentati nel lungometraggio, ma è un richiamo al primo film degli anni Ottanta. Infatti, il primo capitolo di Rambo, che in italiano si intitolava solo Rambo appunto, aveva in lingua originale il titolo First Blood, primo sangue. Un titolo che era senz'altro utile a rappresentare l'inizio di una nuova saga cinematografica.

Ecco perché decidere di intitolare l'ultimo film Last Blood - e la decisione di lasciarlo anche nella versione italiana - rappresenta già di per sé una dichiarazione di intenti, un addio tra le righe che Stallone ha voluto rivolgere ai suoi fan, che ha sempre considerato "parte della famiglia" come ha spiegato lui stesso nel video citato poco sopra.

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