La pensione ordinaria anticipata, ossia la possibilità di ritirarsi dal lavoro prima di avere compiuto l’età utile al raggiungimento della pensione di vecchiaia, sottostà a requisiti stretti che ruotano per lo più attorno ai contributi minimi versati. Si tratta di un tema che ritorna ciclicamente sui tavoli della politica ed è suscettibile di aggiustamenti e modifiche.
Qui approfondiamo i requisiti per potere godere della pensione anticipata ordinaria, la cosiddetta pensione di anzianità, che si contrappone alla pensione di vecchiaia.
Cos’è la pensione anticipata ordinaria
È una modalità concessa ai lavoratori iscritti alla previdenza obbligatoria affinché possano scegliere di ritirarsi dal mondo del lavoro prima di avere compiuto l’età del pensionamento di vecchiaia. I requisiti per accedervi sono gli stessi per i lavoratori dipendenti privati, quelli pubblici e gli autonomi.
La pensione di anzianità, ovvero la pensione anticipata ordinaria è entrata in vigore a partire dal 2012, sorretta dal decreto Legge 201/2011, la legge Fornero. A differenza dei sistemi pensionistici che prevedono un’uscita anticipata dal mondo del lavoro (come Quota 103, per esempio), questa formula pensionistica – pure rimanendo oggetto di revisioni - non viene prorogata ogni anno ma viaggia su un binario di maggiore stabilità.
A chi spetta la pensione anticipata ordinaria
Come anticipato, la pensione anticipata è appannaggio dei lavoratori iscritti a diversi istituti previdenziali, ossia:
- Gestione separata Inps
- Assicurazione generale obbligatoria (Ago) e quindi anche i fondi pensioni per lavoratori dipendenti e le gestioni speciali per i lavoratori autonomi
- Le forme alternative all’Ago
- Le forme dell’Ago per i dipendenti pubblici
I requisiti contributivi variano in base al genere di chi ne fa richiesta e saranno in vigore fino al 31 dicembre del 2026:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne
A partire dal mese di gennaio del 2027 questi parametri verranno cambiati ogni due anni, adeguandoli alla speranza di vita.
Si tratta di un trattamento cumulabile che, in ogni caso, prevede la cessazione di un rapporto di lavoro dipendente. Dopo l’accesso alla pensione anticipata, il contribuente può iniziare un altro rapporto di lavoro. Chi svolge un lavoro autonomo può accedere alla pensione anticipata senza rinunciare alla propria attività.
Chi ha cominciato a versare contributi dal primo gennaio 1996, per accedere alla pensione anticipata deve avere compiuto almeno 64 anni di età e deve avere almeno 20 anni di contributi effettivi e l’ammontare del cedolino non deve essere inferiore a 2.113,75 euro, ossia 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale.
Chi ha i requisiti deve chiedere all’Inps la verifica dei requisiti e soltanto poi può inviare la domanda. In alternativa al portale al quale si accede mediante Spid, Cie o Cns, si può fare ricorso al Contact center dell’Inps oppure a un patronato.
Di quanto viene decurtato l’assegno
Non ci sono decurtazioni, così come certificato dalla legge di Bilancio del 2017. Nel corso del 2022 le nuove pensioni anticipate erogate sono state circa 223mila e, facendo un conto più recente, al primo gennaio del 2023 le pensioni di anzianità e anticipate erano 5,02 milioni, molte di più di quelle di vecchiaia (4,38 milioni).
L’Inps ha comunicato che il totale delle pensioni anticipate è di 121,6 miliardi di euro, ossia il 53% di tutte le prestazioni pensionistiche.
Inoltre, sono attualmente circa 190mila le baby pensioni in essere per un totale di 2,9 miliardi di euro l’anno. Di queste, circa 150mila sono versate a donne le quali, in media, percepiscono questi trattamenti pensionistici per 36 anni (mentre la durata per gli uomini è di 35 anni).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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