Tegucigalpa - L’Honduras è in regime di coprifuoco, ordinato da Roberto Micheletti Bain, il presidente della Camera che ha preso il posto del presidente eletto, Manuel Zelaya, deposto domenica dai militari ed estradato in Costa Rica. Ma l’opposizione si sta organizzando per reagire. Vaste zone del paese sono in black out elettrico ed informativo. Secondo la testimonianza di una cooperante citata dal sito di un giornalista italiano, Gennaro Carotenuto, appena deposto Zelaya "hanno spento tutto, hanno chiuso il Canal 8, l’unico favorevole al governo e poi anche tutti gli altri".
La comunità internazionale Il colpo di stato è stato duramente condannato a 360 gradi: dall’Onu, dall’Osa, dagli Stati Uniti e da Cuba. Il presidente dell’Assemblea Generale del Palazzo di Vetro, Miguel d’Escoto, ha parlato di "operazione criminale". Il presidente americano Barack Obama si è detto subito "molto preoccupato". A Cuba Fidel Castro ha affermato che i golpisti "neanche respirano senza l’appoggio degli Stati Uniti", ma ha osservato che "perfino la signora Clinton ha dichiarato che Zelaya è l’unico presidente dell’Honduras" ed ha previsto una breve durata per il golpe: "I golpisti, rinchiusi e isolati, non hanno alcuna salvezza se si affronta al problema con fermezza".
Sfidato il coprifuoco I leader dei partiti di sinistra si stanno preparando a manifestare il loro appoggio a Zelaya, mentre migliaia di dimostranti - secondo quanto riferito da un dirigente del partito dei contadini - avrebbero sfidato il coprifuoco tenendo una veglia davanti al palazzo presidenziale di Tegucicalpa. Stephen Gibbs, corrispondente della Bbc nella capitale honduregna, ha invece riferito di "strade deserte a parte qualche manciata di manifestanti", secondo quanto riportato dal sito della tv britannica.
Referendum saltato Il colpo di stato è scattato nel giorno in cui si sarebbe dovuto tenere un referendum che avrebbe permesso al presidente Zelaya di essere rieletto al termine del suo mandato quadriennale.
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