I futures indicano che nel prossimo futuro il prezzo del gas rimarrà sopra ai 100 euro per megawattora, molto meno del picco di 350 euro raggiunto lo scorso agosto ma molto più alto rispetto ai 20-30 euro per megawattora del 2020.
Durante i mesi appena trascorsi a imperare sui mercati è stata la speculazione e ora, con l’arrivo dei mesi più freddi, a fare stato è nuovamente la vecchia norma della domanda e dell’offerta che bilancia il prezzo di vendita. A ciò si aggiunge la necessità di fare a meno del gas russo che, di per sé, comporta un costo.
Il prezzo del gas per i prossimi tre anni
La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, sostiene che, la necessità di attirare Gnl non russo, necessiti una maggiore generosità nel remunerare chi lo fornisce. Una logica commerciale che sembra fuori luogo ma che è ampiamente condivisa dai Paesi Ue e che, in ultima analisi, partecipa a fare salire il prezzo del gas.
Va considerato che molti Paesi sono riusciti a stoccare il gas preventivato e che la corsa alle scorte è in costante diminuzione e questo ha contribuito a rallentare l’ascesa dei prezzi che però si è rinvigorita all’inizio di novembre, quando in diverse città (italiane ed estere) si è cominciato a fare uso dei caloriferi.
I mercati, su tutti il Ttf, sta cercando di rimodularsi in previsione dei mesi più freddi e i futures per le consegne di gas di dicembre indicano un prezzo di 122 euro al momento in cui scriviamo. Cifra che si adegua nei contratti relativi all’anno termico che, per convenzione, inizia il primo giorno di ottobre. Una prima marcata flessione la si individua in là nel tempo, durante i mesi meno rigidi quando riprenderanno però le attività di stoccaggio nazionali. Si prevede un prezzo di 92 euro, 30 euro in meno rispetto al mese di dicembre, in relazione però al gas che non proviene dalla Russia.
Per gli esperti non si scenderà stabilmente sotto il tetto dei 100 euro per megawattora prima del 2025.
Il peso del gas per l’industria
I mercati si rimodulano alla ricerca di stabili forniture extra-russe, le persone scaldano le proprie abitazioni e rimangono intrappolate nel caroprezzi delle alternative al gas), l’industria fa il resto nel determinare la domanda che contribuisce a formare il prezzo del gas.
Il centro studi Intesa Sanpaolo prevede un prezzo medio di 128 euro per il 2022 che si sta concludendo, 155 euro nel corso del 2023, 110 euro nel 2024 e soltanto nel 2025 il prezzo medio annuale si situerà attorno agli 80 euro.
Quotazioni da capogiro che avranno un peso sulla sopravvivenza del comparto industriale italiano, seconda manifattura europea e costretta a operare nella quasi totale assenza di materie prime (che vanno quindi importate) e particolarmente energivora. Per Fabrizio Guelpa, responsabile Industry & banking research della direzione studi Intesa Sanpaolo, occorre che tutta la filiera produttiva collabori e reagisca, affinché i consumatori possano assorbire i prezzi di vendita dei beni prodotti.
Un intervento di supporto del governo sembra essere necessario ma non si può vivere di soli aiuti, occorre che l’industria si renda protagonista nel rivedere le
politiche di prezzo perché non è detto che i mercati (i consumatori finali) riescano a reggere a lungo il peso dell’inflazione e del costo della vita in genere. I prossimi mesi saranno cruciali e l’inverno non è ancora iniziato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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