Imu e Tari non pagate, accorciate le tempistiche di pignoramento: ecco cosa cambia

I Comuni potranno far cassa più velocemente: l'iter in via di conclusione da parte del governo

Imu e Tari non pagate, accorciate le tempistiche di pignoramento: ecco cosa cambia
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Evadere Imu e Tari sarà molto più pericoloso per i contribuenti italiani, che potranno incorrere nel pignoramento in tempi molto più ristretti di quanto non prevedano le norme vigenti.

L'esecutivo, infatti, è arrivato in dirittura d'arrivo per quanto concerne l'opera di rinnovamento del Fisco a livello locale, e lo stesso viceministro dell'Economia Maurizio Leo ha di recente confermato che cosa sta per cambiare e quali strumenti avranno a disposizione i Comuni per far cassa sugli evasori. Da tempo si prospettava l'idea di dare ai sindaci maggiori tutele in tal senso, dal momento che la tassa sulla casa, quella sui rifiuti e le multe stradali costituiscono in effetti una parte estremamente rilevante del bilancio comunale. Il modo più efficace per intervenire è quello di tagliare i tempi della riscossione coattiva.

Ad oggi se un cittadino non adempie ai suoi obblighi fiscali nei confronti degli enti locali, una volta raggiunto l'importo che innesca le azioni esecutive, questi hanno l'obbligo di aspettare 180 giorni prima di procedere. Ebbene, questo arco cronologico, secondo le norme allo studio da parte del governo, dovrebbe essere ridotto di un terzo, passando a soli 60 giorni. Ciò significa che i contribuenti che non pagano l'Imu e la Tari, nel caso in cui il debito dovesse raggiungere la quota prevista per far partire le azioni esecutive, rischiano di incorrere nel pignoramento in due mesi di tempo. Come accennato in precedenza, comunque, la riscossione coattiva scatta una volta varcata una soglia limite di debito che, ad esempio per quanto concerne la Tari, è fissata a 30mila euro. Non è una rata saltata a far scattare il rischio di pignoramento, ma un cumulo di debiti nei confronti del Comune: ciò nonostante, viste le tempistiche estremamente più ridotte, sarà meglio prestare ancora maggiore attenzione.

Come si evince dal testo che l'esecutivo sta valutando, anche agli Enti locali, Regioni e Comuni, sarà concessa la possibilità di inserire sanatorie che potranno prevedere l'annullamento o la riduzione di interessi e sanzioni a coloro i quali salderanno il proprio debito "entro un termine fissato da ciascun ente, non inferiore a 60 giorni dalla pubblicazione dell'atto nel sito istituzionale".

La speranza è quella di porre rimedio, una volta per tutte, al problema riscossione che arranca soprattutto nel Meridione, spiega IL Sole 24 Ore: secondo i calcoli dell'Ifel, l'Istituto per la

Finanza e l'Economia Locale, le somme che i Comuni devono ancora accantonare proporzionalmente agli incassi fiscali mancati ha toccato quota 6.3 miliardi di euro, il 47% del quale è concentrato nelle regioni del Sud Italia.

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